Skip to main content

“L’obiettivo della Russia è di indebolire i Paesi occidentali polarizzando il dibattito”, ha spiegato Daniel Stenling, capo del controspionaggio del Servizio di sicurezza svedese: “Negli ultimi cinque anni, abbiamo visto l’intelligence sempre più aggressiva lavorare contro la nostra nazione”. È lo spaccato perfetto per creare il contesto attorno a un reportage formidabile del New York Times, che ha indagato sia l’ambiente fisico che quello digitale che hanno permesso il recente exploit dell’estrema destra svedese. Un caso di studio importante, perché ha un contorno che può essere riproponibile e sovrapponibile anche altrove. Soprattutto perché il NYT ha dimostrato come dietro il successo della destra neo-nazista svedese, con il partito Democratici Svedesi salito al 17,5% alle ultime Europee, ci sia un network vastò che va dalle attività di info-war russa ai siti dell’alt-right americana. È così che la Svezia è diventato il centro dell’attenzione di un certo tipo di media e visioni politiche. Per esempio Fox News, da cui fu addirittura Donald Trump a riprendere due anni fa la notizia completamente falsa su un attentato avvenuto nel Paese. Proxy medium utilizzato sempre: l’immigrazione. La Svezia ha dato asilo a molti immigrati nell’ultimo decennio, da Siria e Afghanistan soprattutto, e questo modello di accoglienza — con i suoi problemi e debolezze — viene preso come bersaglio e attaccato dalle destre occidentali come esempio di pessima integrazione attraverso racconti alterati, falsi e parziali della realtà. Per esempio, il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, leader di un partito la cui piattaforma elettorale ruota tutta attorno al no-immigrazione, pochi mesi fa ha rilanciato sulla sua pagina Facebook un servizio del Tg2 molto criticato per le inesattezze (fu oggetto di rimostranze ufficiali da parte dell’ambasciata svedese), che aveva come obiettivo dimostrare che il modello svedese con l’immigrazione non funziona: “Stop Eurabia” diceva il video-meme condiviso dal leghista.

La Svezia è un soft-target. Il modello democratico liberale che Stoccolma rappresenta è molto attaccato da regimi autoritari come quello russo, che cerca anche di sfruttare per proprio interesse le falle rappresentate da certe istanze di estrema destra nel sostrato comune europeo. Mosca ha come obiettivo la disarticolazione dell’Ue, partendo dal campo valoriale, perché ne trarrebbe vantaggio in termini di rapporti e concorrenza strategica. Ne sono esempi i vari contatti con i partiti anti-europeisti. Nel caso svedese, però, il Cremlino ha dovuto modificare parzialmente questo approccio perché i Democratici Svedesi hanno una lettura tendenzialmente più anti-russa di altri colleghi ideologico (il Rassemblement National francese, per esempio) legata alla minaccia connessa alla vicinanza geografica e ad anni di attività di ingerenza russa nella Penisola Scandinava.

Per questo Mosca ha usato come canali pagine Facebook e siti di news che (come spesso accade) si vendevano al pubblico come alternativi, ma in realtà diffondevano propaganda per l’estrema destra. È il caso di siti come SamhallsnyttNyheter Idag e Fria Tider, rapidamente diventati tra i più visualizzati in Svezia. Creati da membri dei DemSved hanno iniziato a condividere teorie complottiste sulla sostituzione etnica dietro all’immigrazione e hanno raccolto dozzine di migliaia di condivisioni sui social network grazie al rimbalzo di bot e account fasulli. “La mano della Russia in tutto questo è perlopiù nascosta, ma le impronte che hanno lasciato sono molte”, ha spiegato il New York Times. Il giornale ha scoperto che dietro ci sono stati anche contatti diretti: un giornalista incalzato dalle intelligence per le relazioni con la Russia, un direttore che ha lavorato per il Cremlino in Siria, una società per le pubblicità tedesca di proprietà russo-ucraina che ha pagato le inserzione in alcuni di quei siti.

 

 

Interferenze russe senza confini. L’ombra di Putin sulla Svezia

"L'obiettivo della Russia è di indebolire i Paesi occidentali polarizzando il dibattito", ha spiegato Daniel Stenling, capo del controspionaggio del Servizio di sicurezza svedese: "Negli ultimi cinque anni, abbiamo visto l'intelligence sempre più aggressiva lavorare contro la nostra nazione". È lo spaccato perfetto per creare il contesto attorno a un reportage formidabile del New York Times, che ha indagato sia l’ambiente…

Il ritorno (sbiadito) dei gilet gialli. Tramonto di un movimento eterogeneo?

Ne avevamo perso le tracce e perfino il ricordo stava sbiadendo. Dov’erano finiti i gilet jaunes? L’ultima, fugace e sostanzialmente inutile apparizione l’avevano fatta, dopo una stasi coincidente con la stagione elettorale, il 29 giugno scorso. Poi il silenzio. Le circa diecimila persone che avevano manifestato in alcune città francesi per la trentatreesima volta dal novembre dello scorso anno, oggi…

L’inaccettabile deriva autoritaria e l’appello di Democrazia Solidale

La crisi attuale è stata determinata da elementi esterni alla prassi costituzionale: qualunque ne sia il motivo, Salvini ha cercato di superare in maniera scorretta il ruolo delle istituzioni. È un segnale preoccupante che evidenzia l’intenzione di portare l’Italia verso una deriva, sicuramente plebiscitaria e forse anche autoritaria. Democrazia Solidale ritiene tale eventualità inaccettabile, una ricetta pericolosa che ha già dato…

La Open Arms deve entrare in Italia. Così i giudici del Tar “bocciano” Salvini

La nave Open Arms deve entrare nelle acque territoriali italiane per consentire la valutazione di tutte le criticità a bordo e dunque lo sbarco di quei migranti in precarie condizioni. Lo ha deciso il Tar del Lazio (Sezione Prima Ter, presidente Leonardo Pasanini) accogliendo il ricorso presentato dai legali della Foudacion Proa (Pro Activa Open Arms) contro il provvedimento del…

Pil tedesco in calo (recessione?). Ecco chi pensa non sia una cattiva notizia

Sì, la Germania locomotiva d'Europa è a corto di carbone. E sì, l'Italia ha come primo mercato di sbocco continentale proprio Berlino. E, ancora sì, il bund tedesco è e rimane il benchmark per il costo del nostro debito dovrano. Ma, no, non è il caso di vedere solo il bicchiere mezzo pieno. Antefatto: le stime diffuse ieri dall'Eurostat dicono…

La crisi di governo morde l'industria italiana. L'intervento di Donegà (Cisl)

Di Andrea Donegà

La crisi di governo arriva nel momento peggiore, giusto in tempo per appesantire ulteriormente l’aria che soffia sulle nostre industrie, resa già asfittica dall’assenza di politiche adeguate da parte di un esecutivo concentrato a rincorrere promesse senza mai tradurle in benefici per l’economia reale e per le persone. Una crisi peraltro inedita, consumata fuori dal Parlamento e annunciata con un…

Cina senza freni. Il pugno duro continua e le parole di Trump non bastano

Le autorità navali cinesi hanno negato ieri a due imbarcazioni militari statunitensi (l’unità anfibia “USS Green Bay” e l’incrociatore “USS Lake Erie”) lo scalo tecnico a Hong Kong. È uno dei vari segnali che la crisi per le proteste nel Porto Profumato sta salendo di livello. Le unità della Us Navy compiono regolarmente questo genere di “visite”, come vengono chiamate…

Ponte Morandi, Cianciotta spiega perché l'Italia ha bisogno di infrastrutture

Erano le 11,36 del 14 agosto 2018, quando sotto una pioggia incessante 250 metri di ponte Morandi, il viadotto autostradale che collega la A7 con la A10, crolla insieme alla pila di sostegno, la numero 9. Le vittime saranno 43. Oltre al blocco della viabilità urbana, ferroviaria e autostradale, il disastro obbligò 566 residenti nelle case presenti sotto la pila 10,…

Salvini fa indietro tutta. Crisi congelata o solo bluff? Ora tocca a Conte

Marcia indietro. Al Senato Matteo Salvini ha giocato un'ultima carta. Per giorni ha gridato all'inciucio Pd-M5S e accusato Luigi Di Maio di voler prendere tempo con il voto sul ddl Taglia Poltrone, “un salva-Renzi” scriveva solo ventiquattro ore fa. Ora il leghista ha cambiato idea. Voto subito sul provvedimento, poi ritorno alle urne, è la proposta lanciata dallo scranno di…

A un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il ricordo di Pandolfo (Pd)

Il 14 agosto è un sentimento ormai radicato dentro ognuno di noi. Molto di più di un ricordo. Un senso profondo di sgomento e smarrimento di fronte a una tragedia neppure lontanamente immaginabile. È passato un anno dal crollo del Ponte Morandi. Domani, mercoledì 14 agosto ci fermeremo tutti per molto più che per un attimo, quello che ha spazzato…

×

Iscriviti alla newsletter