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Fake news e post-verità sono sempre esistite, vero. Anche prima di Internet, anche prima dei social. Ma è altrettanto vero che quando il canale di comunicazione è così rapido e rende, potenzialmente, tutti i riceventi anche emittenti, il rischio di cadere nella trappola delle informazioni non solo sbagliate, ma anche pericolose, aumenta esponenzialmente.

È bastata l’imprudenza di nove persone, che sono morte per aver usato il Thc e altri prodotti illegali nella sigaretta elettronica, perché la e-cig diventasse il nuovo strumento di morte delle compagnie del tabacco. Il tam tam di notizie è partito in un attimo, e in brevissimo tempo era su tutta la stampa statunitense e internazionale. Ci sono voluti giorni perché si scoprisse (e ancora in molti non lo sanno) che il decesso fosse legato al consumo di Thc e non a quello di normali liquidi per la vaporizzazione. Eppure, bad news are good news, afferma il decalogo del buon cronista. Dimenticando, però, che buone o cattive, le notizie almeno devono essere vere.

È proprio per questo che, in occasione del Global Tobacco and Nicotine Forum 2019, che per due giorni ha riunito a Washington il mondo dell’industria e gli esperti di legislazione e di salute pubblica, è stata lanciata una pagina web per informare sulle malattie polmonari correlate all’utilizzo di sigarette elettroniche. “La pagina web – ha spiegato il direttore dell’Fda Center for tobacco products Mitch Zeller – serve a dare le ultime informazioni e fonti sul tema”. L’obiettivo è proprio quello di evitare che notizie prive di fondamento si diffondano a macchia d’olio, fornendo ai cittadini uno strumento utile e certificato dove potersi informare attraverso fonti attendibili.

Si è parlato molto, infatti, nel corso del forum, di nuove tecnologie e innovazione, a cui è stata dedicata una sessione apposita. Riflettori puntati, dunque, proprio sull’utilizzo dello svapo e sui prodotti ad esso legati. “Il problema non sono le sigarette elettroniche, ma cosa ci si mette dentro” ha commentato Fabio Beatrice, direttore del centro antifumo del San Giovanni Bosco di Torino. Ma già lo scorso 6 settembre, la Food and drug administration aveva rilasciato un importante comunicato, invitando i consumatori di e-cig a non acquistare prodotti da svapo per strada o a non modificare o aggiungere sostanze illegali nella sigaretta legalmente acquistata. Comunicato puntualmente ignorato dalla stampa, che ci ha costruito sopra la vicenda surreale del primo decesso per sigaretta elettronica.

Un occhio di riguardo è stato riservato anche ai giovani, tra i quali l’utilizzo dello svapo è in ampia crescita. Secondo un sondaggio del New York Times, il 27,5% dei ragazzi delle scuole superiori statunitensi usa sigarette elettroniche, soprattutto con aromi alla frutta e alla menta. Si registra, proprio per questa ragione, un aumento sia qualitativo che quantitativo dei controlli sul retail, anche online. Crescono le verifiche, tra l’altro – com’è stato comunicato durante il Forum – anche per le sigarette tradizionali: 1,1 milioni di controlli in otto anni e 23mila multe.

“Dobbiamo capire bene il fenomeno prima di puntare il dito contro i prodotti da svapo”, ha commentato il direttore del Coehar Riccardo Polosa in un’intervista per Adnkronos Salute, sottolineando l’importanza di verificare le notizie prima di diffonderle. “Una semplice analisi – ha continuato – mostra che le sigarette elettroniche non hanno mai mietuto nessuna vittima in questi 10 anni”.

È vero, certo, che per valutare in maniera approfondita e scientifica le possibili conseguenze dell’utilizzo di un prodotto, è necessario che il tempo di analisi sia maggiore. Ma è anche vero, come ha ricordato lo stesso Zelder, che “si fuma per la nicotina, ma si muore per il catrame”, con riferimento all’utilizzo della Iqos, dispositivo per il tabacco riscaldato, la cui introduzione sul mercato statunitense è stata definita “appropriata per la tutela della salute pubblica”.

Nel frattempo, negli Stati Uniti è stata promossa una raccolta firma per chiedere al presidente Usa Donald Trump di fermare i divieti contro le sigarette elettroniche promossi da alcuni governatori. La petizione, lanciata sulla piattaforma We the people-your voice in the White House, ha raccolto 142mila adesioni in poche settimane. “Le sigarette elettroniche hanno salvato milioni di persone”, scrivono i promotori. “Sappiamo che i prodotti legali per lo svapo – si legge nella petizione – già regolamentati da tempo, sono meno dannosi per la salute rispetto alle sigarette tradizionali”.

Sigarette elettroniche. La macchina (pericolosa) delle fake news

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