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Missione compiuta per SpaceX. Dopo 24 ore di ritardo a causa del maltempo, nella notte italiana, il razzo Falcon 9 è partito dalla base di Cape Canaveral. Tra poche ore, la capsula Crew Dragon si aggancerà alla Stazione spaziale internazionale. È la prima missione operativa di lunga durata per la navicella di SpaceX, con a bordo ben quattro astronauti, il maggior numero di viaggiatori mai partiti per su uno stesso veicolo oltre l’atmosfera.

IL LANCIO

La prima missione operativa del programma Commercial Crew della Nasa è partita dal Launch Complex 39A del Kennedy Space Center, lo stesso usato dal mitico Space Shuttle e dal vettore che, lo scorso 30 maggio, permise agli Stati Uniti di riconquistare autonomia di accesso allo Spazio dalla navicella russa Soyuz. Allora si trattava della “Demo-2 mission” per certificare la navicella di SpaceX a missioni di lunga durata. Ottenuta la certificazione dalla Nasa, è stata così la volta della missione “Crew 1”. A bordo quattro astronauti: il comandate Michael Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker, tutti e tre della Nasa, e lo specialista di missione Soichi Noguchi dell’agenzia spaziale giapponese, la Jaxa.

LA MISSIONE

Come ormai abitudine, a nove minuti dal lancio il primo stadio del Falcon 9 si è staccato per dirigersi, in controllo, verso una piattaforma-drone in mezzo all’Atlantico, così da essere riutilizzato in futuro. In circa nove ore la navicella arriva alla Iss, dove già si trova l’equipaggio della Expedition 64: l’americana Kathleen Rubins e i cosmonauti Sergej Ryžikov e Sergej Kud’-Sverčkov. La capsula si chiama “Resilience” (“Endeavour” quella di maggio per la Demo-2) e resterà agganciata alla Stazione orbitante per sei mesi.

IL DEBUTTO

Il successo fa entrare a regime il programma Commercial Crew, con altri due voli previsti nel 2021. La precedente missione, partita il 30 maggio, si è conclusa lo scorso 3 agosto con l’ammaraggio nel Golfo del Messico, dopo 62 giorni a bordo della Iss per Douglas Hurley e Robert Behnken. Oltre i tecnicismi, già quell’evento ebbe portata storica: a nove anni dalla dismissione dello Space Shuttle, gli Stati Uniti hanno dimostrato di aver definitivamente riconquistato la capacità di portare in orbita i propri astronauti.

IL PROGRAMMA

Già prima della dismissione dello Shuttle, la Nasa lanciò nel 2010 il programma Commercial Crew, al secondo anno della presidenza Obama. Quattro anni dopo arrivarono i primi contratti con SpaceX e Boeing (che lavora sulla Cst-100 Starliner), con la previsione di realizzare i primi lanci con equipaggio entro la fine del 2017. I ritardi sono stati numerosi e continui, fino allo scorso 30 maggio, quando la Crew Dragon è partita verso la Iss, permettendo agli Usa di riconquistare l’autonomia persa il 21 luglio del 2011, con il ritorno della missione STS-135, l’ultima dell’iconico veicolo americano.

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