Skip to main content
Le elezioni locali sono ormai non molto lontane ma non ci sono ancora i candidati a guidare le città, soprattutto le più importanti. I partiti più grandi non hanno finora scelto chi si candiderà a rappresentare i bisogni e gli interessi dei cittadini. Si litigano sui nomi che cambiano di giorno in giorno. I media si divertono a spifferarli, a lodarne alcuni e a massacrarne altri. Mentre i cittadini restano in attesa per ora ignari delle proposte sul futuro delle loro città. 
 
L’assenza di candidati è solo il sintomo di una patologia profonda che sta sconvolgendo la politica: l’incapacità di cercare soluzioni ai problemi dei cittadini, trascurate per scegliere prima i personaggi immagine giusti.  
 
I partiti non riescono più a ad elaborare proposte sul futuro delle città. Per supplire a questa incapacità sono alla disperata ricerca di nomi magici che possano incantare i cittadini, illudendoli. 
 
Nessuno dei movimenti politici più rappresentativi si sta presentando ai cittadini con un progetto per il futuro delle città italiane. Eppure ce ne è più che mai bisogno. 
  • La globalizzazione ha messo le città al centro spostando alla periferia gli stati nazione.
  • La crisi della globalizzazione e il nazionalismo di ritorno rischiano di modificare i nuovi assetti urbani.
  • Con la Pandemia le città hanno per il proprio valore, almeno quello simbolico, inclusa la capacità di attrarre.
  • La Pandemia ha riproposto, soprattutto in occidente, il ritorno della periferia, o meglio dei borghi in Italia.
  • Le città italiane non sono tra le prime 30 del Global Cities Index
Con il ritorno alla normalità le città dovranno ripartire da zero, non tanto economicamente, ma nella capacità di attrarre visitatori, investitori, imprese, creativi, e soprattutto giovani. 
  • Prima della crisi Milano per esempio, era tra le città più attrattive e dinamiche al mondo. Ha costruito una città metropolitana ben più ampia dei confini geografici, unendo in rete città come Bologna, Torino, Genova, Bergamo/Brescia, Verona, fino a Venezia; queste a loro volta polarizzano centri urbani minori (Modena, Parma, Reggio E.).
  • Prima della Pandemia Roma si trovava nel degrado morale e culturale più totale, con scarsa capacità economica e attrattiva.
Sarà Milano capace di riprendere la corsa? 
Potrà Roma risolversi? Lo diranno i fatti. 
Ma per produrre risultati servono proposte. Occorre prima di tutto un’idea di città, un progetto, un piano di sviluppo che indichi cosa si vuole fare della città, su cosa investire, chi invitare, chi escludereno. 
 
I candidati sono quindi la conseguenza di queste che dovrebbero essere proposte politiche. L’idea e la visione di una città sono un progetto politico. 
I futuri sindaci, assessori, e consiglieri non devono necessariamente essere gli architetti di questi progetti, ma devono esserne gli interpreti. 
 
Senza un progetto è difficile trovare un buon interprete. Così si ricorre al passato, come stanno facendo i partiti conservatori. O si ricorre alla tradizione di potere, come sta facendo il Partito Democratico.  La politica non è come il calcio. I candidati non si scelgono come si fa per il calcio mercato. Ma in politica come nel calcio contemporaneo, serve un progetto. Nel calcio è imprenditoriale, in politica si deve fondare su idee e principi. 
 
I partiti dovrebbero prima di tutto elaborare un progetto di città nel contesto regionale, italiano e europeo. 
  • Dovrebbero poi elaborare piani per ciascuna delle città prossime alle elezioni.
  • Su questi possono quindi individuare i candidati, preferibilmente frutto di scelte da parte dei cittadini di quel partito (primarie, online o fisiche che siano).
Se così non sarà, continueremo a tirare a campare. Il calcio mercato è un sogno piacevole che riguarda le nostre emozioni. L’esito delle elezioni invece, riguarda il nostro benessere e la nostra libertà. 
Gabriele Albertini

Comunali, cosa c'è dietro l'assenza di candidati

La ricerca del candidato sindaco è come il calcio mercato per noi tifosi. I partiti (padronali) non sanno elaborare idee o progetti; sono disperati alla ricerca di quel personaggio che possa catturare l’elettorato con l’illusione di risolverne bisogni e aspettative. Eppure, con il ritorno alla normalità, alle nostre città serve una visione per il futuro. Il commento di Pietro Paganini

Caro Giovannini, non perdiamo il treno Recovery. Firmato Geraci

Di Michele Geraci

Mettiamo al primo posto le infrastrutture. Il resto, dal green al digitale, verrà per inerzia. Nel Recovery ci sono 25 miliardi, sono pochi. Caro ministro Giovannini, questa volta una “manina” in più non farebbe male. L’analisi di Michele Geraci, professore alla University of Nottingham Ningbo China e già Sottosegretario al Mise

Se Boris Johnson mescola destra e sinistra. Il mosaico di Fusi

La Gran Bretagna dei nuovi confini e barriere commerciali spazza via l’asfittico dibattito su dove è meglio stare e se c’è ancora un posto politico dove militare. Una bella lezione

Zarif a Roma. Il ruolo dell’Italia nel Medioriente passa dal Jcpoa

Il capo della diplomazia iraniana, figura di spicco dei pragmatico-riformisti iraniani, passa da Roma durante un tour europeo. Incontri col ministro Di Maio in un momento in cui l’Italia può ambire a un ruolo dopo la ricomposizione del Jcpoa, spiega Perteghella (Ispi)

L'energy-diplomacy di Berlino? Dopo il nordafrica, rotta sui Balcani

Il gettone da 50 milioni per il Green Transport a Tirana rientra nella strategia di insieme tedesca, che si pone come alternativa allo strapotere cinese in quella macro area

Sosia a Mosca o spia a Londra? Il mistero del principe Michael

Cosa ci dice la storia del principe Micheal di Kent, parente stretto della regina Elisabetta, sorpreso a promettere a finti uomini d’affari un incontro con Putin, dei rapporti fra Buckingham Palace e il Cremlino. L’analisi di Igor Pellicciari (Università di Urbino/Luiss)

Clima, quell'assist di Kerry a Draghi. Scrive Clini

Dopo gli incontri di Shanghai con il governo cinese, l’inviato speciale Usa John Kerry sceglie l’Italia per la strategia americana sul Clima. La presidenza italiana del G20 è un’occasione che Draghi può e deve cogliere. L’analisi di Corrado Clini, già ministro dell’Ambiente

In Europa parte la battaglia del Fiscal Compact. L'analisi di Polillo

Che il problema del debito in Italia vada affrontato non v’è dubbio alcuno, anche se non va ulteriormente drammatizzato. Quello italiano è indubbiamente elevato, ma dal 2011 il suo ritmo di crescita è stato di gran lunga inferiore a quello dell’Eurozona. Se il debito degli altri Paesi è cresciuto con una velocità maggiore, una qualche ragione vi dovrà pur essere. Il commento di Gianfranco Polillo

Conte, Letta e il Movimento fermo. I consigli di De Masi

Di Domenico De Masi

C’è una via d’uscita dalla grande confusione progressista. Il Pd di Letta deve realizzare che senza Cinque Stelle la destra vince, sempre. Conte deve recuperare l’anima movimentista e ricucire con Casaleggio per salvare l’identità M5S. L’analisi del sociologo Domenico De Masi

Indagine sulla Seconda Repubblica. Il libro di Spiri, Bonini e Ornaghi

Di Andrea Spiri, Francesco Bonini e Lorenzo Ornaghi

La traiettoria della «seconda Repubblica» pare essersi conclusa. Ma poi, in fin dei conti, la «seconda Repubblica» è davvero esistita? Pubblichiamo un estratto del libro “La Seconda Repubblica. Origini e aporie dell’Italia bipolare” (Rubbettino) di Francesco Bonini, Lorenzo Ornaghi e Andrea Spiri

×

Iscriviti alla newsletter