Skip to main content

“Elezioni subito” ed a tutti i livelli, “Via Raggi, no al Mes”. Queste le parole d’ordine per una svolta in verde leghista per la Capitale, in Regione Lazio e a Palazzo Chigi. A margine dell’evento organizzato dalla Lega al Teatro Italia, dove, a partire dal segretario Matteo Salvini, sono state attaccate duramente le insufficienze amministrative della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, l’indeterminatezza sulla questione rifiuti da parte del Comune e della Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, ed il governo Conte sul tema del giorno, la ratifica parlamentare del Meccanismo europeo di stabilità, Formiche.net ha intervistato Antonio Maria Rinaldi, oggi eurodeputato della Lega, docente di Economia e finanza aziendale, romano “doc” e volto mediatico capitolino di Via Bellerio.

Antonio Rinaldi, a parte le difficoltà evidenti che si registrano nella gestione politico-amministrativa della Capitale ed andando oltre i naturali slogan di una manifestazione di una Lega all’opposizione, che ha reclamato e reclama, dalla crisi di agosto ad oggi, elezioni subito ed a tutti i livelli – parlamentari, regionali e comunali -, di cosa avrebbe bisogno Roma, innanzitutto?

Roma ha il bisogno fondamentale, in primo luogo, di rimettere il cittadino al centro dell’attenzione. Il cittadino romano è stato trascurato e messo troppo a lungo da parte. Bisogna lavorare per migliorare la qualità della vita. Ci vuole poco. I romani non pretendono la luna, e vorrebbero solamente quello che hanno e di cui godono i cittadini di tutte le altre grandi capitali. Potremmo davvero essere la più bella città, e realmente la migliore Capitale del mondo e, invece e purtroppo, siamo il fanalino di coda.

Lei ha molto sottolineato, intervenendo prima del segretario Salvini, questi aspetti, la caduta della qualità dei servizi, il decoro urbano.

A sessantacinque anni mi vergogno dello stato della mia città. Quando ero un bambino ricordo che Roma non era in questo stato e, di certo, mai così. Mi piange il cuore, lo dico apertamente, da cittadino e ancor più da romano a vederla nelle condizioni attuali. E questo, quando potremmo avere, invece, sicuramente la possibilità di vederla in uno stato molto migliore. I romani si accontentano di poco: desiderano soltanto un po’ più di sicurezza, che le strade non siano come quelle di Kabul dopo i bombardamenti, vogliono che vi sia una viabilità che consenta di avere effettivamente delle alternative all’automobile. I romani prendono la loro auto non perché sono pigri o per altre ragioni, ma perché effettivamente non hanno alternative al trasporto privato. Un servizio di trasporto pubblico efficiente, quel che è assicurato in tutte le altre capitali mondiali, sarebbe la prima cosa da assicurare e riorganizzare. Dobbiamo cercare, quindi, di riavvicinarci alle effettive esigenze dei cittadini. Comprendo bene che Roma ha problemi che vengono da lontano, però non si è mai fatto nulla per risolverli. A mio avviso, la gestione di Roma è sempre stata quella di ‘tappare il buco’. Non si è mai avuta una visione, una prospettiva. E, infatti, ci troviamo in questa situazione tragica.

La Capitale ha problemi strutturali, uno status giuridico non riconosciuto per la Capitale del Paese, un sistema burocratico-amministrativo inadeguato, un bilancio insufficiente e gravato dall’enorme debito storico. I cittadini, negli ultimi anni, hanno visto declinare i servizi pubblici essenziali. Ma quale azione immediata per superare lo stato delle cose? In particolare, lei e la Lega cosa proporreste?

Serve innanzitutto una fortissima ristrutturazione organizzativa di Roma. La città ha una situazione molto particolare. Se andiamo a vedere le altre capitali europee, queste hanno una organizzazione amministrativa completamente diversa. Pensiamo ad Ostia, ad esempio. Per dimensioni è una vera provincia, ma da sempre Ostia è prima una circoscrizione e poi un semplice Municipio. Altrove è del tutto diverso. Se infatti guardiamo a Parigi, quella metropoli è organizzata in modo molto differente. Da una parte c’è il centro, il cuore di Parigi, e poi con gli arrondissement, una organizzazione amministrativa e politica autonoma e decentrata. Perché non emulare la capitale francese? In Italia, possiamo vedere anche la situazione di Milano: Monza è un Comune a parte, eppure ci troviamo con una città nella città. A Roma, invece, quella città sarebbe un semplice Municipio. Questo sistema organizzativo non è affatto compatibile con una metropoli europea e questo grava moltissimo su una gestione efficace della Capitale.

La questione del Meccanismo europeo di stabilità è il tema del giorno, tra polemiche, accuse e controaccuse tra le forze politiche. Come valuta la vicenda del cosiddetto Fondo Salva-Stati e come vede le prospettive del governo Conte, almeno a breve termine?

Leggo che lunedì prossimo il Presidente del Consiglio riferirà in Aula sul Mes. Sono estremamente curioso di sapere come Conte riuscirà ad arrampicarsi sugli specchi. Questo lo dico perché il premier non è andato a riferire alle Camere, mentre c’è una legge specifica al riguardo, che volle Monti, la 234 del 24 dicembre del 2012. Qui, in maniera inequivocabile, è indicato che il capo del governo deve riferire alla Camere su qualsiasi accordo in materia economica e monetaria con l’Unione europea. E la legge va addirittura oltre, e infatti le cito anche il comma 5, che impone che nel caso in cui il governo non si attenga all’indirizzo delle Camere, esso deve tempestivamente – si utilizza proprio questo termine “tempestivamente” – andare a informare il Parlamento. Non mi risulta che ciò sia mai avvenuto. Adesso, naturalmente, il Mes non è più emendabile, perché è chiuso e definito. Però ci sarà un voto del Parlamento che ne deciderà le sorti. Sono certo che non passerà, dal momento che tutte le forze politiche, tranne il Pd, sono contrarie al Mes. Non so quando andrà in discussione e non so, in realtà, nemmeno se sarà questo governo a discuterne. Credo che l’esecutivo, continuando così, avrà una vita molto breve.

Cosa pensa delle dichiarazioni, sostanzialmente tranquillizzanti, del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri?

Non posso che fare una battuta. Credo che Gualtieri sia molto più bravo a suonare la chitarra che a parlare del Mes.

È al debutto la nuova Commissione europea. Come vede gli intenti programmatici della presidente Ursula von der Leyen? Lei ha una posizione molto euro critica.

Certamente. Se la presidente von der Leyen pensa che i problemi di tutta Europa, di 500 e oltre milioni di cittadini europei si risolvono con la “green economy”, direi che siamo molto lontani dall’affrontare i problemi reali. Le esigenze delle persone in carne ed ossa, che debbono arrivare a fine mese, o di chi fa impresa, sono molto diverse e così anche le politiche da mettere in atto. Non è questa la strada.

Quali dovrebbero essere le posizioni da prendere e gli interventi indispensabili?

Realizzare un vero e reale piano di grandi investimenti in tutta Europa. A iniziare dall’Italia. Innanzitutto, dobbiamo rilanciare fortemente i consumi interni. Ed operando a tutto campo sui vari fronti. Uno tra tanti, come priorità assoluta, ad esempio: è indispensabile un grandissimo piano per la messa in sicurezza di tutto il nostro territorio, dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Vediamo cosa succede ogni volta che la pioggia cade un po’ più intensamente con le tragedie e i disastri che provoca. Non c’è manutenzione nel nostro Paese. Qui bisogna intervenire con determinazione. Significherebbe far ripartire il comparto delle costruzioni, che in dieci anni ha bruciato oltre 600 mila posti di lavoro, qualcosa di incredibile, e nessuno ne parla.

Questo significherebbe uscire dai vincoli europei, salvo nuove deroghe o la violazione degli stessi. Ma come si può fare con lo stato non brillante dei conti pubblici italiani, sempre sotto osservazione?

Io registro che molti altri Paesi dell’Unione europea escono tranquillamente dai vincoli e nessuno dice alcunché. Noi, invece, siamo sotto ricatto. Magari se avessimo un po’ più di forza e determinazione, probabilmente non saremmo in una situazione di subordinazione, del tutto non accettabile.

Restituiamo Roma ai romani, e sul Mes vi dico... Parla Rinaldi (Lega)

Di Roberto Pagano

"Elezioni subito" ed a tutti i livelli, "Via Raggi, no al Mes". Queste le parole d’ordine per una svolta in verde leghista per la Capitale, in Regione Lazio e a Palazzo Chigi. A margine dell’evento organizzato dalla Lega al Teatro Italia, dove, a partire dal segretario Matteo Salvini, sono state attaccate duramente le insufficienze amministrative della Sindaca di Roma, Virginia…

Perché sull'ambiente la nuova Commissione Ue parte con il piede sbagliato

Inizia in modo davvero inatteso il mandato di Ursula von der Leyen. Con una dichiarazione che sotterra le speranze ingeneratesi nei mesi scorsi riguardo all’auspicato scorporo degli investimenti “verdi” dal calcolo del deficit dei singoli Stati membri. Le premesse (se non le promesse) erano altre. E per vero anche la presenza del commissario, e vicepresidente della Commissione, Paolo Gentiloni, con…

Il dopo Mogherini al via. Ecco i dossier di politica estera sul tavolo di Bruxelles

L'Alto commissario europeo per le politiche Estere e di Sicurezza, l'ex ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell, è intervenuto oggi, giorno inaugurale della Commissione Von der Leyen. su una delle questioni: compattare l'Unione sui temi di politica e affari internazionali. "L'Ue è stata creata per risolvere problemi interni tra europei, compito che possiamo dire più o meno assolto. Ora deve ripensare…

Grande fratello cinese! Ecco come Pechino colleziona scansioni facciali

Da oggi in Cina gli operatori di telefonia hanno l'obbligo di registrare le scansioni facciali di chi compra un nuovo numero di telefono o un nuovo smartphone. Pechino ha stretto le maglie per controllare il mondo cyber secondo nuovi regolamenti decisi dagli uffici dedicati del Partito comunista e recepiti dal governo. A settembre, il ministero cinese dell'Industria e dell'information technology aveva annuncia…

Chi tocca Hong Kong finisce bacchettato dalla Cina. È il turno dell'Alto commissario Onu Bachelet

Stavolta è toccato alla Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, finire sotto l'attacco di Pechino per aver criticato (osato criticare, sarebbe da dire) l'opera repressiva della polizia di Hong Kong – gestita dalla Cina. "Interferenza inappropriata" negli affari interni cinesi, è stato il commento immediato con cui la rappresentanza cinese all'Onu ha reagito oggi a una…

Così la Grecia taglia le tasse sulla casa (con la benedizione di Bruxelles). Parla Stratos Paradias

La ricetta scelta dal premier Kyrialos Mitrsotakis per fare ripartire la Grecia non assomiglia affatto a quella che varie istituzioni internazionali - dall’Ocse all’Fmi fino alla Commissione europea - suggeriscono all’Italia. In sintesi, aumentare l’imposizione fiscale sulla casa e abbattere la pressione fiscale sul lavoro. Il governo di Atene, guidato dai moderati di Nuova Democrazia, ha deciso di ripartire da…

Perché non si può fare a meno del Mes

Attorno alla questione del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, si sta profilando una voragine di confusione sia nel mondo politico, sia in quello dell’opinione pubblica, sia in quello dell’informazione e dei social network, dove si sta assistendo alla corsa di chi ne sa di più, come pure si va manifestando la figura dell’espertone del nulla dove ognuno crede di essere…

Autostrade, perché dico no alla revoca della concessione ai Benetton

La revoca della concessione autostradale è assolutamente pericolosa perché determinerebbe un contenzioso i cui effetti onerosi ricadrebbero sui cittadini, oltre ad alimentare un clima e un sentimento antindustriale che avrebbe come unica finalità quella di allontanare i potenziali investitori dal nostro Paese. Siamo inoltre contrari come Osservatorio alla revoca della concessione, che deve peraltro essere provata in termini di presupposti…

Gianmarco Taccaliti: a cambiare il mondo sarà l’ecosostenibilità

Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro. Persone che…

L'unità dei cattolici in politica non è un dogma. Il commento di Reina

Alti prelati, clerico-leghisti e l’impegno politico dei cattolici. Potrebbe essere questo il titolo di un racconto dell’oggi. Pare che la riflessione avviata da esponenti del mondo cattolico, finalizzata alla possibile costruzione di un partito di centro di ispirazione cristiana, stia disturbando i pensieri di altri cattolici che già hanno abbracciato il credo salviniano generato dalla Lega Nord. Non è necessario…

×

Iscriviti alla newsletter