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Il governo è arrivato un quarto d’ora dopo sulle riaperture e anche in modo piuttosto disordinato. Ora molte imprese rischiano di pagare il conto, dice a Formiche.net Matteo Caroli, professore ordinario di economia e gestione delle imprese internazionali alla facoltà di Economia dell’Università Luiss, nel giorno in cui Confindustria alza il conto della crisi più difficile per le imprese italiane: se l’emergenza coronavirus non finirà entro poche settimane, a fine 2020 il fabbisogno di liquidità per le aziende italiane potrebbe arrivare e 138 miliardi.

GOVERNO IN RITARDO SULLE RIAPERTURE

“La cosa più giusta”, spiega Caroli, “sarebbe stata quella di individuare procedure adeguate per riaprire in sicurezza: chi poteva garantire questi standard di sicurezza doveva farlo subito, chi non poteva allora doveva aspettare. Oggi è altrettanto importante garantire la produttività ma anche la sicurezza. Credo che si stia penalizzando il sistema delle imprese in maniera seria e poi non dimentichiamoci che ci sono regioni che sono messe molto meglio delle altre, forse un trattamento ad hoc per ogni regione sarebbe stato meglio”.

IL PROBLEMA DELLA LIQUIDITÀ

Oltre alla tempistica, c’è l’altro fattore, quello della liquidità alle imprese. Il governo ha allestito una rete di prestiti garantiti dallo Stato e anche l’Europa si sta preparando a fare altrettando, a mezzo Recovery Fund. “Abbiamo sentito allarmi di imprese che non riapriranno più, mi auguro di no ma a maggior ragione occorrerebbero, e velocemente, misure finanziarie e soprattutto strutturali, per garantire una riapertura delle aziende il prima possibile. Oggi Confindustria ha fornito un dato alto, che deve far riflettere, ma certamente, considerata la serietà del centro studi di Confindustria, lo considero affidabile, seppur molto elevato”.

Secondo Caroli tuttavia, il grosso del nostro sistema industriale sopravvivrà a questa drammatica crisi. “Credo che soprattutto le grandi imprese, che sono più strutturate e meglio organizzate, anche con lo smart working, ce la faranno, anche se magari i budget non verranno fatti. Il tema vero però sono le piccole imprese, che per la maggior parte esportano. Gli altri Paesi stanno ripartendo, mentre noi rimaniamo fermi ed è per questo che dobbiamo riaprire il prima possibile, facendolo con interventi mirati a garantire liquidità e sicurezza. Altrimenti perdiamo mercato, inutilmente. Un conto, come ho detto all’inizio, è garantire la sicurezza, un conto tenere un Paese fermo in maniera indiscriminata”.

DIFENDERE LE IMPRESE STRATEGICHE 

Un tema di questi giorni è anche il rafforzamento del golden power, i poteri speciali con cui difendere le aziende strategiche. Confindustria, questa mattina, si è detta favorevole a un rafforzamento delle norme, ma rigorosamente pro-tempore. Caroli è laconico. “Io credo che le nostre imprese strategiche vadano protette, anche per impedire che speculazioni sui mercati finanziari possano danneggiarle”.

Perché sulle riaperture il governo ha sbagliato. Parla Caroli (Luiss)

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