Skip to main content

Tom Wheeler è stato per quattro anni, dal 2013 al 2017, il presidente della Federal Communication Commission (Fcc), la potente agenzia federale degli Stati Uniti che decide tutte le regole del gioco nel mondo delle telecomunicazioni. Per quattro anni si è battuto per rendere più sicuri i network, a cominciare dalla limitazione delle aziende cinesi accusate di spionaggio nella nuova rete 5G. Oggi Wheeler, Visiting fellow alla Brookings Institution, saluta con favore la scelta di Tim di escludere Huawei dalla gara per il 5G e, confida in questa intervista a Formiche.net, spera che altri operatori italiani seguano l’esempio. La battaglia per i dati non ammette mezze soluzioni, dice. E per limitare la dipendenza dai fornitori cinesi c’è un nuovo sistema, l’O-Ran, che può cambiare volto al mercato europeo.

Wheeler, avrà sentito della decisione di Tim di escludere Huawei dalla gara per la rete core 5G.

Eccome se l’ho sentita, sono contento che Tim abbia preso questa decisione, seguendo la scia del governo inglese, che sta per ribaltare la precedente scelta di un’esclusione solo limitata di Huawei dalla rete. Spero che altri operatori italiani rivedano le proprie strategie insieme a Tim.

Perché?

Il 5G è un network basato sul software, e per definizione il software si può hackerare. Dovremmo fare tutto il possibile per assicurare la sicurezza dei nostri network. Mai come oggi un’alleanza occidentale sul 5G si è resa necessaria.

Come mai sul 4G non si è fatto tanto rumore?

Il 5G è una tecnologia che viene costantemente aggiornata e implementata. Il caricamento di un nuovo software comporta miglioramenti e al tempo stesso nuove minacce alla sicurezza, un pericolo che non c’è oggi può nascere al prossimo aggiornamento. È necessario prevenire queste vulnerabilità. Come ho detto, ogni software è vulnerabile per definizione, e dobbiamo assicurarci di lavorare con un fornitore che non inserisce backdoors.

Cosa preoccupa dei fornitori cinesi?

Semplice. Le aziende supportate o dirette dallo Stato cinese sono costrette ad operare sotto una legge che le chiama a collaborare con il governo e l’intelligence nella condivisione di informazioni. Non è una buona idea dare a loro il 5G, e il caso di Hong Kong lo sta dimostrando. Il governo cinese è arrivato da un giorno all’altro e ha detto: da oggi cambia tutto.

In America come vi siete mossi?

L’amministrazione Obama ha invitato gli operatori wireless americani a non rifornirsi da Huawei e Zte. Gran parte degli operatori si è adeguata, altri, specialmente i più piccoli, nelle aree rurali, hanno proseguito. Un errore. Il recente verdetto del Gchq inglese, che ha definito “un rischio” la fornitura di aziende cinesi, non fa che confermare un percorso iniziato con Obama e portato avanti ora da Trump con toni più enfatici. A volte toni esagerati, come nella guerra commerciale, ma questo nulla toglie all’importanza della partita.

Il governo italiano ha optato per la via normativa, con l’approvazione del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. È sufficiente?

Non conosco nei dettagli il perimetro cyber cui lavora il governo italiano. Posso solo dire che in un mondo in cui tutti i network sono connessi, siamo forti quanto l’anello più debole. Per questo accolgo con assoluto favore la decisione della Fcc di definire “minacce alla sicurezza nazionale” Huawei, Zte e altri fornitori cinesi. Servono decisioni radicali.

Esistono alternative per limitare i rischi?

Io sono un grande sostenitore del sistema O-Ran (Open Radio Access Network, ndr), e apprezzo che l’amministrazione Trump stia valutando questa opzione, di cui il senatore repubblicano Mark Warner è il pioniere.

Di cosa si tratta?

Di un sistema in cui i protocolli e le interfacce nella Ran sono aperti, ovvero un mercato in cui le reti sono costruite con un approccio modulare e viene ridotta la dipendenza da un singolo fornitore.

Ci spieghi meglio.

Quello delle telecomunicazioni è uno dei pochi settori digitali al mondo che opera sulla base di tecnologia “proprietaria”. Se Tim decide di usare Ericsson per il 5G a Roma e Nokia a Torino, nel momento in cui aggiorna le reti rimane ancorata a questi due fornitori. Lo stesso vale per Huawei. Una volta che ti leghi all’azienda cinese, lo stiamo vedendo con gli operatori inglesi, non torni facilmente indietro. Con l’architettura O-Ran puoi scegliere l’equipaggiamento di qualsiasi fornitore.

Ci sono altri esempi?

Nel resto del mondo digitale già funziona così. Realtà come Google non sono mai ancorate allo stesso fornitore, si muovono in un mercato aperto. È questo il cuore della questione Huawei. L’O-Ran non costringe a rimanere impegnato con lo stesso fornitore per sempre. E dà molte più garanzie sotto il profilo della cyber-sicurezza, perché richiede una costante revisione dei protocolli e un controllo reciproco fra operatori.

Tim, Huawei e l'O-Ran. Così battiamo la Cina sul 5G. Parla Wheeler (ex Fcc)

Tom Wheeler è stato per quattro anni, dal 2013 al 2017, il presidente della Federal Communication Commission (Fcc), la potente agenzia federale degli Stati Uniti che decide tutte le regole del gioco nel mondo delle telecomunicazioni. Per quattro anni si è battuto per rendere più sicuri i network, a cominciare dalla limitazione delle aziende cinesi accusate di spionaggio nella nuova…

Renzi, Berlusconi, Di Maio: manovre di sottopalazzo (con un Palazzo immobile). La bussola di Ocone

La situazione politica italiana è paradossale. Da una parte, c’è un Paese in ginocchio che mai come in questo momento avrebbe bisogno di un governo efficace e responsabile, se solo vuole avere qualche possibilità di sopravvivere degnamente; dall’altra, c’è un governo che non governa ma che un insieme di forze maggioritarie in Parlamento non vogliono mandare a casa per paura…

Il Parlamento conta. Così il Colle frena il premier (via Cassese). Il diario di Colombo

Sulla questione che campeggia, ormai da due giorni, sulle prime pagine di tutti i giornali, il conferimento di nuovi ‘pieni poteri’ da stato di emergenza al governo Conte, da parte del medesimo governo che graziosamente se li ripiglia (lo stato di emergenza, proclamato lo scorso 31 gennaio, scade il 31 luglio, ma Conte ora vuole prorogarlo fino al 31 dicembre…

L'emergenza immigrazione e l'insofferenza dei cittadini. Il punto di Vespa

Il problema sembra riguardare solo la Sicilia mentre altrove si litiga per i fondi europei o si lanciano allarmi per un aumento di contagi da Covid, anche se forse tutto si tiene. Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha chiesto lo stato d’emergenza dopo le centinaia di migranti sbarcati a Lampedusa negli ultimi giorni che fanno collassare l’hotspot isolano…

5G, occhio alle sanzioni Usa. Il bivio per l'Italia secondo Ian Bremmer

Non c’è più tempo. L’Italia deve dire ora da che parte sta nella Guerra fredda tech fra Cina e Stati Uniti. Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, professore alla New York University, non usa mezzi termini. Il tiro alla fune sulla rete 5G non ammette velleità terzaforziste, dice a Formiche.net. E le aziende italiane che fanno affari con Huawei, di…

Dall'Africa al Mediterraneo, Lesser (Gmf) svela la strategia Usa

Di Ian Lesser

Gli Stati Uniti sono una potenza mediterranea da oltre 200 anni, sebbene non abbiano mai dedicato un’attenzione specifica al Mediterraneo come spazio strategico a sé stante. Tradizionalmente, gli interessi americani nel Mediterraneo sono stati un’appendice di questioni più ampie, che spesso originavo in aree lontane dalle coste mediterranee. Ciò è in netto contrasto con l'approccio europeo e persino russo. Per…

Dalle sanzioni alla guerra dei turisti, il braccio di ferro Ue-Russia secondo Pellicciari

Ancora una volta quella che definimmo la Guerra dei Turisti sta dominando le cronache estive e offre continui spunti di riflessione geo-politica che vanno al di là delle semplici cronache (post)pandemiche. Ricapitolando. Ancora prima della difficile reintroduzione di Schengen (interrotto “dal basso” dagli Stati Membri nella Fase 1) si erano mosse Germania e Austria ventilando l’ipotesi di creare corridoi turistici…

Il Black lives matter e quel rischio di un daltonismo ideologico

Di Luigi Curini e Andrea Molle

Facciamo un po’ di chiarezza: i Black lives matter (Blm) sono nati sotto i migliori auspici di un movimento per l’affermazione del valore della vita delle persone di colore, e come tale ha riportato l’attenzione sui mille problemi razziali di una America mai forse del tutto (ancora) maturata sotto questo punto di vista. E tuttavia, in un tempo relativamente breve, le…

Dal virus a Roger Stone, tutti i guai di Trump secondo Gramaglia

Donald Trump si fa vedere e fotografare per la prima volta con la mascherina indosso, visitando l’ospedale militare Walter Reed a Bethesda, nel Maryland, alle porte di Washington. Il presidente aveva già usato la mascherina visitando una fabbrica nel Michigan, ma in un’area privata, lontano dalla presenza della stampa, anche se poi foto e video di quella scena erano ugualmente…

Niente opposizioni. Padrino Lòpez spiega il regime di Maduro

Laureato all’accademia militare nei primi anni Ottanta, Vladimir Padrino López, è uno degli uomini di ferro del regime venezuelano. Lealista nel colpo di stato del 2002, ricompensato fa Hugo Chavèz con la nomina a capo delle forze armate e infine dall’erede Nicolas Maduro chiamato a dirigere il ministero della Difesa. Quattro anni fa, Bloomberg News lo descriveva come uno dei più potenti gerarchi venezuelani, “probabilmente il secondo in grado”;…

×

Iscriviti alla newsletter