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Mio modesto parere su crisi di governo: 1) Salvini ha chiamato la crisi quando era razionale per lui farla, aspettandosi una coincidenza di interessi con Zingaretti per elezioni a breve (maggiore controllo sul Pd e sorpasso su M5S). La mossa di Renzi ha sparigliato le carte forzando Zingaretti in un angolo ad ingoiare il rospo (con un po’ di salsa agro dolce del “governo politico”) e allo stesso modo mettendo in crisi la strategia di Salvini, che però ha una opzione b) sul tavolo. Ovvero…

Ovvero: non votare la sfiducia al governo Conte in cui fino a prova contraria ancora lui siede e il giorno dopo votare la riduzione dei parlamentari per andare al voto “subito dopo” (dove il “subito dopo” potrebbe anche essere tra 6-9 mesi “subito dopo” l’ok finale su riforma). Inciso: sul “subito dopo” ragazzi bisogna essere politicamente realisti, mica prendere tutto alla lettera…

Tra l’altro la riduzione del numero dei parlamentari a legge elettorale invariata è oggettivamente favorevole assai alla Lega e se occorre ridisegnare i collegi è meglio essere al governo, no? L’opzione b) potrebbe avere un costo reputazionale per Salvini? Sì. Ma meno dei costi politico delle alternative possibili secondo me (con in ballo Ue, rubli e dintorni).

2) Zingaretti è il classico vaso di coccio: per lui le elezioni a breve rappresentano opzione migliore seguite dal governo politico. L’opzione b) di Salvini per lui sarebbe ferale: no governo, no elezioni a brevissimo, gruppo parlamentare compatto Pd per mesi su Renzi. Ergo: se Zingaretti considerasse l’opzione b) di Salvini come plausibile, dovrebbe avere tutti gli interessi a volere il voto a brevissimo. Complesso gioco strategico direi.

3) Renzi esce rafforzato comunque la si veda: se governo #PDM5S è un suo successo; se l’opzione b) di Salvini ha luogo, idem: ritorna centrale, abbatte Zingaretti e guadagna mesi per farsi il suo partito (o riscalare il Pd). Su questo complimenti a lui. 4) e il M5S? Esce rafforzato e indebolito allo stesso tempo. Rafforzato perché ha maggiore potere contrattuale (l’opzione di uscita – governo con Pd – è credibile) con Salvini nell’eventuale opzione b) di cui sopra.

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Se Salvini non vota la sfiducia a Conte. L’opzione b spiegata dal prof Curini

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