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Mentre non è per niente chiaro come si stia diffondendo l’epidemia del nuovo coronavirus in Russia – dati falsati dal fatto che non si attestano le cause di molti decessi che potrebbero legarsi alla Covid-19 – Vladimir Putin ha deciso di lanciare una grossa operazione di sostegno all’Italia, a cui ha dato molta spinta mediatica a cominciare dal nome: “From Russia with love”.

Ieri i primi materiali sono arrivati a Pratica di Mare, base dell’Aeronautica scelta come snodo logistico “forse anche come messaggio”, ci fa notare una funzionario diplomatico non europeo: “Un trolling“, possibile. A Putin non manca senso dell’umorismo, basta guardare il nome dell’operazione appunto, e l’allusione discreta è al fatto che potrebbe aver scelto lo scalo che fece da scenario alla stretta di mano berlusconiana con la Nato del 28 maggio 2002.

Resta che nel giro di due giorni i risultati ottenuti dall’operazione sono ottimi per il tornaconto putiniano. C’è stata molta attenzione mediatica e dunque ricaduta sugli italiani: si è creato per altro l’effetto divisivo tra l’opinione pubblica a cui solitamente puntano le campagne di interferenza russa.

C’è chi vede tutto come un’iniziativa di propaganda e teme che possa essere un elemento dal valore futuro, quando nel dopoguerra al virus si rimodelleranno gli assetti internazionali. Ci sono le considerazioni più legate alla situazione attuale: “I russi ci aiutano, lasciamo perdere troppe filosofie”, dice l’utente di Twitter, un po’ influenzato dal tamburo battente di certa propaganda, un po’ deluso da come s’è mosso il sistema di alleanze attorno all’Italia – che fatica, o non vuole, comunicare il proprio supporto con altrettanta forza.

Timeo Danaos et dona ferentes. È chiaro che in questo momento l’Italia non può andare per il sottile nel discriminare aiuti che ci siano utili anche marginalmente. E la Russia, il popolo russo sa essere generoso, ha un’istintiva simpatia per l’Italia. Non dimentichiamo però che Vladimir Putin non fa mai nulla a caso”, spiega a Formiche.net Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi e già rappresentante permanente per l’Italia all’Alleanza Atlantica.

Che cos’è in gioco? “Putin sta giocando una partita politica fra crollo degli introiti petroliferi e coronavirus che mette in ginocchio l’Occidente, risparmiando incredibilmente la Russia. Non c’è incompatibilità fra generosità e interesse. Accettiamo e ringraziamo, a ruoli inversi faremmo lo stesso, ma senza legarci le mani su altri versanti, tipo sanzioni”.

Delle sanzioni ha parlato ieri, mentre veniva annunciato l’avvio della campagna italiana, il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov: “Non diciamo assurdità”, ha rimproverato un giornalista della Reuters, “non stiamo parlando di condizioni o calcoli, o speranzate qui”, “l’Italia ha bisogno reale”. Nel frattempo però su media russi come Ria Novosti circolano comunque notizie alterate sulle “prime mosse” dell’Italia per aiutare Mosca a ottenere il sollevamento delle sanzioni internazionali da cui è gravata dal 2014, anno in cui ha annesso la Crimea.

Ieri è uscita un’altra notizia falsa sull’Italia che segue sempre il pattern dell’operazione russa, ossia lo sfruttamento per attività di infowar delle necessità italiane per far fronte alla crisi sanitaria. Il Global Times, uno dei siti che si occupa di diffondere in inglese la linea del Partito comunista di Pechino, ha postato un tweet in cui alludeva a un report secondo cui in Italia circola una strana polmonite simile alla Covid-19 già da novembre dello scorso anno. Nessuno studio era allegato al tweet, che sembrava parte della campagna di propaganda revisionista che la Cina sta compiendo per sganciarsi dalle responsabilità sulla crisi – oscurata per mesi.

Un’operazione che passa anche questa dall’Italia. “La Cina sta cercando di riscrivere la narrativa del coronavirus per i suoi scopi domestici. Sta cercando di sottolineare al popolo cinese che il modello cinese, fatto di autoritarismo e controllo statale, è l’unico a funzionare”, ci spiega Philippe Le Corre dell’Harvard Kennedy School.

Con quale obiettivo? “Fornendo aiuti all’Italia e alla Serbia, ad esempio, agisce esattamente come durante la crisi finanziaria del 2008: fornire assistenza ai paesi europei che hanno difficoltà finanziarie e intervenire al posto degli europei e degli americani che non riescono a fornire assistenza a questi Paesi”. Basta leggere i commenti che girano nei social network (spazio vitale in questi giorni di lockdown) per capire che è esattamente questo il punto: Russia e Cina sfruttano spazi per intervenire e cercare di modellare il futuro post-SarsCoV2 secondo il proprio interesse.

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