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Un mese fa, la contraerea dei Pasdaran ha abbattuto un velivolo senza pilota americano sopra lo Stretto di Hormuz, cuore strategico del traffico di petrolio dal Golfo. Il presidente Donald Trump aveva prima ordinato un attacco di rappresaglia, ma poi ha dichiarato di averlo abortito “dieci minuti prima” che le bombe cadessero sull’Iran. Tra i commenti aveva spiegato che lui comunque aveva tutta l’autorità di dare il via libera ai raid in qualsiasi momento avesse voluto. Era un’affermazione costituzionalmente accettabile – il commander in chief ha potere sulle azioni militari – e soprattutto un messaggio a Teheran. Oggi la Camera ha votato un emendamento per bloccare quell’autorità, confutare quella dichiarazione del presidente e imporre a Trump di richiedere necessariamente la luce verde del Congresso prima di attaccare l’Iran.

La risoluzione è passata tramite i voti della maggioranza democratica e quelli di 27 repubblicani, e porta due firme bipartisan e significative: per i Dems Ro Khanna, democratico liberale dalla California, per i Repubblicani invece Matt Gaetz della Florida, uno dei più stridenti alleati repubblicani di Trump al Congresso. Dietro il lavoro di lobby di organizzazioni solitamente piuttosto distanti: per esempio sia Tea Party che Indivisible, un gruppo anti-Trump liberale, hanno promosso l’emendamento.

I legislatori da molto tempo vogliono riprendere autorità sui poteri di guerra dello Studio Ovale, e la situazione con l’Iran è stata usata come perfetto pretesto, aggiungendoci il peso che grava sulle spalle di entrambi i lati di Capitol Hill per i 17 anni di guerra in Afghanistan e il malcontento degli elettori per le missioni Usa nel mondo – una sponda sociale che anche Trump ha cavalcato, annunciando già ai tempi della campagna elettorale volontà di ritiro, contrazione, riequilibrio, per chiudere certi impegni troppo costosi (tutto con lettura America First).

“Se i miei colleghi affamati di guerra, alcuni dei quali hanno già suggerito di invadere il Venezuela e la Corea del Nord e probabilmente qualche altro Paese prima di pranzo domani; se sono così certi della loro causa contro l’Iran – ha dichiarato Gaetz – portino le loro richieste di autorizzazione per usare la forza militare contro l’Iran proprio su questo floor. Lasciamo che se ne faccia un caso di dibattito al Congresso e davanti al popolo americano”. È una dichiarazione che segna la spaccatura interna ai repubblicani tra le posizioni meno militariste trumpiane e quelle più aggressive, incarnate dai falchi oltranzisti come il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, che per le posizioni molto spinte proprio su dossier come Iran, Venezuela e Corea del Nord è entrato in discussione con il presidente.

L’emendamento è stato inserito all’interno di una delle più importanti leggi americane, il piano per i finanziamenti per la Difesa che è in fase di votazione. Una prima bozza è passata al Senato, dove una richiesta simile era stata già votata e respinta, ma era previsto che nella lettura alla Camera fosse di nuovo inserita – ora la legge votata alla Camera deve essere riconciliata con quella del Senato, e da lì l’emendamento potrebbe essere di nuovo cassato, perché la camera alta è controllata dai Repubblicani, oppure confermato (e in parte sarebbe una sorpresa).

 

Attaccare l’Iran. Chi vuole imporre la luce verde del Congresso a Trump?

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