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Confindustria batte un colpo, ricordando al governo che mentre discute con l’Europa su come evitare la procedura di infrazione e su come trovare i soldi per la flat tax, il tachimetro dei conti pubblici continua a correre. Ci deve essere del malumore tra gli industriali, altrimenti non si spiegherebbe il duro editoriale odierno pubblicato sul Sole 24 Ore questa mattina dal direttore Fabio Tamburini.

MENO CHIACCHERE, LARGO AI FATTI

I toni sono abbastanza fermi, tipico di chi vuol parlare di numeri prima che di sogni. L’Europa chiede all’Italia, scrive il direttore del quotidiano di Confindustria, una correzione dei nostri conti dell’ordine di 8-9 miliardi. E già non sono pochi. A questi vanno da aggiungersi 23 miliardi per la clausola Iva e altri 15 per la flat tax. Morale, servirebbero qualcosa come 34-35 miliardi. Eppure a fronte di tutto ciò “in un crescendo rossininiano la campagna elettorale va avanti, con Lega e Movimento 5 Stelle che sembrano impegnati a una gara a chi le spara più grosse”. Naturalmente il Pil, fa notare Tamburini, rimane inchiodato allo zero.

RISSE DA BAR

Le colpe sono trasversali. Il Movimento Cinque Stelle vuole 6 o 7 miliardi per il salario minimo, mentre la Lega mira a cambiare importanti assetti normativi, tra tutti quelli sulle responsabilità pregresse nella tutale ambientale, che chiamano direttamente in causa l’Ilva. “Non è chiaro”, si chiede Tamburini, “quanto sia per scelta, improvvisazione, incapacità o superficialità. Resta il fatto che la politica continua a impegnarsi in risse da ultima battuta e le sortite sui social network restano la priorità”.

IMPRESE NERVOSE

Il direttore del Sole giunge a una conclusione. L’inquietudine tra le imprese, anche quelle del nord, sta salendo. Anche nelle roccaforti leghiste. “Il rischio è che si esaurisca la felice stagione della crescita dei consensi” e per questo occorre “rompere gli indugi”, ora e subito. Salvini stavolta non faccia orecchie da mercante.

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