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Alla fine il pasticcio Inps si risolverà con il ritorno dei patronati e dei commercialisti. Quindi con la fine di quella disintermediazione che è una delle bandiere delle policy cinquestelle. In sintesi, si è verificato quello che ieri Formiche.net aveva pronosticato: click day di fatto che ha provocato incertezza su partite Iva e autonomi, potenziali percettori del bonus da 600 euro.

Il sito dell’istituto di previdenza è andato in tilt quasi subito. Colpa della mole di richieste, in media 100 al secondo, secondo il presidente Inps Pasquale Tridico che ha dato la colpa del crash informatico a “diversi attacchi hacker” subìti nei giorni scorsi “che hanno creato diverse disfunzioni”.

Attacchi proseguiti anche durante la giornata delle domande “con disfunzioni ulteriori”. È anche possibile che abbia pesato il fatto che circa il 70% degli impiegati Inps è al lavoro in remoto. Alla fine Tridico si è arreso all’evidenza e ha sospeso la procedura online per ottenere l’indennizzo alle partite Iva alle prese con la crisi da coronavirus previsto dal decreto Cura Italia.

Anche perché al disservizio si è aggiunto un incidente informatico forse più grave. Alcuni utenti, nel corso della procedura, si sono ritrovati di fronte a una pagina che riportava i dati di altri lavoratori autonomi che stavano facendo domanda. Un incidente che a molti ne ha ricordato uno datato 2008: la pubblicazione dei dati di tutti contribuenti nel sito delle Entrate.

Sul presidente Inps sono piovute critiche bipartisan. Persino qualche invito a cambiare passo da parte del M5S, partito che ha fortemente sostenuto la candidatura di Tridico. Dubbi anche dall’interno firmate dal presidente del Consiglio di indirizzo e Vigilanza Guglielmo Loy: “Esprimo forte preoccupazione per una serie di interventi nobilissimi per l’emergenza coronavirus ma che hanno sovraccaricato l’Istituto. Senza dargli il tempo ad esempio di procedere a degli stress test per capire se è in grado di sostenere un flusso di domande così alto. Purtroppo la fretta, comprensibile in questi casi, è cattiva consigliera. C’è preoccupazione e l’invito a risolvere al più presto i problemi”.

La via di uscita potrebbe essere appunto quella del ritorno degli intermediari nella gestione delle domande. La prima misura prevista, quando il sito Inps sarà riaperto agli utenti, sarà infatti una suddivisione degli orari che avvantaggia patronati e commercialisti. “Riapriremo il sito con una modalità diverse: la mattina, dalle 8 alle 16, a patronati e consulenti, dalle 16 in poi anche ai cittadini”, ha spiegato Tridico.

È il ritorno dei commercialisti che già da giorni segnalavano il rischio di problemi alle infrastrutture tecnologiche dell’Inps. “Lo avevamo detto: per questo appuntamento serviva uno sforzo straordinario per il quale i commercialisti si erano messi a disposizione. Ci è stato detto inspiegabilmente di no, ma oggi è chiaro che la nostra proposta sarebbe stata estremamente utile al sistema. Per questo ci auguriamo che il governo ci ripensi”, ha auspicato il consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’area lavoro Roberto Cunsolo.

Appelli per fare tornare al lavoro i patronati, che sono gestiti dai sindacati, sono arrivati dal Pd. Occorre consentire “a tutti gli intermediari fiscali e commercialisti di poter accedere al sistema ed in particolare al cassetto previdenziale dei propri clienti in modo da diminuire gli accessi singoli al portale Inps e allo stesso tempo sveltire le domande”, ha dichiarato Gian Mario Fragomeli, capogruppo Pd in commissione Finanze alla Camera. In sostanza anche la maggioranza chiede a Tridico un’inversione a U, quindi di non accentrare tutte le funzioni all’interno dell’istituto.

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