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Un anno da dimenticare, questo 2020. Ma dal 2021 le cose cambieranno per l’Italia. Ci sarà una ripresa solida, in grado di compensare, per quanto possibile, la caduta dell’anno in corso. Questo pomeriggio il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è stato intervistato da Bloomberg, per fare il punto della situazione sull’economia italiana. Proprio ieri il responsabile di Via XX Settembre ha dovuto incassare dalla Commissione europea un dato che parla chiaro: -11,2% di Pil nel 2020, il peggior crollo tra tutti i Paesi membri. Ma per il ministro è tempo di guardare avanti e magari pensare un po’ positivo.

MISSIONE OTTIMISMO

“Sappiamo che l’economia sarà colpita molto forte quest’anno. Speriamo che l’evoluzione dell’economia sia positiva e si aiuterà”, ha premesso Gualtieri. “Ci aspettiamo una forte ripresa e le nostre misure aiuteranno a supportare la transizione verso un’economia più innovativa e resiliente. L’Italia ha molte carte da giocare”. L’ex europarlamentare non ha dato per certe le stime di Bruxelles sulla nostra economia. Quest’anno si potrebbero anche limare le perdite, e attutire in qualche modo il colpo.  “La nostra stima”, ha spiegato Gualtieri, “è di un -8%, ci sono state previsioni più negative dall’Ocse e dalla Commissione europea, sappiamo che potremmo rivedere le nostre stime, c’è un rischio che vengano riviste”. D’altronde “i dati e gli indicatori ci dicono che è possibile una revisione al ribasso, ma non sarà così grande come le altre stime sembrano indicare, ci aspettiamo di essere vicini alla nostra stima”.

TRA RECOVERY E MES

Ovviamente ogni speranza di ripresa per il Paese in questo momento, non può prescindere dal sostegno dell’Europa. Gualtieri lo sa ed è pronto a lottare affinché nulla vada storto al prossimo Consiglio europeo. E Gualtieri è stato perentorio. “Ci opporremo a qualsiasi tentativo di diluire la proposta della Commissione europea, puntiamo a un’approvazione sulla proposta come è ora. E sono fiducioso che concluderemo il negoziato sul Recovery plan entro luglio”. L’altra questione, non certo meno centrale. almeno da un punto di vista politico ancor prima che finanziario è il Mes.

Anche qui il titolare del Tesoro sembra aver le idee chiare, incalzato dalle domande dei cronisti di Bloomberg. L’Italia analizzerà il Mes “e se necessario ne farà uso così come altri strumenti. L’esistenza del Mes in generale è utile. Prenderemo la nostra decisione quando sarà necessario”. Insomma, l’Italia deciderà “in proprio” se usare il Mes. “Abbiamo contribuito a negoziare questa nuova linea di credito legata alla pandemia: è uno strumento che è una rete di sicurezza e questo è estremamente utile. Può usarlo ogni Paese, senza condizioni”.

STATO NELLE IMPRESE, MA NON TROPPO

Non poteva mancare un pensiero al ruolo dello Stato nell’economia, in particolare nelle aziende. La presenza dello Stato italiano nelle aziende “solo quando necessario, quando serve, e in maniera temporanea. Pensiamo che adesso serva un grande patto tra lo Stato e il mercato per identificare obiettivi comuni, ma questo è differente da un controllo statale”. Gualtieri ha comunque precisato che, guardando a “elementi fattuali certe società controllate dallo Stato italiano sono fra le più efficienti sul mercato ma usare soldi pubblici per mantenere in vita aziende non performanti  è l’ultima cosa che vogliamo fare, perché abbiamo uno spazio fiscale limitato e non vogliamo sprecare risorse su settori inefficienti”.

Il Recovery Fund non si tocca. Il monito di Gualtieri

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