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Doveva essere il giorno degli Stati generali di Giuseppe Conte a Villa Phamphili, ma su Twitter e sulle homepage dei giornali si parla di un altro Stato: il Venezuela di Nicolas Maduro.

La bomba è stata sganciata di prima mattina, scombussolando le rassegne stampa. Il quotidiano spagnolo Abc accusa il Movimento Cinque Stelle di aver ricevuto nel 2010 una valigetta con 3,5 milioni di euro in contanti dal governo venezuelano allora presieduto da Hugo Chavez (Maduro era ministro degli Esteri e, secondo il giornale, avrebbe coordinato l’operazione).

Allega un documento di intelligence che proverebbe la transazione in denaro destinata a Gianroberto Casaleggio e al suo “movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista”. Mentre impazza la polemica delle opposizioni, non si sono fatte attendere le dure smentite dei diretti interessati. Dell’ambasciata venezuelana a Roma, che parla di “documento falso”. Di Davide Casaleggio, figlio del fondatore, che promette querele per diffamazione.

L’ondata di sdegno è trasversale al Movimento Cinque Stelle, che il giorno dopo uno dei più violenti strappi interni a onor di memoria, quello a suon di tweet fra Beppe Grillo e Alessandro Di Battista, si ritrova inaspettatamente compatto come un macigno a rispedire al mittente le accuse. Il leader movimentista si è catapultato sotto un post di Casaleggio su facebook in cui il numero uno dell’Associazione Rousseau ha negato la veridicità della storia di Abc, commentando: “Grazie per il racconto che hai fatto. So che per te non è facile. Evviva tuo papà Davide”.

Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri da sempre attento alle vicende di Caracas (dove si è recato tre anni fa a capo di una delegazione pentastellata) scrive su Facebook che “qualcuno pagherà salatamente” per le “oscene accuse” contro Casaleggio senior.

Fra i pesi massimi del partner di governo non tutti reagiscono allo stesso modo. In casa Pd ci si divide fra chi tuona e chi invece invita alla prudenza, e a fare le dovute distinzioni.

Una posizione politicamente rilevante è quella di Pier Ferdinando Casini. Il Dc, già presidente della Camera e della sua Commissione Esteri, su Twitter ha lanciato un appello ai Cinque Stelle. “Chavez e Maduro non sono nuovi ai finanziamenti di movimenti politici esteri, lo abbiamo visto in tutto l’Occidente. Il Movimento Cinque Stelle deve smentire con nettezza queste indiscrezioni ed essere convincente”, spiega il senatore.

Casini ci tiene però a precisare che l’ex capo del Movimento nonché attuale titolare della Farnesina Luigi Di Maio tanto sul Venezuela quanto sugli altri dossier di politica estera ha mantenuto una posizione inattaccabile al governo. “Peraltro bisogna riconoscere che il Ministro degli Esteri, che loro hanno, in questi mesi si è mosso in modo ineccepibile in ordine alle nostre alleanze internazionali”.

La mano tesa di Casini non è sospettabile di opportunismo politico, perché nessuno come lui ha sostenuto la causa dell’opposizione venezuelana contro il regime di Maduro (e a favore di Juan Guaidò) in questi anni. Oltre alle tante risoluzioni e iniziative, ai viaggi tra Roma e Caracas, Casini vanta di aver riportato in Italia agli inizi dello scorso dicembre due deputati di opposizione italo-venezuelani, Mariela Magallanes e Americo De Grazia, rifugiatisi nella residenza dell’ambasciatore italiano a Caracas perché accusati di “colpo di Stato”.

Nel variopinto universo dem l’affaire venezuelano suscita reazioni diverse. Ha fatto parlare di sé quella del capogruppo alla Camera Graziano Delrio. “Non voglio commentare indiscrezioni giornalistiche di cui non abbiamo contezza della veridicità. Cerchiamo di fare insieme il bene di questo Paese, ogni partito ha le sue dinamiche, i suoi rapporti e le sue relazioni”, ha detto a Radio24. La pensa diversamente un collega di Palazzo Madama, il senatore dem Tommaso Nannicini. “Abbiamo chiesto chiarezza a Salvini sui rubli di Putin. Vogliamo la stessa chiarezza da Di Maio, Casaleggio&Co sui soldi dalla dittatura venezuelana. La democrazia italiana non è in vendita”.

Intanto il dossier M5S-Venezuela è già sbarcato a Bruxelles. Interpellato sulla vicenda, il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer ha fatto sapere che l’esecutivo risponderà all’interrogazione già depositata dall’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

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