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Il comunista e il banchiere. “Lasciate stare Mario Draghi. Lui è una persona seria. E un amico”. Chi avrebbe detto che anche Emanuele Macaluso tifasse per super Mario? “Non tifo nessuno. Dico solo che ho una grande stima di lui. Il governo, la discesa in politica, sono tutte illazioni. Così come un governo di unità nazionale, magari con Silvio Berlusconi. Tutte balle”. Ci risponde così, sulla difensiva, uno degli ultimi, veri comunisti italiani, unico erede della segreteria del Pci di Palmiro Togliatti, direttore storico dell’Unità e del Riformista.

C’è pure Macaluso nella schiera di chi, nel marasma del governo Conte-bis, guarda con ammirazione all’ex presidente della Bce e tira un sospiro. “Ma non lo vedrei a Palazzo Chigi, non so perché ne parlino ogni tre per due – sbuffa al telefono – è un uomo riservato, non ha ambizioni di questo tipo. Sono tutte chiacchiere”.

Eppure c’è qualcosa più di un chiacchiericcio, ribattiamo. Né sarà un caso se ogni volta che l’ombra del banchiere si staglia su Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne appare turbato. “Sa dove lo vedrei? Non lì”, risponde.

E dove allora? “Al Quirinale, se fosse lui il prossimo capo dello Stato mi farebbe piacere. Vedremo chi saranno gli altri candidati”. Macaluso è un fiume in piena. “È una persona di grande valore, fedele alla Repubblica, alla Costituzione. Un uomo colto, non va dimenticato. E poi ha anche un’autorità internazionale che non vedo in altri. Proprio in nessuno”.

Per Macaluso Draghi rappresenta le colonne d’Ercole della politica italiana. Dopo lui, nessuno. Le pagelle di chi è in campo oggi, infatti, sono impietose. “Il governo regge perché non ha alternative immediate, tutto qui, sopravvive”.

E Matteo Renzi, l’ex premier impegnato in un duro faccia a faccia con Conte a piazza Colonna? “Renzi non è più credibile, gioca sempre, ma i suoi ormai sono giochi modesti, e pure inconcludenti – sentenzia Macaluso – è fuori, finito. Ha il 3%, non conta più nulla, si agita tanto ma non incide da nessuna parte”.

Che dire allora del Pd di Nicola Zingaretti? “Il Pd, per ora, fa il suo”. Cioè? “Mantiene un rapporto positivo con il governo, propone qualche soluzione ai problemi. Certo, non è proprio sfolgorante. Ma in fondo è l’unica forza che si muove, ha vita. Le altre non esistono”.

Draghi? Al Quirinale. Parla Macaluso

“È un amico, una persona seria. Su di lui tutte illazioni”. Emanuele Macaluso, storico volto del Pci e direttore dell’Unità, vedrebbe bene Mario Draghi al Quirinale, “nessuno come lui è riconosciuto all’estero”. Il governo? Regge, non ha alternative. Quella di Renzi è tutta scena

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