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Gli effetti della quarantena da coronavirus, com’era prevedibile, si fanno sentire anche sui consumi energetici e sulle emissioni di CO2: nei mesi di marzo e aprile di quest’anno la riduzione viene stimata intorno al 35%, ossia 20 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto all’anno precedente. Ma attenzione: il calo delle emissioni non è strutturale e “a fine pandemia c’è il rischio che si inneschi una crescita senza precedenti che allontanerà l’Italia sempre più dai target dell’Accordo di Parigi”. Lo rivela il dossier “Gli effetti del lockdown sulle emissioni di CO2 in Italia, una prima analisi congiunturale”, realizzato da Italy for Climate, l’alleanza per il clima fra le imprese italiane della green economy, lanciata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per supportare la transizione verso un’economia carbon neutral.

“Per riuscire a essere in linea con gli impegni presi a Parigi – ha detto il presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi – si dovranno mettere in campo politiche e misure tali da garantire livelli di emissione di CO2 paragonabili a quelle di queste ultime settimane, in un Paese che cresce, con un sistema produttivo pienamente operativo ed elevati livelli di occupazione. Uno sforzo necessario per evitare un’altra grande crisi, quella climatica, anche perché la storia ci insegna che dopo una crisi economica e un calo significativo delle emissioni queste potrebbero tornare a crescere anche più di prima”.

Il dossier stima anche che questa riduzione delle emissioni di CO2 dovuta alle misure restrittive adottate nel nostro Paese “è in realtà molto vicina a quello che dovrebbe essere il taglio da raggiungere in appena un decennio per centrare gli obiettivi di Parigi e non far precipitare la crisi climatica.

Vediamo nel dettaglio qualche dato. Nel mese di marzo le misure di restrizione sono state adottate gradualmente. I consumi elettrici nella settimana dal 9 al 15 marzo sono diminuiti di quasi il 6% rispetto alla stessa settimana del 2019, mentre in quella dal 23 al 29, con le misure restrittive a regime, di oltre il 21%. Complessivamente nel mese di marzo i consumi di energia sono diminuiti di quasi il 16% e le emissioni di CO2 del 17% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, calo dovuto soprattutto alla contrazione nel settore dei trasporti.

L’analisi delle prime settimane di aprile per il gas e l’energia elettrica e la previsione del mese per i prodotti petroliferi mostra livelli di riduzione dei consumi e delle emissioni più alti. I consumi di energia elettrica nelle prime tre settimane si stabilizzano interno a un -23%, -26% per il gas e del 50% per i prodotti petroliferi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I consumi petroliferi crollano addirittura del 70%, come pure le emissioni di CO2: solo nel settore dei trasporti si stimano 7 milioni di tonnellate in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Cosa succederà dal prossimo mese di maggio se, come sembra, tutti i comparti produttivi, trasporti compresi, torneranno a pieno regime? L’analisi degli effetti delle crisi economiche dei decenni precedenti, avverte lo studio, mostra sempre come, a seguito di una crisi economica, la successiva fase di ripresa sia caratterizzata da una nuova crescita delle emissioni, spesso maggiore di quella pre-crisi. “Se non si metteranno in campo politiche fortemente orientate a criteri green e low carbon, il 2021 sarà caratterizzato da una crescita delle emissioni di gas serra mai vista dal dopoguerra ad oggi”.

Lockdown, giù consumi di energia ed emissioni ma... Numeri e previsioni

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