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I toni e il linguaggio erano quelli a cui Paolo Savona ci ha abituato in questi anni. L’occasione però era di quelle importanti: la sua prima relazione annuale al mercato finanziario, riunitosi questa mattina a Milano, presso la sede di Borsa Italiana, a Palazzo Mezzanotte. L’ex ministro per gli Affari Europei che la Lega voleva al Tesoro (ma non Sergio Mattarella che vi preferì Giovanni Tria) questa mattina ha avuto il suo battesimo del fuoco alla guida della commissione per la Borsa. Per conto del governo, ad ascoltare la prima di Savona, era presente il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, accompagnato per l’occasione dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.  Nel suo linguaggio schietto, Savona è partito da un punto fermo, mettendo in chiaro un concetto: l’Italia non è un problema per l’Europa, semmai è una risorsa.

ITALIA RISORSA E NON PROBLEMA

“L’Italia per la Comunità europea e quella globale, non rappresenta un problema finanziario ma una risorsa, dalla quale molti Paesi attingono per soddisfare le loro necessità”. Senza voler negare l’esistenza di problemi interni al Paese, efficacemente analizzati dallo stesso Visco, nelle sue recenti Considerazioni, i giudizi espressi, Savona ha sferrato un attacco tutto sommato frontale al governo comunitario e alla sua capacità di leggere correttamente la nostra situazione economica e finanziaria: spiegando come spesso le “posizioni di istituzioni sovranazionali e nazionali sono condizionati da pregiudizi che non tengono conto di due pilastri che reggono la nostra economia: la competitività delle nostre imprese e il nostro buon livello di risparmi. Dal 2013 l’Italia cede risparmio all’estero in quantità superiori al suo debito pubblico”. Semmai, un contributo significativo alla stabilità finanziaria verrebbe dalla creazione di un titolo europeo privo di rischio (European safe asset) mentre l’unico safe asset esistente oggi in Europa è di fatto il Bund tedesco”.

DENTRO UNA CAVERNA

Il numero uno della Consob ha poi ristretto il campo dell’analisi sull’Italia, usando una metafora per rendere meglio l’idea e per dare un secondo affondo all’Europa e all’immagine che essa dà dell’Italia. “Oggi è come se l’Italia fosse collocata dentro la caverna di Platone dove le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà. Per giunta in presenza di un continuo vociare a senso unico”. Ma è compito di chi riveste posizioni di vertice della politica, dell’economia e dei mezzi di informazione rafforzare la luce e abbassare i toni per ristabilire la fiducia sul futuro del Paese. Non esiste alcun vincolo oggettivo insuperabile alla nostra crescita”. Per Savona “ricreando la fiducia sulla solvibilità del Paese si reinnesterebbe il circolo virtuoso dello sviluppo, che non è formato dal solo innalzamento della crescita materiale, ma da tutte le componenti della società”.

IL MITO DEL DEBITO

Non è bastato a Savona restituire all’Italia l’immagine che merita, l’economista diventato ministro e poi presidente Consob, ha scardinato anche un altro caposaldo della trattativa tra Bruxelles e Roma: il debito pubblico. Smontandone quell’alone di mito che da sempre accompagna ogni discussione sulla nostra esposizione sovrana. “I sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico sono oggettivamente infondati“. E qui lancia la sua sfida: “La teoria e la ricerca non forniscono una risposta univoca sul legame ottimale tra il debito pubblico e il Pil“, tanto che il Giappone presenta un dato intorno al 200%. “Ciò non significa che non esista un limite all’indebitamento, ma per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del Pil. Se il criterio di razionalità indicato venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di governo, si restituirebbe ai debiti sovrani, incluso quello italiano la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori”.

UN PIANO DA 20 MILIARDI

Altro capitolo, la crescita. Savona è noto per essere stato, ai tempi in cui era ministro gialloverde, uno dei promotori di un piano per la crescita da 20 miliardi di euro. Puntualmente rilanciato oggi. “La crescita italiana ha il suo epicentro negli investimenti e da questi si deve ripartire. La fiducia trova alimento nella crescita reale, che a sua volta la genera se il clima politico e sociale resta favorevole”. Da qui l’urgenza di far ripartire gli investimenti: “Il binomio fiducia-crescita riceverebbe un impulso certo e rilevante da un’azione congiunta del settore privato e pubblico italiano per attuare investimenti aggiuntivi nell’ordine di 20 miliardi di euro, utilizzando risparmio interno”

OBIETTIVO BITCOIN

Un ultimo passaggio della relazione è stato dedicato all’avvento delle criptovalute (qui l’intervista al commissario Consob, Paolo Ciocca). “Le criptovalute possono essere un esempio da cui trarre insegnamento per proteggere il risparmio ma l’ideale sarebbe che l’uso di questo strumento, per ora para-monetario se non proprio finanziario, diventi monopolio pubblico, come accaduto per la moneta di base“. Alcuni Stati, sottolinea il numero uno della Commissione, “si stanno muovendo in questa direzione ma – avverte allo stesso tempo – l’iniziativa privata mostra di essere più pronta a cogliere l’innovazione e a porre il suo dominio su di essa”. Da qui il suo allarme: se questo accadesse, infatti, il sistema monetario attuale “verrebbe sconvolto e il sistema finanziario coinvolto” perché “diventerebbe problematico il controllo della quantità di moneta e, ancor di più, la sua riconduzione nell’alveo pubblico”.

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