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Sono stato invitato dal Parlamento Europeo per una riunione informale con i rappresentanti delle religioni nel quadro dei principi dell’articolo 17 presieduto dalla vice presidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna. Oggetto della riunione è stato raccogliere i commenti delle autorità religiose dell’ebraismo, cristianesimo ortodosso, cattolico e protestante, islam, buddhismo e altre organizzazioni religiose in Europa sul programma di lavoro della Commissione Europea per il 2025.

Le parole magiche del documento sono una Unione Europea “più forte, più semplice, più veloce”. “Un mercato unico più forte richiede anche una giusta ed efficace mobilità lavorativa tra gli Stati membri dell’Unione Europea”. “Noi vogliamo rendere più semplice le operazioni business-to business e anche gli scambi business-to-government”.

“L’Europa deve investire di più, deve investire meglio, deve investire insieme e deve investire Europeo”. “Dobbiamo dare un potere all’Europa affinché possa meglio anticipare, prevenire e prepararsi per le crisi”. “Dobbiamo sostenere lo sviluppo di contromisure mediche contro le minacce alla salute pubblica”. “Verrà prodotto un nuovo piano di azione per la messa in pratica del pilastro dell’Unione Europea sui Diritti Sociali”. “Lavoreremo per garantire posti di lavoro di qualità in condizioni decenti e degne, con indici superiori di salute e sicurezza e scambi collettivi”.

Il documento si concentra prevalentemente sull’analisi del quadro economico e sulle opportunità per rendere più competitivo lo sviluppo delle imprese e degli investimenti con una particolare attenzione all’agricoltura, alla sicurezza alimentare, all’acqua e all’ambiente (global climate and energy vision).

Verso la fine del documento si accenna anche ai valori, ai diritti fondamentali e alla minaccia e alle manipolazioni dell’estremismo. Due paragrafi sono dedicati alla politica estera con riferimenti al Medio Oriente, al Mediterraneo e alla cooperazione che metta al centro un nuovo umanesimo, interessi e valori condivisi. In due parti diverse del documento si menziona la assoluta volontà di porre fine alle importazioni energetiche dalla Russia e la assoluta priorità di solidarizzare con il governo dell’Ucraina finché venga liberata dalla guerra di aggressione della Russia.

Chiedere a guide spirituali, a teologi, a rappresentanti di varie comunità di fede in Europa di leggere e commentare questo programma per l’Unione Europea nel 2025 è stato un interessante confronto operativo con l’amministrazione e l’aggiornamento della democrazia. Come presidente di Eulema, il Consiglio Europeo dei saggi musulmani, ho condiviso tra i nostri membri da oltre 20 Stati europei il documento raccogliendo consensi per la prospettiva e per i contenuti soprattutto dove si fa riferimento a valori che mettano al centro la salute, il lavoro dei coltivatori e delle piccole e medie imprese, l’ambiente, lo scambio commerciale, la cooperazione internazionale e un modello sociale. Dunque, tutto bene? I mufti, gli imam, i dirigenti della comunità e delle moschee e delle organizzazioni musulmane d’Europa sono completamente allineati con le intenzioni del programma dell’Ue? Che bravi cittadini d’Europa.

Da credente musulmano e cittadino europeo ispirato da una intenzione costruttiva ritengo di dare voce ad alcuni punti critici necessari.

L’esasperazione sulla competitività economica, finanziaria e commerciale rischia di diventare una bolla artificiale se non viene prima accompagnata da una educazione e da una cultura consapevole delle radici dell’Occidente e del valore della cittadinanza europea come appartenenza ad un processo storico, filosofico e spirituale che permette ad ogni uomo e donna di essere anche un imprenditore, un dirigente, un professionista, un dipendente, un operaio, un coltivatore, un pensionato ma, soprattutto, un’anima e una mente di una persona che sappia coltivare il senso più profondo della vita e dei sentimenti e non solo un pezzo del sistema di consumi e circolazione di capitali.

Si tratta forse di riscoprire il significato di empatia, dall’etimologia greca di “sentire dentro”, che può essere un buon antidoto al veleno del narcisismo egocentrico che si trasforma in suprematismo ideologico. La vera competitività deve essere un investimento sull’apertura e l’onestà e l’approfondimento intellettuale, una prospettiva del cuore che fa circolare in modo sano tutte le funzioni del corpo e del servizio dell’uomo e della donna nella crescita intelligente della civiltà europea.

La seconda osservazione riguarda questa politica sulla difesa che rischia di diventare una psicosi ossessiva verso la militarizzazione della società e la corsa agli armamenti con un altro controsenso economico se la difesa europea per essere tale debba indebitarsi nei confronti di aziende produttrici di altri continenti non europei. Il controsenso aumenta se, Usa e Russia sembrano interpretare una nuova alleanza ridimensionando il peso della storica partnership transatlantica e lasciando all’Europa l’onere morale di solidarizzare con il governatore dell’Ucraina sulle armi ma non sulla dignità della giurisdizione del popolo e della sua terra. Possibile che l’UE non abbia una voce di solidarietà e protezione delle risorse naturali del territorio dell’Ucraina prevenendo la svendita dei minerali in cambio di armamenti contro l’odiato nemico? Ma davvero la politica di boicottaggio per la fine degli approvvigionamenti energetici dell’Ue dalla Russia a beneficio della dipendenza dagli Usa è la mossa strategica più lungimirante? Per quale obiettivo, la liberazione dell’Ucraina, l’indebolimento dell’economia della Russia, l’affinità nei confronti degli Usa o un ruolo chiave dell’Uenella scena internazionale? Quali di questi quattro obiettivi è stato mai realizzato e quali altri obiettivi invece potranno mai essere raggiunti in futuro, soprattutto se Russia e Usa studiano le convenienze commerciali reciproche di un accordo su Ucraina, Turchia, Siria, Libano, Israele, Iran, Yemen con la forza dei loro droni?

Il governo italiano ha avuto l’intuizione di riaggiornare e presentare un nuovo Piano Mattei per l’Africa, possibile che la filosofia politica dell’Ue non riesca a concepire un piano strategico per l’Europa e il Medio Oriente con gli Stati del Mediterraneo e del GCC per un nuovo umanesimo che possa continuare a vivere in Libano, in Palestina, in Yemen e in Sudan, non in una riviera turistica e senza concedere al terrorismo alcun compromesso, ma proteggendo ogni popolo e ogni terra da lottizzazioni coloniali o da esodi e controesodi forzati e ricatti di bombardamenti militari? E questa visione politica non può che accompagnarsi in Europa da una lotta all’analfabetismo religioso che è terreno fertile per la crescita di odio contro ebrei, cristiani e musulmani europei. Questa è la difesa che l’Ue deve adottare e dove deve “investire Europeo”! La vera prosperità dell’Occidente e dell’Oriente è nel ricordo e nel rinnovamento delle rispettive radici culturali senza formalismi e senza associazioni nazionalistiche o strumentalizzazioni confessionali, è una apertura all’universale, senza radicalismi e senza sradicamenti.

Islam e democrazia, ecco la difesa che l’Ue deve adottare. Scrive l'imam Pallavicini

La vera prosperità dell’Occidente e dell’Oriente è nel ricordo e nel rinnovamento delle rispettive radici culturali senza formalismi e senza associazioni nazionalistiche o strumentalizzazioni confessionali, è una apertura all’universale, senza radicalismi e senza sradicamenti. Il commento dell’imam Yahya Pallavicini, presidente Eulema, European muslim leaders council, invitato dal Parlamento Europeo per una riunione informale con i rappresentanti delle religioni nel quadro dei principi dell’articolo 17 presieduto dalla vice presidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna

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