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La terza riunione del Consiglio supremo di Difesa nell’epoca dell’esecutivo giallo-verde arriva dopo settimane delicate e convulse per il settore. Alle polemiche sulle celebrazioni per il 2 giugno si è aggiunto a stretto giro lo scontro determinatosi tra le forze politiche per scegliere il successore di Valter Girardelli alla guida della Marina militare, sovrapponendosi a sua volta alle difficoltà derivate dal rallentamento dei programmi della Difesa. Su tutto questo, l’azione silenziosa e discreta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è fatta sentire e ha prodotto i suoi frutti, molti dei quali potranno già essere colti nel vertice convocato per domani pomeriggio al Quirinale.

LE ULTIME NOVITÀ

La riunione al Colle consentirà difatti al capo dello Stato di considerare pressoché superate le polemiche per la Festa della Repubblica, di constatare l’approvazione del Mise e dalla Difesa dello sblocco dei 7,2 miliardi di finanziamenti per i programmi militari e di accogliere la scelta effettuata a favore dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nuovo capo di Stato maggiore della Marina. A ciò si aggiunge, da ultima, la definizione di una posizione di maggioranza piuttosto equilibrata sulla crisi in Yemen, da applicare alle mozioni che in queste ore saranno presentate nelle due Camere. La convergenza tra le due forze al governo vedrà la sospensione delle esportazioni verso l’Arabia Saudita di bombe e missili che possano colpire direttamente la popolazione civile. Alla redazione del testo ha contribuito anche il sottosegretario alla Difesa della Lega Raffaele Volpi, da tempo a lavoro proprio sul dossier dell’export militare.

VERSO IL NUOVO DPP

Nel frattempo, è in attesa di rilascio ufficiale il nuovo Documento programmatico pluriennale 2019-2021 del ministero della Difesa, riferimento strategico su cui si muove la politica di difesa nazionale, comprensivo dei programmi di spesa e delle coperture finanziarie. Ormai l’approvazione pare soltanto una formalità. Il testo è difatti consolidato e le anticipazioni sono state già lanciate da Rid e dal sito Formiche.net. Il Presidente Mattarella e il generale Rolando Mosca Moschini, consigliere per gli affari del Consiglio supremo di difesa di cui è segretario, avranno sicuramente avuto modo di visionare informalmente il testo, all’interno del quale è contenuto anche il messaggio positivo circa la centralità dell’Alleanza Atlantica, comprensivo di piano per raggiungere il 2% del Pil per la spesa nel settore. Su questo era arrivato forte il segnale del Quirinale nella precedente riunione del Consiglio supremo di Difesa, a febbraio.

TRA PARIGI E WASHINGTON

All’epoca, una strigliata era giunta anche con il richiamo al “carattere di continuità, anche finanziaria, che deve necessariamente caratterizzare i programmi di ammodernamento che si sviluppano su orizzonti temporali particolarmente lunghi”. In tal senso, la scorsa settimana, segnali di attenzione sono arrivati copiosi dal salone di Le Bourget, la manifestazione francese dedicata all’aerospazio condita dalla visita di Giuseppe Conte, la prima in assoluto di un presidente del Consiglio italiano a eventi di questo tipo. Una trasferta da sommare a quella del ministro Elisabetta Trenta, delle delegazioni parlamentari, del segretario generale della Difesa Nicolò Falsaperna e dell’ex premier Matteo Renzi, proprio a testimonianza di una ritrovata partecipazione trasversale. E mentre a Parigi si apriva il salone, dall’altro lato dell’oceano arrivavano messaggi importanti dalla visita di Matteo Salvini a Washington. Dopo l’incontro con il vice premier italiano, il segretario di Stato Mike Pompeo segnalava nel comunicato ufficiale l’importanza della cooperazione tra Stati Uniti e Italia nel settore della Difesa.

I FRUTTI DELLA MORAL SUASION

Tra programmi, pianificazione di lungo periodo e supporto all’export, i temi in discussione per la difesa italiana restano tanti, almeno quanti i passi ancora da compiere per il settore. L’impressione, tuttavia, è che il capo dello Stato potrà constatare alcuni effetti positivi della sempre attenta e rispettosa azione di moral suasion che ha esercitato nelle settimane più difficili. Grazie ad essa, il Consiglio supremo di Difesa di domani sarà senza dubbio meno difficile di come lo sarebbe stato quindici giorni fa.

L’IMPEGNO NEGLI SCENARI DI CRISI

Tra i dossier che restano aperti e su cui si potrebbe concentrare il vertice al Quirinale, c’è la postura del nostro Paese e la possibilità di eventuale impegno con gli alleati nelle zone del nostro vicinato che si stanno surriscaldando da più di qualche giorno. Ci sarà spazio per una valutazione di carattere generale sugli scenari che vanno complicandosi in Medio Oriente, alla ricerca delle mosse che possano migliorare, e non peggiorare, un già precario equilibrio. D’altra parte, nella nota del Colle, figura come primo punto all’ordine del giorno un “aggiornamento sulle principali aree di crisi, sullo stato del terrorismo internazionale e sull’impegno delle Forze armate nei diversi teatri operativi”. Verrà valutato soprattutto, si legge, “l’impatto della minaccia sulla sicurezza nazionale, con particolare riguardo all’area del Mediterraneo”.

Di cosa (non) si discuterà in Consiglio supremo di Difesa con Mattarella

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