Skip to main content

“Una svolta epocale che dà vita a un campione industriale europeo per competere a livello globale nel campo della difesa”. È così che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua “grande soddisfazione” per la firma odierna tra Fincantieri e Naval Group, destinate a costituire entro la fine dell’anno Poseidon, la nuova joint venture al 50% per la cantieristica navale militare.

GLI OBIETTIVI DI FINCANTIERI

La rotta tracciata dall’ad Giuseppe Bono (presidente della nuova società per il primo triennio) è la stessa già emersa dall’intesa siglata lo scorso ottobre: aumentare la capacità del Gruppo, potenziare l’export e sviluppare nuove tecnologie. È l’obiettivo che ha portato il manager a siglare l’accordo odierno con il collega francese Hervé Guillou, con un piano ben più ambizioso che punta in direzione dell’Airbus dei mari, salvo almeno nuove sorprese circa i Chantiers de l’Atlantique, sulla cui acquisizione da parte del Gruppo di Trieste manca il via libera dell’antitrust europeo.

LA FIRMA SU NAVE MARTINENGO

La firma dell’Alliance Cooperation Agreement è avvenuta a bordo di Nave Martinengo, la Fremm italiana (fresca di assegnazione della Bandiera di guerra) ormeggiata presso l’arsenale di La Spezia. Un luogo simbolico, poiché la nave è tra quelle realizzate tramite il programma congiunto italo-francese per le Fregate europee multi-missione, frutto di una collaborazione pluridecennale. Un progetto reso possibile anche dal clima politico favorevole nei rapporti tra Parigi e Roma, lo stesso che nei mesi scorsi è venuto a mancare rendendo più difficile la soluzione della questione Stx. La nuova joint venture e l’acquisizione dei cantieri ex-Saint Nazaire sono formalmente due dossier indipendenti. La trasversalità è però evidente, sia nella dimensione politica sia nella quota dell’11,7% dei cantieri nelle mani di Naval Group (dopo la nazionalizzazione voluta dai francesi rispetto all’acquisto da parte di Fincantieri). In questo modo, la formalizzazione dell’impegno sulla nuova joint venture per le navi militari viene considerata un passo in più verso la soluzione del dossier.

LA GOVERNANCE E GLI OBIETTIVI

In ogni caso, le indiscrezioni sulla governance del nuovo soggetto europeo della cantieristica navale sono state pressoché tutte confermate. La sede sarà a Genova, con un’altra base nei pressi di Tolone, a Ollioules dans le Var. Per il primo triennio, gli incarichi di amministratore delegato e direttore finanziario (il chief financial officer) andranno a due francesi; la presidenza e la direzione operativa (coo) saranno espressi invece da Fincantieri, con gli ad delle due aziende all’interno di un consiglio d’amministrazione che prevede sei membri. La joint venture si occuperà di coordinare le attività in ricerca, innovazione e procurement militare. In termini concreti, dovrà preparare offerte vincenti per programmi binazionali e per l’export, elaborare una politica di fornitura più efficiente, e condurre attività mirate nell’ambito della ricerca e dell’innovazione.

LA RICHIESTA AI GOVERNI

Resta, come nella prima intesa formale dello scorso ottobre al salone parigino di Euronaval, il riferimento ai rispettivi governi nazionali, il cui ruolo è determinante nella finalizzazione dell’accordo, soprattutto per definire i confini dell’azione della joint venture. “Manifestiamo grande soddisfazione per il risultato raggiunto e, soprattutto, desideriamo ringraziare i nostri governi che negli ultimi mesi hanno lavorato fianco a fianco a noi, e continuano a farlo”, hanno detto Bono e Guillou. L’obiettivo, hanno aggiunto, è “finalizzare un’intesa che assicurerà la protezione degli asset sovrani, favorendo la collaborazione tra i due team”. Questo impegno permetterà “di supportare sempre meglio le nostre Marine, fornire l’adeguato sostegno alle operazioni per l’export comune e gettare concretamente le basi per il consolidamento dell’industria europea della difesa”, traguardo notato anche dal premier Conte.

LE OCCASIONI PER LA NUOVA SOCIETÀ

La prima occasione per la nuova joint venture potrebbe arrivare dalla fornitura di quattro navi di supporto logistico (LSS) richieste dalla Marina francese. L’impegno alla collaborazione tra Naval Group e Fincantieri sulla commessa era già arrivato al salone Euronaval, favorito dal fatto che le navi si basano sul progetto dell’unità italiana LSS ”Vulcano”. Nella stessa occasione, era emersa l’intenzione inoltre (“con il sostegno di entrambi i ministeri della Difesa”, si specificava) di presentare un’offerta comune per i primi studi per l’ammodernamento di ”mezza vita” dei cacciatorpediniere classe Horizon francesi e italiani con un comune Combat management system (Cms).

“IL CULMINE DI UN’AZIONE CONDIVISA”

La firma odierna è comunque il frutto di un percorso piuttosto lungo. Tutto ha avuto inizio a settembre 2017, quando i governi di Roma e Parigi annunciarono l’intenzione di approfondire le opportunità per un alleanza industriale. A luglio, le aziende coinvolte hanno presentato la loro proposta che avrebbe previsto una scambio azionario tra il 5 e il 10%. Poi a Euronaval, con il dichiarato sostegno dei governi e alla presenza dei due ministri della Difesa Elisabetta Trenta e Florence Parly, l’annuncio sul primo passo: la definizione dei termini e delle condizioni per creare una joint venture al 50%, ipotesi che restava subordinata all’approvazione dei rispettivi consigli di amministrazione, poi arrivata nelle scorse settimane. La firma odierna, ha detto Guillou, è il culmine di una ambizione industriale condivisa, che è il posizionamento a lungo termine dell’industria navale europea in un mercato internazionale che ha subito una profonda trasformazione”.

Fincantieri e Naval a vele spiegate. La soddisfazione di Conte e Bono

“Una svolta epocale che dà vita a un campione industriale europeo per competere a livello globale nel campo della difesa”. È così che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la sua “grande soddisfazione” per la firma odierna tra Fincantieri e Naval Group, destinate a costituire entro la fine dell'anno Poseidon, la nuova joint venture al 50% per la…

Dalle parole ai fatti. Da Cipro mandato di cattura per la nave turca

Erdogan contro tutti. Non solo spinge ancora sul gas, con la reazione di Cipro che spicca un mandato di cattura per l'equipaggio della nave Fatih, ma minaccia direttamente gli Usa sull'accordo per la fornitura degli F-35 e del sistema russo S-400. Di fatto mette la Turchia in una posizione di assoluta spigolosità, anche in contrasto con il diritto internazionale, nella…

Le proteste di Hong Kong mettono la Cina alle strette. L'analisi di Pieranni e Talia

Hong Kong sta vivendo una serie di proteste senza precedenti, scoppiate a seguito di un proposta di legge per l'estradizione su cui il governo locale sembra non tornare indietro e che opposizioni, organizzazioni per i diritti, movimenti politici e cittadini considerano un'esposizione eccessiva alla Cina che potrebbe limitare il sistema di democrazia e libertà su cui si fonda il Paese. Argomento…

Huawei si scaglia contro Verizon (ma Marquis la stronca)

Il braccio di ferro tecnologico tra Stati Uniti e Cina prosegue. Al centro dello scontro, ormai globale, fra Washington e Pechino, si trova Huawei, recentemente inserito in una “lista nera” del dipartimento del Commercio. Ora, per tutta risposta, il colosso di Shenzen ha comunicato a Verizon che la telco americana dovrà pagare le licenze per oltre 200 dei suoi brevetti.…

La mitezza di Bergoglio sfida l’indifferenza e offre un’ancora anche alla Russia

Bisogna leggerlo bene l’ultimo numero de La Civiltà Cattolica, perché nella conversazione di papa Francesco con i gesuiti incontrati in Romania ci sono indicazioni utili per leggere questo importantissimo momento ecclesiale e anche l’imminente incontro con Vladimir Putin, al quale è dedicato un altro articolo del numero della rivista diretta da padre Antonio Spadaro. Francesco dà subito una bussola davanti…

Iran nel mirino degli Usa. Cosa rischia il regime di Teheran e perché

Il segretario di Stato statunitense, Mike Pompeo, ha detto che secondo le informazioni di intelligence ottenute dai funzionari americani l'Iran è responsabile degli attacchi odierni alle due petroliere nel Golfo dell’Oman, rotta cruciale per il transito di gran parte del petrolio mondiale. Pompeo ha parlato in una conferenza stampa straordinaria senza però presentare prove del coinvolgimento iraniano, sebbene nelle ore precedenti fosse stato già indicato da alcune…

Investimenti per la difesa. Sono i 7 miliardi di euro per Iveco, Fincantieri e Leonardo

Lo Sviluppo economico di concerto con il ministero della Difesa ha ratificato oggi un impegno per oltre 7 miliardi di euro su programmi pluriennali della Difesa. “Esprimo la mia massima soddisfazione per l’impegno assunto dal governo, certa che questa manovra consentirà di salvaguardare l’interesse economico delle aziende e i tantissimi lavoratori che aspettavano una risposta prontamente arrivata”, ha dichiarato il…

Quel che divide sindacati e Confindustria Energia nel negoziato per il rinnovo del Ccnl dell’Energia e Petrolio

L'ASSEMBLEA OGGI A ROMA Il contratto nazionale di riferimento, che riguarda circa 37mila addetti, è scaduto lo scorso 31 dicembre, e il negoziato per il rinnovo del Ccnl in questione segna il passo. Lo hanno reso noto oggi gli stessi sindacati, attraverso l’assemblea nazionale della loro delegazione, impegnata al tavolo della trattativa, che si è riunita al Centro Congressi Cavour…

Il Tesoro fa il pieno coi Btp. Il mercato si fida (ancora) di noi

L'Europa avrà anche aperto una procedura di infrazione verso l'Italia, ma oggi dal mercato giudice del nostro debito è arrivata un minuscolo attestato di fiducia. Dopo l'asta di ieri infatti (qui l'articolo) anche oggi dagli investitori esteri è arrivata una risposta importante: un pezzo del nostro debito è stato sottoscritto senza chiedere in cambio un prezzo troppo elevato.  Non è…

Un F-35 sopra la Casa Bianca. Così Trump ha brindato al nuovo abbraccio con la Polonia

Volano gli F-35 sopra la Casa Bianca, accompagnati dallo sguardo soddisfatto di Donald Trump e da quello entusiasta del premier polacco Andrzej Duda, desideroso di acquistarne almeno 32. Per Varsavia è la ciliegina sulla torta della modernizzazione militare portata avanti negli ultimi anni a suon di budget e investimenti, frutto delle preoccupazioni per l'assertività russa e ben più ampia degli…

×

Iscriviti alla newsletter