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La campagna elettorale è (momentaneamente) finita, è tempo che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alzi la cornetta del telefono per chiamare l’ex vicepremier e ora leader dell’opposizione, Matteo Salvini. Ma perché? Per una ragione tanto semplice quanto opportuna, spiega Antonio Padellaro questa mattina sul Fatto Quotidiano: “Mettere alla prova le reali intenzioni di dialogo della controparte” o “dimostrarne il bluff”.

E se il “suggerimento” arriva dal quotidiano diretto da Marco Travaglio, che nelle scorse settimane ha sposato a pieno titolo la campagna referendaria sul taglio dei parlamentari, il sapore è quello di una linea strategica suggerita per aprire quella “stagione di riforme” (da quella elettorale al Recovery Plan) che non può fare a meno delle opposizioni.

“Meno di un mese fa”, ricorda Padellaro, Conte intervistato sui rapporti con la destra “aveva detto che il leader della Lega non rispondeva al telefono”, mentre nello speciale elezioni del Tg1 Salvini aveva risposto “a una domanda che nessuno gli aveva fatto” aprendo, di fatto, al dialogo: “Conte sappia che il mio cellulare è sempre acceso”.

Un’apertura di linea che Conte non può non tenere in considerazione, visto il futuro che aspetta l’Italia: il Covid che ancora circola, una crisi economica alle porte in procinto di entrare e la necessità di affrontare le sfide future con decisione e con la conferma da parte dei cittadini, che alle elezioni regionali hanno premiato la stabilità.

E se per Conte il doppio vantaggio è quello di guadagnare un interlocutore politico (o di metterlo spalle al muro), per Salvini l’occasione sarebbe quella di provare a ritagliarsi il ruolo di leader di un centrodestra in cui, al momento, gli spazi si stringono.

È tempo che Conte chiami Salvini. Il suggerimento di Padellaro

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