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Il dato di realtà che fa dell’Italia un esempio di libertà compromessa, fanalino di coda dell’Europa insieme alla Grecia, ci interpella. Perché un genitore non può scegliere l’educazione per i propri figli, sia sul piano dell’indirizzo culturale, sia sul piano dei valori, sia sul piano della qualità e dei contenuti dell’insegnamento? Perché le famiglie monoreddito, o quelle numerose, o quelle che vivono situazioni di fragilità continuano ad essere discriminate?

Giorni fa dal tavolo dell’USMI, sigla che unisce le congregazioni religiose femminili italiane, si è deciso di proseguire con una determinata azione culturale, allo scopo di liberalizzare il sistema, garantendo il diritto dei genitori e incentivando il pluralismo educativo, attraverso il costo standard sostenibile per allievo, inteso come “dote spettante ad ogni persona (bambino o adulto che sia) per il diritto all’educazione”, ribadito nella Dichiarazione Universale, nella Carta dei diritti dell’Unione Europea, nella Costituzione Italiana.

Costo standard: di diritto e di fatto si presenta l’unica strada percorribile per uno Stato che spreca ben 7 miliardi di euro all’anno per impedire la libertà dei genitori e piegando le scuole statali sotto la morsa di una autonomia negata. Chi ci guadagna? Forse chi ambisce ad avere sudditi, e non cittadini pronti a domandare conto di come vengono spesi quei 10mila euro annui – tanto costa un allievo della scuola statale e in aggiunta occorre portare la carta igienica e non solo… Ai dirigenti di scuole statali viene negata l’autonomia perchè è meglio che siano degli esecutori, tranne poi costringerli a chiedere alle famiglie i “contributi volontari” per pagare quanto lo spreco dei 10mila euro non copre…

Anche per questo è fondamentale che le scuole paritarie restino una voce di pluralismo. Occorre che gli istituti scolastici pubblici (statali e paritari) vengano gestiti in un’ottica di efficienza e di efficacia delle azioni di pianificazione, amministrazione e sviluppo.

Da Regione Lombardia, eccellenza certificata da OCSE PISA, dopo la conferma della Dote Scuola – che orienta questa Regione al risparmio e alla libertà di scelta educativa – si rilancia un modello di unità e dialogo con le parti sociali che fa la differenza. Le parti sociali coinvolte sono sempre un quid in più rispetto agli Amici, che hanno il sapore del clientelismo. Che su questo non scenda il silenzio.Perché non avvenga,

sabato 23 marzo 2019, ore 9.00–13.00, presso il Teatro Guanella di Via Dupré a Milano, si terrà un Convegno organizzato dall’Associazione Vita Consacrata in Lombardia, con il patrocinio delle Associazioni AGeSC, AGE, A.N.I.N.S.E.I Lombardia, Cdo Opere Educative, Comitato Politico Scolastico non statale, Diesse Lombardia, FAES, FIDAE Lombardia, F.I.L.I.N.S. Lombardia, FISM Lombardia, Opera Nazionale Montessori, Chi ben Comincia.

domenica 24 marzo 2019 ore 09.30 -17.00  presso lo storico Teatro Cagnoni di Vigevano, debutterà la “prima giornata per la libertà di scelta educativa”, dedicata ai genitori, di diritto primi responsabili dell’istruzione e dell’educazione dei figli che mettono al mondo.

Vi aspetto sr Anna Monia Alfieri

La due giorni Scuola _ RL

Il dato di realtà che fa dell’Italia un esempio di libertà compromessa, fanalino di coda dell’Europa insieme alla Grecia, ci interpella. Perché un genitore non può scegliere l’educazione per i propri figli, sia sul piano dell’indirizzo culturale, sia sul piano dei valori, sia sul piano della qualità e dei contenuti dell’insegnamento? Perché le famiglie monoreddito, o quelle numerose, o quelle…

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