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Sull’abbattimento del velivolo delle linee ucraine in Iran lo scorso 8 gennaio è sceso un anomalo – e aggiungo io, preoccupante – silenzio che mi auguro sia solo mediatico, ma temo non sia così.

Quello che rimane incomprensibile è il perché, all’ammissione del tragico errore da parte della contraerea iraniana non sia stata associata la spiegazione dell’errore commesso, ossia la dinamica dei fatti ed il loro perché; e non basta evidentemente la giustificazione della concitazione del momento, quando gli spazi aerei sopra Teheran erano “caldi” per una possibile ritorsione statunitense.

Semmai, se questa fosse la giustificazione, ci sarebbe da preoccuparsi ancora di più, visto che il grilletto facile potrebbe essere premuto ancora ove dovessero riproporsi nuovi momenti di tensione.

Ho invece la poco tranquillizzante sensazione che il velivolo sia stato abbattuto per un marchiano errore di disegno della struttura di controllo degli spazi aerei: se così fosse, ossia se il difetto fosse, come credo, di sistema, è importante ed urgente correre ai ripari, pena un inaccettabile rischio per chi vola in Iran.
Provo a spiegarmi, sperando che la semplificazione forse eccessiva cui dovrò ricorrere, aiuti almeno a comprendere.

Nella gestione del traffico aereo di qualunque tipo, una precondizione irrinunciabile per la sicurezza è l’identificazione dei velivoli, ossia ogni traccia che appare sui radar deve essere correlata alle informazioni su chi in quel momento dovrebbe volare in quel punto, lungo quel sentiero di volo.

Il controllore di volo si mette tranquillo solo quando correla quel puntino luminoso ad una informazione certa sulla sua identità; egli pertanto verifica tutti i piani di volo che solo lui ha, ed individua quello giusto, quello che corrisponde ai dati del puntino luminoso sul suo schermo radar. Solo così avrà certezza dell’identità di quel volo e delle sue intenzioni.

Se tra le informazioni che possiede manca quella correlabile alla traccia da identificare, si rivolge ai militari per sapere se per caso si tratti di uno di loro; in caso negativo, chiede di far decollare gli intercettori per vedere fisicamente di chi si tratti (la NATO non prevede l’abbattimento dell’aereo se non in due casi, un atto manifestamente ostile ed autodifesa).

Quello che verosimilmente è successo a Tehran è che il velivolo sia stato abbattuto dai Pasdaran, ossia da chi non ha gli strumenti né i collegamenti per correlare le tracce radar con i piani di volo dell’area. Insomma una organizzazione militare autonoma e separata da quella che controlla il traffico aereo e che possiede solo radar e missili ma non le informazioni giuste per identificare con certezza il velivolo sospetto.

Se è così, le autorità aeronautiche internazionali debbono intervenire senza indugio e pretendere dall’Iran le risposte giuste, in particolare quelle riguardanti il sistema di controllo e di difesa degli spazi aerei.

Nel frattempo, il solo sospetto di un difetto di architettura quale quello che ho appena paventato dovrebbe sconsigliare fortemente gli utenti dall’avventurarsi in Iran.

È pertanto importante che l’Icao incalzi il governo iraniano, e faccia sapere alla comunità internazionale come stanno veramente le cose, così come da noi l’Enac, la autorità regolatrice nazionale, In assenza di rassicurazioni probanti, dovrebbe avere la prudenza di mettere le compagnie aeree sull’avviso dei rischi legati al sorvolo degli spazi aerei iraniani.

Tutti i dubbi sull’aereo abbattuto in Iran. L’opinione di Tricarico

Sull'abbattimento del velivolo delle linee ucraine in Iran lo scorso 8 gennaio è sceso un anomalo - e aggiungo io, preoccupante - silenzio che mi auguro sia solo mediatico, ma temo non sia così. Quello che rimane incomprensibile è il perché, all'ammissione del tragico errore da parte della contraerea iraniana non sia stata associata la spiegazione dell'errore commesso, ossia la…

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