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Era visibilmente irritata ieri pomeriggio la cancelliera tedesca Angela Merkel quando in conferenza stampa ha dichiarato che ci sono “prove oltre ogni dubbio” che l’oppositore russo Alexei Navalny sia stato “vittima di un crimine”. È stato avvelenato con il Novichok, hanno confermato le analisi tossicologiche dell’esercito tedesco: l’agente nervino preferito dai servizi segreti russi, già utilizzato, come ha spiegato il governo britannico, nel tentato omicidio dell’ex spia Sergei Skripal e della figlia Yulia, commesso nel Regno Unito due anni e mezzo fa.

Intervistato da Formiche.net, Edward Lucas, vicepresidente del Cepa (Center for european policy analysis), firma del Times e a lungo giornalista all’Economist, ieri commentava così la vicenda e la dura reazione della cancelliera Merkel: “Qualsiasi cosa dica Merkel sulla Russia non è credibile finché esisterà il Nord Stream 2. Quel gasdotto russo rende futile ogni confronto con Mosca. Lei sostiene sia un progetto commerciale, ma nessuno le crede”.

Soltanto lunedì il quotidiano tedesco Handelsblatt raccontava, commentato le dichiarazioni di Merkel durante la visita al suo collegio elettorale in Meclemburgo-Pomerania, che il governo Merkel aveva rimosso ogni dubbio per completare il gasdotto in realizzazione tra Russia e Germania attraverso il Mar Baltico. “Riteniamo illegali queste sanzioni extraterritoriali, ossia quelle che vanno oltre il territorio degli Stati Uniti”, aveva dichiarato la cancelliera respingendo le pressioni di Washington a cui si somma la contrarietà dei Paesi di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria–V4), degli Stati baltici e dell’Ucraina, che verrebbero aggirati dal gasdotto.

Ora, però, dopo il caso Navalny, si sta alzando la pressione sul governo Merkel affinché il prezzo per il tentato avvelenamento dell’oppositore di Vladimir Putin sia il Nord Stream 2. Il più diffuso quotidiano del Paese, la Bild, e il partito di opposizione più alto nei sondaggi, i Verdi, assieme con pezzi importanti del partito della cancelliera, la Cdu (tra questi Norbert Röttgen, candidato alla presidenza del partito oltre che influente presidente della commissione Esteri del Bundestag), stanno chiedendo al governo di fermare il progetto.

Su Twitter Thorsten Benner, cofondatore e direttore del Global Public Policy Institute, ha notato come questo pressing a tre non sia affatto una novità. “Non è una richiesta nuova da nessuno di questi — Bild, la maggior parte dei Verdi e Röttgen sono stati forti e coerenti contro Nord Stream 2. La questione è se Merkel e altri membri del governo di coalizione cambieranno idea ora sul Nord Stream 2. Sono scettico”, ha concluso Benner.

Anche su questo fronte caldo si vedrà quanto è forte la voglia della Germania di tornare potenza. Le richieste di Merkel a Nato e Unione europea di agire assieme sul caso Navalny dopo confrontarsi anche con le preoccupazioni atlantiche sul gasdotto. L’ex segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha avvertito su Twitter che “è giunto il momento per la Germania di interrompere la costruzione del Nord Stream 2, prima che sia troppo tardi”. E l’influente senatore statunitense Ted Cruz ha rilanciato, sempre su Twitter: “Putin sta usando il suo gasdotto Nord Stream 2 per dividere l’Europa mentre parliamo e lo utilizzerà minando la sicurezza energetica europea per decenni. È più importante che mai che la Nato e l’Europa si uniscano contro questa e altre minacce politiche del Cremlino”.

(Foto: Kremlin.ru)

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