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Dopo aver inaugurato il primo Centro di trasparenza e responsabilità negli Stati Uniti a luglio 2020, TikTok annuncia l’apertura di un analogo Centro in Europa.

LA SEDE

Il Centro annunciato dall’azienda di proprietà della cinese ByteDance avrà sede in Irlanda e la società prevede possa essere completamente operativo entro il 2022. Inizialmente la struttura opererà in modalità virtuale a causa delle restrizioni per il Covid-19. Una volta operativo, “il Centro potrà essere visitato dagli esperti del settore, che avranno l’opportunità di vedere di persona le modalità in cui viene gestito l’importante compito di assicurare la sicurezza, la protezione dei dati e la privacy della community di TikTok”, spiega la società.

OBIETTIVO: FIDUCIA

“Sono oltre 100 milioni gli utenti europei attivi ogni mese su TikTok e il compito dei nostri team è quello di continuare a meritarci la loro fiducia, quella delle istituzioni e dell’opinione pubblica in generale”, ha spiegato Cormac Keenan, Head of Trust and Safety di TikTok. “Grazie alla possibilità di vedere direttamente come operiamo, gli esperti avranno anche la possibilità di approfondire i nostri sistemi di moderazione, processi e policy”.

IL COMMENTO DI RASSER (CNAS)

Il Centro “ricorda gli sforzi di Huawei per rispondere alle preoccupazione legate alla sicurezza nel Regno Unito”, spiega a Formiche.net Martijn Rasser, senior fellow del Technology and National Security Program al think tank statunitense Center for a New American Security. L’esperto fa riferimento al Cyber Security Evaluation Centre che il colosso cinese leader nel 5G ha istituto nel 2010 (che però non gli ha permesso di evitare il bando dal 5G ordinato a luglio dal primo ministro Boris Johnson). “Rimando il giudizio a quando saranno resi noti i dettagli, ma sono scettico sul fatto che questo dissiperà le preoccupazioni della politica e degli esperti di sicurezza”, aggiunge Rasser.

LE ULTIME VICISSITUDINI

Utenti e istituzioni sono il target dichiarato da TikTok con un’operazione che sembra rispondere ai recenti sviluppi. La scorsa settimana, l’azienda è stata portata in tribunale da Anne Longfield, ex commissaria per i minori d’Inghilterra, per le modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei bambini. Senza dimenticare che negli Stati Uniti, dopo le accuse dirette della precedente amministrazione di Donald Trump, diversi membri del Congresso hanno accusato TikTok di condividere i dati degli utenti con il governo cinese per via delle leggi di Pechino (le stesse che, secondo diverse intelligence occidentali, sarebbero alla base dei rischi legati al 5G di Huawei e Zte). Addebiti che l’azienda ha sempre respinto sottolineando che i dati sono conservati negli Stati Uniti e la Cina non ha giurisdizione. Spiegazioni che però sembrano insufficienti per gli “accusatori”.

E ANCHE IN ITALIA…

A febbraio, invece il Beuc, l’Organizzazione europea dei consumatori, ha sporto un reclamo alla Commissione europea e alla Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori contro TikTok, accusato di non tutelare adeguatamente gli utenti da contenuti inappropriati, pubblicità occulta e di violarne numerosi diritti. Insieme al Beuc, le organizzazioni di consumatori di 15 Paesi del network, fra cui Altroconsumo in Italia, si sono rivolte alle autorità – in Italia, il Garante privacy e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato – chiedendo di indagare sulla condotta del social. E non è la prima volta che l’azienda finisce sotto la lente d’ingrandimento nel nostro Paese, su cui, nonostante le preoccupazioni del Garante e quelle del Copasir molto ha scommesso, scegliendo Milano come sede per le sue operazioni nel Sud Europa.

IL CENTRO A ROMA

A fine marzo Huawei ha inaugurato il suo Cyber Security Transparency Centre a Roma. Evento a cui, come rivelato da Formiche.net, ha dato forfait all’ultimo minuto Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali. Quell’assente è coerente l’impostazione del governo di Mario Draghi, che nelle ultime settimane ha scelto una linea più dura del predecessore a Palazzo Chigi ricorrendo, per esempio, ai poteri speciali per imporre “prescrizioni” all’acquisto di tecnologia 5G cinese. Sulla trasparenza si gioca in Italia un braccio di ferro tutto cinese: recentemente, infatti, Zte – azienda negli Stati Uniti rappresenta un grattacapo per l’amministrazione di Joe Biden, come raccontato su queste pagineha rivendicato di essere stata la prima azienda ad aprire (due anni fa) un Cybersecurity Lab. In vista ci sono gli oltre 40 miliardi del Recovery fund destinati alla digitalizzazione

tiktok

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