Skip to main content

Niente di nuovo sotto il sole di Roma. La conferenza stampa organizzata dal ministero degli Esteri presso la sala della Stampa Estera a Roma doveva servire a tranquillizzare i corrispondenti stranieri in Italia che l’Italia non è un Paese focolaio, ma non ha ottenuto l’obiettivo che il ministro degli Esteri Di Maio e il ministro della Salute Speranza si erano prefissati.

Eppure l’esordio era dei migliori: i tre pazienti romani ricoverati all’Istituto Spallanzani sono infatti guariti, così hanno esordito i ministri accompagnati dagli eroi del giorno, i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della capitale, il direttore scientifico dell’Istituto, Giuseppe Ippolito e la direttrice generale Marta Branca. Anche i numeri elencati da Di Maio dovevano fare ben sperare: una slide in cui si afferma che solo lo 0,1% dei comuni Italiani (11 su 7904) erano probabili focolai e quindi interessati da misure restrittive, solo lo 0,5% del territorio lombardo e lo 0,05% del territorio nazionale. Anche la quarantena interessa solo lo 0.089% della popolazione nazionale. “Le nostre scuole sono aperte e i nostri figli vanno a scuola, le aziende e gli uffici continuano a lavorare, non ha senso creare inutili allarmismi come ad esempio in Piemonte che pur se registra un solo caso è stato già indicato da diversi paesi come un posto da non visitare per il rischio Coronavirus” ha detto Di Maio.

Eppure le tranquillizzanti parole del ministro sembra che non abbiano tranquillizzato i corrispondenti stranieri, soprattutto al momento di fare le domande. Subito dopo che i ministri sono andati via e hanno lasciato i tecnici sotto il fuoco incrociato delle domande, le tante certezze della politica si sono sgretolate davanti ai troppi dubbi scientifici. Come si è propagato il virus? Da un cinese in gita turistica o da un manager italiano rientrato? Quante sono le persone atterrate in Italia da voli con la Cina da gennaio alla chiusura dei voli? L’unica certezza è che il manager italiano indicato come paziente zero in Lombardia, non lo è mai stato: “Possiamo assicurare che non ha diffuso lui il virus”. E allora chi? “Ci sono gli investigatori al lavoro”, è stata la risposta.

Inoltre si è scoperto che i due turisti cinesi guariti allo Spallanzani e in fin di vita fino a pochi giorni fa si sono salvati perché è stata sperimentata su di loro una terapia difficile da replicare se il virus si diffondesse: gli è stato somministrato il farmaco “salvavita” lo stesso utilizzato per combattere l’Aids e l’Ebola, anzi due, la combinazione di farmaci utilizzati per trattare appunto le patologie più gravi di Hiv e non presente in commercio. “Un farmaco che può essere utilizzato solo in casi di estrema gravità e dietro specifica autorizzazione” ha spiegato il direttore Ippolito, appunto nella situazione dei due pazienti cinesi. Non vi è stato il bisogno di somministrarlo invece al giovane paziente italiano dello Spallanzani che aveva sintomi molto meno gravi e che è guarito grazie alla terapia dell’Istituto ma senza la somministrazione del farmaco.

Eppure i due pazienti cinesi non erano anziani, “65 anni” spiega la direttrice Marta Branca che non sa però dire se sia stato fondamentale l’utilizzo del farmaco e se senza di questo i pazienti non sarebbero sopravvissuti. Fatto sta che il farmaco non è stato somministrato agli altri pazienti deceduti nel resto d’Italia. “Non so se li avrebbe salvati – spiega ancora la direttrice – quello che so è che si trattava di pazienti che avevano altre gravi problematiche o erano molto anziani. In ogni caso per noi è stata una sperimentazione quella dell’utilizzo del farmaco salvavita che si è accompagnata a una terapia respiratoria che ha aiutato molto i pazienti a riprendersi oltre all’utilizzo del farmaco”. Intanto, i numeri continuano a crescere, nonostante la stretta comunicativa annunciata da Di Maio e Speranza “d’ora in poi comunicheremo solo i dati verificati dall’Oms” annunciano e quindi con molta probabilità caleranno. Peccato che alle ore 12 erano già 528, quasi 200 in più di ieri.

Ecco come sono guariti i pazienti romani dello Spallanzani. La conferenza stampa con Di Maio e Speranza

Niente di nuovo sotto il sole di Roma. La conferenza stampa organizzata dal ministero degli Esteri presso la sala della Stampa Estera a Roma doveva servire a tranquillizzare i corrispondenti stranieri in Italia che l’Italia non è un Paese focolaio, ma non ha ottenuto l’obiettivo che il ministro degli Esteri Di Maio e il ministro della Salute Speranza si erano…

Un appello per Idlib. Anche a nome di padre Dall'Oglio

Questa notte ho sognato padre Paolo Dall’Oglio, il nostro connazionale, gesuita, sequestrato in Siria nel 2013 perché non ha potuto voltare le spalle ai siriani. Il vecchio rapporto di amicizia con lui e l’angoscia per quanto accade intorno a me e a Idlib me lo ha fatto vedere, mentre dormivo. Paolo mi ha chiesto di sfidare la disumanità della paura…

5G, ecco cosa faremo con Huawei. Parla il capo degli 007 francesi

Zagabria. “Non escludiamo alcun operatore, l’ipotesi non è neanche presa in considerazione”. Ci risponde così Pierre de Bousquet de Florian, coordinatore per l’Intelligence e il Controterrorismo francese, quando da Zagabria gli chiediamo se il governo francese intende o meno dire una parola definitiva sulla presenza nella rete 5G delle compagnie cinesi accusate di spionaggio dagli Stati Uniti, come Huawei e…

Ericsson e Nokia alleate contro Huawei? Il ruolo dell'Antitrust Ue

Perché gli Stati Uniti non hanno una loro Huawei? Ha cercato di offrire la sua risposta a questa domanda sulle infrastrutture strategiche del 5G Elsa B. Kania, adjunct senior fellow del Center for a new american security (Cnas), con un lungo editoriale su Politico. Dallo scontro con la Cina, gli Stati Uniti possono uscire stimolando l’innovazione strategica ma allo stato…

Ma quale governissimo, ecco come si batte il virus dell'Italia. Parla Saccone

Non serve un governo balneare di soli sei mesi, ma un grande governo riformista per sanare una volta per tutte i mali dell'Italia. Lo pensa il senatore dell'Udc Antonio Saccone, che affida a Formiche.net il suo ragionamento su presunti responsabili di ieri e salvatori della patria di oggi. Nella consapevolezza che non è continuando con i giochi di palazzo che…

Caro Fontana, il video con la mascherina è un autogol

Voglio dire innanzitutto che ho stima di Attilio Fontana e intendo ribadire che lo considero un amministratore della cosa pubblica serio, preparato e dedito alla causa, cioè esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in questo Paese. E voglio anche aggiungere che nei momenti di crisi acuta tutti sono bravi a parlare, mente qualcuno è chiamato a fare, mestiere infinitamente più…

È tempo di unità, poi si torni alla competizione elettorale. Parla Diamanti (YouTrend)

Mentre il governo è alle prese con gli effetti del coronavirus, è "agghiacciante" che parti della politica provino "a mettere in atto un ribaltone politico - con tutto il caos istituzionale che ne seguirebbe". In pochi caratteri, quelli previsti da Twitter, Giovanni Diamanti, cofondatore di YouTrend e analista politico, lancia delle stilettate a quelle forze politiche che in un momento…

Bruxelles non scarichi l'Italia sul coronavirus. Parla Alberto Quadrio Curzio

Non si può sparare a un carro armato con la cerbottana. Che la si voglia o no, il coronavirus è a tutti gli effetti una catastrofe naturale, oltre che economica, e come tale va trattata e combattuta. Di questo è più che convinto Alberto Quadrio Curzio, economista di lungo corso, professore emerito alla Cattolica di Milano (con un passato da sciatore…

Coronavirus, l’Italia critica la Cina e ora ne paga il prezzo. La versione del grillino Parenti

Abbiamo perso tempo a criticare la Cina, a parlare di democrazia - come se fosse un crimine tifare per la democrazia -, a lamentarci dei ritardi cinesi. Avremmo fatto meglio a valutare la situazione in modo oggettivo e imparare da Pechino. Ora ne paghiamo il prezzo. È il succo dell’editoriale firmato da Fabio Massimo Parenti, professore associato dell’Istituto Internazionale Lorenzo…

Da Ralph Lauren a Versace. Così il coronavirus contagia i conti (globali) della moda

La festa della moda a Milano, la Fashion Week femminile, è stata inevitabilmente colpita dall’arrivo del coronavirus in città. Molti brand hanno deciso di andare avanti (the show must go on!), altri si sono adeguati alla paura e hanno sfilato a porte chiuse o hanno predisposto showroom virtuali. Purtroppo, questi sono solo i primi - e più lievi - effetti…

×

Iscriviti alla newsletter