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“Ecco come ci si deve salutare”, dice Mario Draghi mentre porge il gomito a Silvio Berlusconi. “Grazie di esser venuto”. Il rapporto tra i due è antico. Quando Berlusconi diventa presidente del Consiglio nel 1994, Draghi è direttore generale del Tesoro. Il primo sarà costretto a lasciare Palazzo Chigi dopo pochi mesi, mentre il secondo resterà a via XX Settembre fino al 2001. Ma sarà durante il Berlusconi II, nel dicembre 2005, che Draghi viene scelto come governatore di Bankitalia al posto di Antonio Fazio, dopo la tumultuosa estate dei “furbetti del quartierino”. E Silvio, per la terza volta premier, benedisse nel 2011 Draghi come guida della Bce.

Certo, sulla lettera dell’agosto 2011 che da Francoforte “commissaria” il governo italiano, fino a costringerlo alle dimissioni a novembre, c’è anche la firma di Draghi, insieme a quella di Trichet. Ma il presidente entrante non avrebbe potuto fare altrimenti: Merkel e Sarkozy avevano già deciso che l’Italia non era in grado di gestire la crisi dello spread senza l’intervento di un governo tecnico, tanto che a giugno e luglio (come rivelato dallo stesso Monti) erano già iniziate le consultazioni per sostituire l’esecutivo con uno che fosse pronto a fare le riforme chieste dall’Europa.

Berlusconi non porta rancore: non solo ha riallacciato ottimi rapporti con Angela Merkel, ma è stato uno dei principali sponsor della chiamata di Draghi per un governo di unità nazionale, favorita anche dall’attenta tessitura di Gianni Letta.

Berlusconi e Draghi, 27 anni di rapporti in un colpo di gomito. Il video

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