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“Riportare la natura nella nostra vita”. Con questo titolo la Commissione Europea, nel 2020, ha adottato una proposta sulla Strategia dell’Unione Europea sulla Biodiversità per il 2030, un piano ambizioso e a lungo termine per proteggere e ripristinare l’ambiente naturale e gli ecosistemi. Nel 2023 l’Italia ha adottato una propria strategia nazionale che si colloca nell’ambito degli impegni assunti dal nostro Paese sia in ambito europeo che internazionale con la ratifica della Convenzione sulla diversità biologica sottoscritta a Rio De Janeiro nel 1992 alla prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, noto come il Vertice della Terra.

Lo ricordiamo ogni anno, il 22 maggio, Giornata mondiale della Biodiversità, indetta dalle Nazioni Unite per celebrare la ricchezza della vita sul nostro Pianeta. Il tema scelto per quest’anno è “Armonia con la natura e sviluppo sostenibile”, volendo sottolineare l’importanza di trovare un equilibrio tra le esigenze umane e la conservazione dell’ambiente, promuovendo uno sviluppo che non comprometta la salute del pianeta. Chiaro riferimento ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu, di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario. Uno degli obiettivi parla, appunto, di “proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita della biodiversità”.

Ma perché è così importante preservare la biodiversità? Perché la diversità biologica è “un termometro che misura lo stato di salute della vita sulla Terra”. Un ambiente più ricco e diversificato, infatti, garantisce vita e prosperità a tutti quelli che lo abitano, siano essi esseri umani, animali o vegetali. La biodiversità fornisce tutta una serie di benefici. Preservando lo stato di salute degli ecosistemi, si garantisce accesso al cibo e alle risorse naturali fondamentali come i principi attivi di alcuni medicinali contenuti in piante ed erbe. Ecosistemi sani e diversificati, inoltre, contribuiscono alla purificazione dell’acqua e dell’aria, alla regolazione del clima e alla prevenzione delle inondazioni.

Lo scopo della Giornata è di sollecitare i decisori politici ad un maggiore impegno nei confronti della salvaguardia delle specie, coinvolgendo tutti i livelli di governo, da quello nazionale a quello locale, e tutti i livelli della società, imprese, media, comunità scientifica, cittadini. L’obiettivo è attuare politiche e mettere in campo azioni e progetti per perseguire non solo target ambientali (biodiversità, clima, inquinamento), ma anche quelli socio-economici, tra cui nutrizione, salute, igiene, formazione e lavoro.

Il Piano per la biodiversità di Kunming-Montreal, adottato nel 2022, prevede Obiettivi globali per il 2050 e target globali per il 2030. I primi sono di carattere generale e riguardano l’integrità e la resilienza di tutti gli ecosistemi che vanno “mantenute, migliorate o ripristinate: l’estinzione indotta dall’uomo di specie minacciate” deve essere fermata e “il tasso di estinzione e il rischio di tutte le specie ridotti di dieci volte e l’abbondanza di specie selvatiche native aumentata a livelli sani e resilienti”. E ancora: “adeguati mezzi di implementazione, inclusi risorse finanziarie, cooperazione tecnica e scientifica, e accesso e trasferimento di tecnologia, sono garantiti a tutte le Parti, in particolare ai Paesi in via di sviluppo”.

I target da raggiungere entro il 2030 riguardano la riduzione delle minacce alla biodiversità; ripristinare almeno il 30% delle aree terrestri, delle acque interne, marine e costiere degradate, migliorandole funzioni ecosistemiche; conservare e gestire almeno il 30% delle aree terrestri e marine; fermare l’estinzione indotta dall’uomo di specie minacciate; garantire l’uso e il commercio sostenibile di specie selvatiche, prevenendo il sovrasfruttamento; ridurre gli impatti delle specie invasive sulla biodiversità; ridurre del 50% nutrienti e pesticidi; gestire in modo sostenibile le aree agricole, la pesca e le foreste; aumentare significativamente l’area a la qualità degli spazi verdi e blu nelle aree urbane; incoraggiare le imprese a ridurre gli impatti negativi e aumentare quelli positivi sulla biodiversità; promuovere scelte di consumo sostenibile, riducendo del 50% lo spreco alimentare.

Come ricorda la Commissione Europea nella sua Strategia “la Biodiversità ha giustificazioni economiche ineludibili. Le specie e i servizi ecosistemici sono fattori di produzione indispensabili per l’industria e le imprese. Oltre la metà del PIL mondiale dipende dalla natura e dai servizi che fornisce; in particolare tre dei settori economici più importanti – edilizia, agricoltura, settore alimentare e delle bevande – ne sono fortemente dipendenti”. La biodiversità, inoltre, è fondamentale per salvaguardare la sicurezza alimentare dell’intero pianeta e il suo depauperamento rappresenta una minaccia per i sistemi alimentari, mettendo a rischio la nostra sicurezza alimentare e la nostra nutrizione.

Le principali cause della perdita di biodiversità (cambiamenti dell’uso del suolo e del mare, sfruttamento eccessivo delle risorse, cambiamenti climatici, inquinamento e specie esotiche invasive) stanno facendo scomparire rapidamente l’ambiente naturale. Negli ultimi 40 anni la fauna selvatica del pianeta si è ridotta del 60% a causa delle attività umane e quasi tre quarti della superficie terrestre ha subito alterazioni. Gli spazi verdi sono cancellati da colate di cemento, le riserve naturali scompaiono e il numero di pecie a rischio di estinzione non è mai stato così alto.

“La biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il benessere umano nonostante i profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale”. Ed è questa la visione al 2050 alla base della Strategia nazionale per la Biodiversità. Sulla base del Piano delle Nazioni Unite e della Strategia Ue, prevede alcuni obiettivi specifici come proteggere almeno il 30% della superficie terrestre e marina; recuperare habitat degradati; ridurre pesticidi e fertilizzando aumentando l’agricoltura biologica e proteggere gli impollinatori; incrementare le foreste piantando nuovi alberi; favorire il rinverdimento delle città e la biodiversità urbana; ripristinare gli ecosistemi marini e ridurre l’impatto della pesca e dell’inquinamento; neutralizzare il degrado del suolo e ridurne il consumo.

E siccome “senza soldi non si cantano messe”, per la realizzazione e il raggiungimento di questi obiettivi è previsto l’utilizzo di fondi europei e nazionali, come il Pnrr, il Programma per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe, il programma Life per l’ambiente e il clima, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. E ancora l’eliminazione graduale dei sussidi dannosi alla biodiversità e la promozione di meccanismi di pagamento per i servizi ambientali ed ecosistemici. Senza dimenticare di mobilitare risorse anche private a favore della biodiversità. Saranno favorite, inoltre, attività di ricerca sui temi della conservazione delle specie di flora e fauna a rischio di estinzione; saranno rafforzati i programmi di educazione ambientale nelle scuole e la sensibilizzazione dei cittadini.

Dalla Giornata per la biodiversità una riflessione sul futuro della Terra

Perché è così importante preservare la biodiversità? Perché la diversità biologica è un termometro che misura lo stato di salute della vita sulla Terra. Un ambiente più ricco e diversificato, infatti, garantisce vita e prosperità a tutti quelli che lo abitano, siano essi esseri umani, animali o vegetali. La riflessione di Saturno Illomei

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