Non c’è niente da fare: il peronismo è l’anima dell’Argentina. Dal 1946. Nulla sembra scacciarlo definitivamente dal cuore del popolo che, pur essendo diverso da quello che acclamò Juan Domingo Perón settantatré anni fa come il “Salvatore della Patria”, continua a vederlo come il fondamento dell’unità e dell’identità nazionale. Camuffato, distorto, travisato, sfregiato da generali felloni e assassini, piegato alle…
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Terremoto in Cile. Sapelli spiega verità e ipocrisie dietro le sommosse
È iniziata la narrazione estetizzante, tecnologizzante e generazionalizzante della catena di conflitti sociali e politici scatenatisi nell'ultimo biennio in tutto il mondo. Dagli agricoltori olandesi, tedeschi e francesi, dai penultimi francesi suburbani, piccoli imprenditori, artigiani, manifestanti settimanalmente tra violenze e riattualizzazioni di pratiche da jacquerie medievali, invocanti rois taumaturgiques; dai libanesi post comunitari, sciiti, sunniti, drusi, maroniti precipitati nella lotta…
Chi vuole colpire (e perché) le elezioni Usa. L'allarme degli 007
Allarme interferenze straniere negli Usa, dove si teme che le elezioni dell'anno prossimo - al pari di quelle del 2016 - possano essere utilizzate per diffondere messaggi che minino la fiducia nella democrazia, alimentino divisioni sociali e promuovano specifiche agende distanti da quella americana. Al contrasto di questa minaccia lavora l'Intelligence Community, che consiglia, tra le altre cose, di segnalare…
Dall'Umbria all'Emilia, cosa manca al governo per frenare la valanga
Ogni elezione locale non è un test nazionale. Lo ripetiamo sempre, ma nessuno ci crede. E d’altronde ogni elezione locale caricata di valore nazionale assume, anche nei voti espressi, chiare tonalità nazionali. In Umbria, ieri, i candidati non hanno apportato grandi valori o disvalori aggiunti alle liste (+/– 1%) e le liste civiche del presidente hanno preso pochi voti (il…
Phisikk du role - Umbro e umbratile. Le elezioni a urne svuotate
Ore nove di lunedì 28 ottobre. Non che ci fosse uno solo tra gli “osservatori” e i sondaggisti con gli occhi puntati su Perugia che non avesse previsto la sconfitta delle “forze di governo” in questo turno elettorale umbro e umbratile (soprattutto per il Pd). Magari con proporzioni diverse, questo sì, ma non certamente con radicali ribaltamenti del consenso. E…
L'Umbria e la vittoria pro loco della destra secondo Ippolito
Il risultato elettorale dell’Umbria può essere spiegato con due sole osservazioni: la prima riguardante i numeri; la seconda pertinente alla storia politica della regione. Da ambedue i lati la medaglia appare pesante, suggellata da una registrazione di successo assolutamente straordinaria della destra. I numeri sono, in effetti, incontrovertibili. Non soltanto Lega, FdI e FI vincono, ma il centrodestra ottiene insieme,…
Turingia e Umbria al voto: un commento
Il caso ha voluto che alle elezioni regionali andassero allo stesso tempo due territori, in due Paesi diversi, che però condividono qualche cosa: sono piccole ed hanno sempre visto la sinistra come forza preponderante nel governo locale. Per l'Umbria dal PCI per arrivare al PD. In Turingia con Die Linke. Le forze "sovraniste" e di "destra" (estrema, per alcuni) hanno…
La coalizione giallorossa frana alla prova dell'Umbria. Il commento di Ocone
“Cronaca di una morte annunciata”, così si intitolava uno dei libri più famosi di Gabriel Garcia Marquez. E così potrebbe intitolarsi oggi la sonora sconfitta al primo round elettorale della coalizione giallorossa. Una morte in fasce, e nemmeno una morte dolce o eutanasia. In effetti, non si capisce con quale razionalità ci si sia impegnati in una competizione che, a…
In Turingia vincono gli estremi. Il colpo di Linke e AfD alla Grosse Koalition
Bipolarismo teutonico che mette a rischio la Grosse Koalition (GroKo). In Turingia primo partito è la sinistra di Linke tallonata dalla destra dell'AfD, che tocca il risultato record del 23,4%: crollano Cdu e socialisti, rispettivamente al 21,8 (perdendo undici punti) e all'8,2%. Ecco perché anche in Germania, dove il centro non è più maggioranza, l'elettore premia una o l'altra parte.…
Si scrive Draghi, si legge Europa. Mattarella (e non solo) benedice super Mario
Di sicuro gli sponsor non mancano. Mario Draghi ha ufficialmente lasciato la Bce con una cerimonia solenne dalla quale è emerso un messaggio importante. Se c'è qualcuno che ha salvato l'Europa e la sua moneta unica, che in dodici anni di crisi ha traballato più volte, questo è proprio Draghi al quale è stato riconosciuto il ruolo di stabilizzatore dell'area…