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L’opposizione venezuelana ha toccato la porta dei russi nel tentativo di cercare una soluzione per la crisi del Venezuela. La conferma è arrivata dal ministro degli Affari esteri russi, Sergej Lavrov, durante un’intervista concessa all’emittente RT prima di partire in un tour latinoamericano che lo porterà a Cuba, Brasile e Suriname. “Ci ha contattato la gente di Guaidó – ha dichiarato Lavrov -. Abbiamo spiegato che è inammissibile cercare soluzioni ai problemi interni provocando un’ingerenza esteriore”.

FIDUCIA RUSSA

Nonostante l’apparente stallo dei negoziati tra l’opposizione venezuelana e il regime di Nicolás Maduro, il ministro russo considera che la situazione in Venezuela stia migliorando, e che nel processo di dialogo di Oslo si stia imponendo il buon senso: “Dal mio punto di vista, la situazione in Venezuela sta cambiando in meglio. […] Il tono dei commenti positivi di Nicolás Maduro, e degli oppositori, su come sta andando il processo di negoziazione, mi fanno essere fiducioso che si raggiungerà un accordo soddisfacente per tutti. Succederà, prima di tutto, per il bene del popolo venezuelano”.

Per Lavrov, la dottrina Monroe è ancora viva ed è evidente “nell’arroganza degli Stati Uniti” quando parla della crisi venezuelana come priorità dell’agenda regionale di Washington: “Anche i Paesi latinoamericani che sostengono gli Usa sono a favore di un cambiamento di potere in Venezuela ma non sosterrebbero mai una soluzione militare. Sono convinto che se qualcuno negli Stati Uniti scegliesse l’uso della forza, tutta l’America latina si opporrebbe”.

Lavrov sarà in Brasile il 25 e 26 luglio per partecipare alla riunione dei ministri degli Esteri del gruppo Brics, formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. La crisi venezuelana sarà uno degli argomenti principali dell’agenda.

ORGOGLIO AMERICANO

Intanto, dagli Stati Uniti arriva il ricordo della nomina di Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Il vicepresidente Mike Pence ha scritto su Twitter che si sente orgoglioso di essere stato uno dei primi a riconoscere il governo di transizione nel Paese sudamericano.

“Sei mesi fa – ha scritto Pence – il presidente dell’Assemblea è stato nominato presidente ad interim del Venezuela. Gli Stati Uniti sono orgogliosi di essere stata la prima nazione che l’ha riconosciuto come leader legittimo del Venezuela. Il nostro impegno è solido. Siamo con Guaidó e chiediamo tornino la democrazia e la libertà in Venezuela”.

IMPEGNO LATINOAMERICANO

Nel frattempo, il Gruppo di Lima ha discusso sulla crisi venezuelana nel vertice di ieri a Buenos Aires. I Paesi latinoamericani critici nei confronti del regime di Maduro hanno scambiato opinioni sul rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani sul dossier del Venezuela in sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Per il gruppo, il documento firmato dall’ex presidente Michelle Bachelet “non lascia margine a che alcuni Paesi continuino ad appoggiare il regime illegittimo di Nicolás Maduro”, per cui invita tutti ad unirsi “all’impegno del Gruppo di Lima per il ritorno dello Stato di diritto e della democrazia in Venezuela”.

Guaidó cerca il sostegno della Russia (che ancora sostiene Maduro)

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