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“Renzi ha rotto”. Una sentenza definitiva campeggia in prima pagina sul Fatto Quotidiano. Il giornale diretto da Marco Travaglio tira già le fila della crisi in corso d’opera. Un anno e mezzo dopo dall’ultimo cambio della guardia a Palazzo Chigi, è un altro Matteo a staccare la spina.

Eppure la crisi è ancora lì, sospesa fra un tweet, una comparsata tv e l’ennesima velina dell’uno o l’altro partito di maggioranza ai mass media. Chissà che mal di testa deve venire alla partita Iva, al ristoratore o al cassa-integrato a prendere in mano una rassegna stampa (ammesso che ancora qualcuno lo faccia) dominata da retroscena, spifferi e interviste su una crisi di governo che ormai si protrae da un mese, nel pieno di una pandemia che non accenna a fermarsi, con la conta quotidiana dei morti tanto scioccante quanto, ormai, routinaria.

Domande retoriche di cui nessuno sembra interessarsi, tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione. Tra accuse e veleni reciproci, tatticismi e caminetti, la politica italiana è intrappolata in un gioco delle parti che certo non è nuovo, ma assume toni surreali nel guado della più grave crisi economica che il Paese ricordi, con 209 miliardi Ue in attesa di un documento che spieghi come e dove spenderli.

Come spiegare tutto questo al Paese reale? Come ci si può definire un argine al populismo, offrendo all’antipolitica tutti i pretesti e i cliché necessari per riprendere forze e slancio? Se lo chiede sul Corriere della Sera uno dei più accorti notisti politici italiani, Massimo Franco. Che, come suo solito, non si sottrae all’arduo tentativo di dare una chiave di lettura allo stallo politico.

Ma non può neanche fare a meno di chiudere la sua nota con un’amara chiosa. “Sottolineare che l’opinione pubblica assiste stupita e sconcertata a questi giochi di potere in piena pandemia sarebbe pleonastico. E quanto accade produce un riflesso europeo che candida l’Italia a partner imprevedibile, se non peggio”.

Certo, scrive Franco, se si è arrivati fin qui, è grazie a un gioco corale di irresponsabilità e rimandi che vede tutti, nessuno escluso, sul banco degli imputati. “Tra sottovalutazioni, ritardi e spregiudicate incursioni corsare, si sta delineando una situazione di non ritorno che sarà difficile spiegare a un Paese preoccupato e spaventato”.

Il tempo è quasi scaduto, e così la pazienza degli italiani di fronte a un giallo di reciproche accuse che inizia a trascendere in farsa. Prima di scoprire il finale, se ha rotto Renzi oppure Conte, saranno loro a rompersi.

Renzi ha rotto. Conte ha rotto. Ci siamo rotti tutti!

In un gioco delle parti surreale, la crisi di governo si trascina fra reciproche accuse, retroscena e spifferi, con una pandemia che stringe la sua morsa e un Paese in balia della crisi economica. Come si potrà spiegare tutto questo agli italiani?

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