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Altro che semplificare. Qui si vogliono bloccare del tutto le attività estrattive e di trivellazione per dare un colpo mortale all’industria energetica nella delicata fase di transizione che attende il Paese. Se l’emendamento dovesse passare provocherebbe 20mila esuberi nelle realtà di Ravenna, della Val D’Agri e di Gela. Il governo ne tenga conto e si comporti di conseguenza col buon senso necessario. Così giudichiamo l’emendamento al decreto semplificazioni che chiede di introdurre un articolo per semplificare e accellerare il Piano per la transizione energetica delle aree idonee.

Nella realtà, invece, si restringerebbe ancora di più il perimetro delle aree in cui sarà consentito esplorare e trivellare, escludendo per esempio quelle a limitata potenzialità Le “aree residue” non saranno automaticamente disponibili, nemmeno se già beneficiano di permessi ambientali e concessioni, Il Pitesai, si legge nel testo, “indica la presenza di ulteriori eventuali vincoli di carattere ambientale e territoriale sopraggiunti”.

Chi vorrà rivendicare i diritti su aree già autorizzate con tanto di concessione, dovrà presentare un’istanza al Ministero dell’Ambiente per poter proseguire le attività fino all’esaurimento del giacimento. Al momento le operazioni sono ferme fino a febbraio 2021 perché la moratoria, conosciuta come blocca-trivelle, è stata allungata da 18 a 24 mesi, (la richiesta iniziale era di 30) anche in quel caso con un emendamento, presentato dai 5 Stelle e approvato a febbraio scorso nel decreto Milleproroghe.

Il prolungamento aveva reso chiaro che sarebbe slittato anche il provvedimento più atteso dagli operatori oil&gas, ovvero il Pitesai: previsto tra giugno-luglio 2020, di fatto è ancora fermo al Mise. Bisogna aver chiaro che crediamo al valore della decarbonizzazione dell’industria nazionale, ma per arrivarci occorre basare la fase di transizione sull’uso di gas. Fare proclami ideologici e far mancare i necessari approvvigionamenti energetici alla produzione industriale significa mettere fuori gioco la possibile ripresa economica italiana in un quadro internazionale di difficoltà e di aspra concorrenza.

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