Skip to main content

L’estate 2019 è iniziata per il commercio internazionale meglio di quanto era stato previsto: una tregua nella guerra o guerriglia commerciale tra Stati Uniti e Cina che minacciava di far tornare la liberalizzazione degli scambi indietro di anni e, nell’immediato, di rallentare l’economia internazionale. Restano, però, aperti due argomenti che ci riguardano da vicino: il confronto tra multilateralismo e bilateralismo e la strisciante guerra valutaria.

Sono naturalmente correlati. In materia di commercio, non è tanto la guerra o la guerriglia daziaria a preoccupare, quanto lo scontro tra due concezioni: quella multilaterale – che si poggia su due pilastri (la non-discriminazione e la reciprocità) e ha retto con successo negli anni prima tramite il Gatt (Accordo generale per le tariffe e il commercio) e poi grazie alla Omc (Organizzazione mondiale del commercio) – e quella bilaterale. Negli ultimissimi anni, gli Stati Uniti sembrano aver preso la strada del bilateralismo, tipico della loro principale avversaria commerciale, la Cina.

L’Ue fa professione di multilateralismo, ma non è chiaro se tutti i suoi Stati membri ne siano effettivamente assertori: un esempio è l’Italia nei suoi recenti accordi con Pechino. È utile ricordare alle più giovani generazioni oggi al timone, lo slogan del Kennedy Round: un commercio più libero su piano multilaterale equivale a un mondo più libero. È una visione fortemente politica che deve, a mio parere, fare ancora da stella polare.

La strisciante guerra valutaria è stata messa in piazza da un attacco di Donald Trump alla Bce, le cui politiche sarebbero responsabili dell’apprezzamento del dollaro rispetto all’euro. Tuttavia, va avanti da mesi. Il suo epicentro è il cambio dollaro- yuan, che per anni è stato attorno ai 6,7 yuan per dollaro. Non è un cambio di equilibrio, dati i controlli valutari in vigore in Cina. Di recente, il presidente della Banca centrale cinese, Yi Gang, ha dichiarato che la sua “grande nazione” aspira a “maggiore flessibilità valutaria” affinché la moneta sia un più efficace stabilizzatore dell’economia. Se giungesse a 8 yuan per dollaro, gran parte dell’effetto dei recenti dazi Usa sul Made in China sarebbe azzerato. Una svolta verso il bilateralismo commerciale e una guerra tra monete avrebbero effetti pesanti su un’Italia che sta faticosamente anelando alla ripresa.

Un terzo grande tema è la conclusione, dopo vent’anni di negoziati, di un vasto accordo commerciale con il Mercosur. L’accordo creerà nuovo commercio internazionale o invece provocherà distorsioni degli scambi, rendendo, quindi, meno efficiente il sistema mondiale? Questo è l’interrogativo di fondo che si dovranno porre prima i ministri dell’Unione europea e, successivamente, gli organi dell’Omc nel valutare l’accordo. E successivamente il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali chiamati a valutarlo. L’intesa crea infatti una vastissima area di libero scambio (circa 800 milioni di persone e commerci per 120 miliardi di dollari l’anno) preferenziale, in deroga, quindi, ai princìpi della non discriminazione e reciprocità – basi, come si è visto, del multilateralismo – che reggono il commercio internazionale dalla fine della Seconda guerra mondiale.

Il metodo di base per analizzare se concedere o meno la deroga è stato formulato dall’economista canadese Jacob Viner, che partecipò attivamente alla ricostruzione dell’ordine economico internazionale dopo il conflitto mondiale. Da allora, l’econometria ha affinato le tecniche per esaminare se un accordo di libero scambio è trade creating o trade diverting. Non mancano studi in materia. Particolarmente utile, quello di Julio J. Nogues nel 2017, quando il negoziato era già molto avanzato. L’analisi conclude che l’accordo dà un contributo positivo al commercio internazionale e pone fine a distorsioni in atto da decenni. Lo studio aggiunge un giudizio di merito politico: “I più stretti rapporti commerciali con l’Ue rappresentano, per alcuni Paesi del Mercosur, un antidoto alle minacce populiste e protezioniste sempre presenti nella regione”. È un’utile chiave di lettura anche per noi.

Non solo dazi. La guerra valutaria fra Usa e Cina. L’analisi di Pennisi

Di Giuseppe Pennisi

L’estate 2019 è iniziata per il commercio internazionale meglio di quanto era stato previsto: una tregua nella guerra o guerriglia commerciale tra Stati Uniti e Cina che minacciava di far tornare la liberalizzazione degli scambi indietro di anni e, nell’immediato, di rallentare l’economia internazionale. Restano, però, aperti due argomenti che ci riguardano da vicino: il confronto tra multilateralismo e bilateralismo…

Conte, conti e spread. Le vere priorità della crisi secondo Bloomberg

Roma osservata speciale. Con un articolo che sta circolando alla velocità della luce fra gli addetti ai lavori Bloomberg lancia un monito al governo italiano: i mercati hanno gli occhi puntati sulla crisi. Il quotidiano economico americano, da sempre termometro di umori e malumori del mondo finanziario, avverte gli investitori. "A dispetto delle vacanze estive, la prossima settimana i mercati saranno concentrati…

Pd? Mai con la Lega. Conte? Un osso duro. Paolo Franchi legge la crisi e a Bersani dice...

Non un contratto alla rovescia, quello di cui si mormora tra M5s e Pd, ma un percorso politico che presupponga partiti e leader davvero in grado di affrontare un processo simile. Ce ne sono oggi in Italia? Se lo chiede Paolo Franchi, giornalista e scrittore, già direttore del Riformista e editorialista del Corriere della Sera, puntando l'indice non solo sulla guida…

Open Arms, Salvini molla. Suo malgrado cede a Conte (che incassa il successo)

La vicenda della Open Arms capita nel mezzo di una crisi politica che sta creando qualche problema a Matteo Salvini il quale, a maggior ragione, non intende mollare un centimetro sull’immigrazione. È un circolo vizioso: una nave salva dei migranti (stavolta sembra in acque internazionali), vuole sbarcare in Italia, partono i divieti, c’è uno scontro furibondo nel governo e dopo…

Allarme di Sapelli sulla crisi. Da che parte starà l’Italia? Con gli Usa o la Cina?

Avviso ai naviganti: la crisi di governo gialloverde non interessa solo il Belpaese. Giulio Sapelli, storico, saggista ed economista dell'Università statale di Milano, accende i riflettori sull'altra faccia del divorzio fra Lega e Cinque Stelle: la politica estera. Gli storici alleati italiani, sopra tutti gli Stati Uniti di Donald Trump, si stanno chiedendo dove si vuole collocare lo Stivale nelle…

Macron abbraccia Putin (che ringrazia). Uk dice no. E la Ue non c’è

L’Eliseo da sempre gioca una politica estera autonoma e in alcuni casi spregiudicata. La presidenza Macron non fa difetto, anzi. Il leader francese deve aver pensato che sarebbe stato un errore lasciare alla Le Pen il monopolio dei rapporti con il Cremlino e così ha avviato un canale ufficiale di collaborazione con Putin. I due capi di Stato si incontreranno…

In Libia c’è un criminale di guerra ma l’Onu resta timida. E l’Italia (vergogna!) tace

Il Consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale libico ha condannato "il silenzio della comunità internazionale" verso i continui attacchi condotti dall'Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar contro gli aeroporti nella parte occidentale del paese. In un comunicato stampa, il Consiglio di presidenza ha invitato inoltre la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia a fare…

Maduro insulta Trump e resta solo con Putin. Cina e Turchia prendono le distanze

La pressione statunitense verso il regime venezuelano continua ad aumentare e la risposta di Caracas lo conferma. Il presidente Nicolas Maduro ha sostenuto che il governo degli Stati Uniti fa al Venezuela quello che "Hitler ha fatto al popolo ebraico durante la II Guerra mondiale". In un discorso pronunciato a Caracas nel quadro dei "Consigli produttivi dei lavoratori" Maduro ha…

Quanto ci manca Francesco Cossiga! Ecco chi lo ricorda oggi (con Bisignani che a Salvini dice...)

Nove anni fa morì Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica dal 1985 al 1992. Fu il presidente picconatore, fu il presidente di Gladio, il ministro del sequestro Moro, fu tante cose ma soprattutto una figura cruciale nella storia della Democrazia cristiana e del Paese. Oggi la crisi del governo gialloverde sembra quasi mettere in secondo piano la celebrazione di questo straordinario…

Renzi vs Salvini. Le convergenze parallele dei due Mattei raccontate da Lenzi

Due squadre, due capitani, un solo vincitore. Matteo Salvini e Matteo Renzi sono i protagonisti indiscussi di questa surreale crisi d'agosto. In attesa che l'arbitro Sergio Mattarella dia il suo verdetto, val la pena cercare un buon manuale d'istruzioni per orientarsi nelle settimane che verranno. Nel suo libro “Il caso Mattei” (Aliberti) Massimiliano Lenzi, autore tv e notista politico di…

×

Iscriviti alla newsletter