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Contro un nemico temibile e subdolo come il coronavirus serve un’armata forte e organizzata, non manipoli di soldati allo sbando. Un’Europa unita e con un buon arsenale, insomma. Cosa che, finora, non si è vista, dice Mario Baldassarri a Formiche.net.

L’economista ed ex viceministro dell’Economia, oggi a capo del Centro studi Economia reale, è più che convinto di un fatto: se si vuole sconfiggere queste e altre emergenze planetarie servono gli Stati Uniti d’Europa. E magari dei bazooka monetari in stile Fed.

Baldassarri, nei giorni scorsi la Bce è finita più volte nell’occhio del ciclone, accusata di eccessivo immobilismo. Che succede?

Succede che la politica monetaria in questo momento ha pochissimo potere di azione, lo dimostra il fatto che il taglio dei tassi da parte della Fed non abbia fermato il crollo di Wall Street. Dunque la politica monetaria ha quasi esaurito il suo ruolo. E non aiutano certi scivoloni come quello di Christine Lagarde, che se stava zitta era meglio, visto che lo spread si è impennato.

E allora che cosa dovrebbero fare le banche centrali?

Assicurare liquidità ricominciando a comprare titoli di Stato. Ma questo non basta, perché a parte i provvedimenti ad hoc contro il coronavirus, c’è un problema a monte.

Sarebbe?

L’Europa dal punto di vista economico non c’è, non esiste, oltre al fatto che abbiamo visto i Paesi membri agire in ordine sparso, con decreti diversi, con misure diverse e con tempistiche diverse. Così quando noi magari superiamo il contagio, inizierà in Francia o Germania e saremo al punto di partenza. E come sempre, nell’Europa che non c’è, l’unica ad aver dato un segnale è la Germania, la signora Merkel.

Il famoso piano da 550 miliardi…

Sì, la Germania se lo può permettere, dal momento che è in avanzo di bilancio e dunque se non lo fa ora quando lo fa? Però questa è una risposta di una nazione e non di un’Unione. E allora la risposta europea dove sta? Non dimentichiamoci che l’ultimo vertice di Bruxelles su quel minuscolo bilancio che vale l’1% del Pil, è fallito. Ci rendiamo conto che oggi non abbiamo un bilancio approvato che peraltro vale una miseria, l’1% del Pil Ue? Di quale Europa parliamo?

E allora da dove dovrebbe ripartire l’Europa, per essere chiamata tale?

Da un bilancio federale europeo, subito e aggiuntivo a quello originario, ma che sia almeno un altro 1% del Pil. Insomma altri 150 miliardi, da finanziare attraverso eurobond, ovvero debito europeo e coperto in prospettiva da risorse proprie con tassazione federale. Questo è quello che dovrebbe essere l’Europa. E che invece non è.

Torniamo alla Bce. Lagarde ha stanziato 120 miliardi per comprare titoli pubblici e immettere liquidità nel sistema. Non è un bazooka, anche se mini?

Macchè! Parliamo di 15 miliardi al mese, Draghi ne comprava 80 al mese…

La Bce non poteva sparare un bazooka come ha fatto la Fed? Perché non lo ha fatto?

Intanto i tassi in Ue erano già a zero. E poi l’unico bazooka che ha a disposizione la Bce è il Qe. E se in una situazione del genere la Bce annuncia un mini-QE, è chiaro che non si può avere alcun effetto, anche sui mercati. Il nodo è questo: dinnanzi a un disastro come il coronavirus abbiamo bisogno degli Stati Uniti d’Europa, dotati di bilancio federale europeo e in grado di emettere debito comunitario. La prova è nello spread: se io annuncio un mini-Qe e lo spread italiano vola oltre i 300, qualcosa vorrà dire.

Baldassarri, veniamo all’Italia. Conte ha stanziato 25 miliardi a deficit…

Sono 25 miliardi, sì. Ma: tre sono per la sanità, 1o per il lavoro e gli ammortizzatori sociali e gli altri 12 dove sono? In parte dispersi a pioggia. Tutti parlano di una manovra da 25 miliardi, ma io ne ho contati solo 13,5. Per non parlare dei 340 miliardi annunciati che andranno alle imprese sotto forma di liquidità, di crediti alle imprese. Una cifra fantasmagorica, ma dove li prendono? A parte l’assurdità del numero, vedo una gran confusione.

Quale confusione?

Il problema delle imprese, nei prossimi mesi non sarà solo la liquidità. Ma sarà il conto economico, cioè il fatturato. Non è che dando liquidità alle imprese si ridà il fatturato perso. Molto positiva è la Cassa integrazione: guadagni per tutti i dipendenti per nove settimane. Ma non credo che in nove settimane risolviamo tutto. Però resta un buco enorme: non c’è l’indennizzo per il fatturato perso in queste settimane o mesi, che va calcolato sull’ultimo bilancio dichiarato sia chiaro, così chi ha fatto il nero non si becca nulla. Chi ridarà ai bar, alle imprese ai ristoranti il fatturato perso? Ecco cosa succederà, ci si indebiterà con le banche.

Allora Baldassarri che dobbiamo fare?

Non servono decreti su decreti da 10-15 miliardi. Ne serve subito uno da 70-80 e lo dico fuori dai denti. Cioè, lo stesso tipo di manovra che fece l’allora governo Amato nel 1992 per una crisi finanziaria che valeva un decimo di questa.

Scusi, ma l’Europa come potrebbe consentirci di utilizzare 80 miliardi. Magari a deficit.

Ecco, torniamo al punto di partenza. Da anni ed anche in questo momento noi sperperiamo spesa pubblica per 70-80 miliardi e allora l’ideale sarebbe questo: metà ce li dà l’Europa accordandoci il deficit, l’altra metà la tiriamo fuori noi con i tagli alle malversazioni, sprechi e ruberie di spesa pubblica. Questa è la via. Faccio un esempio: quest’anno spendiamo 60 miliardi in fondi perduti in conto corrente e conto capitale e poi non abbiamo i soldi per le mascherine e i ventilatori!

Ecco cosa (non) mi convince del decreto da 25 miliardi. Parla il prof. Baldassarri

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