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L’ambasciatore statunitense a Mosca, John Huntsman, ha annunciato con una lettera spedita alla Casa Bianca le sue dimissioni. Huntsman, ex candidato repubblicano alla presidenza ed ex governatore dello Utah, ha annunciato che a ottobre tornerà a Salt Lake City, la sua città (dove, secondo la lettera, vuole “riunirsi con la famiglia in crescita e condividere le responsabilità a casa”). Indiscrezioni dicono che potrebbe anche organizzare la nuova campagna per la corsa da governatore.

Per due anni ha diretto una delle più delicate postazioni diplomatiche americane, costantemente immersa tra questioni che vanno dallo spionaggio al confronto politico e geopolitico tra i due paesi. E non sono stati anni facili: gli Stati Uniti dell’amministrazione Trump hanno adottato con la Russia una relazione binaria.

Da una parte le volontà di avvicinamento di un presidente incline al fascino dell’uomo forte al comando che Vladimir Putin emana, ma soprattutto uno Studio Ovale portatore di un pensiero strategico costruito in anni e anni di dottrina e pianificazione secondo cui non si può isolare la Russia perché c’è il rischio che a quel punto scarrelli definitamente verso la Cina. Dall’altra parte la linea severa che gli apparati (Congresso, Pentagono, intelligence) hanno insistito per mantenere con Mosca colpevole dell’annessione della Crimea e del conflitto ucraino, dell’appoggio al regime siriano, delle interferenze alle presidenziali del 2016, e di una serie di comportamenti scorretti che vanno dal caso Skripal (oggetto di nuove, recenti sanzioni) alle infowar, fino alle provocazioni sul confine Nato.

Questa situazione è quella che il successore di Huntsman si troverà davanti. Le dimissioni sono una complicazione ulteriore per le Mosca-policy della Casa Bianca, che recentemente ha perso anche Fiona Hill, la capo ufficio Russia al National Security Council (che ha lasciato il suo incarico). Secondo informazioni ottenute dai media americani, in una conversazione telefonica, una settimana fa, Donald Trump e Putin avevano parlato della necessità di mettere a Mosca un nuovo ambasciatore, ma non sono stati fatti nomi. A novembre dello scorso anno, Huntsman aveva reso pubblico di avere un melanoma.

Secondo quanto scritto dal Salt Lake City Tribune, che ha dato per primo la notizia, nella lettera inviata a Trump, Huntsman ha scritto anche che Washington deve continuare a ritenere la Russia responsabile del suo “comportamento minaccioso” nei confronti degli Stati Uniti e dei suoi alleati.

(Foto: Flickr della campagna Huntsman2016)

L’ambasciatore Usa in Russia si dimette. Ne avevano parlato Trump e Putin?

L’ambasciatore statunitense a Mosca, John Huntsman, ha annunciato con una lettera spedita alla Casa Bianca le sue dimissioni. Huntsman, ex candidato repubblicano alla presidenza ed ex governatore dello Utah, ha annunciato che a ottobre tornerà a Salt Lake City, la sua città (dove, secondo la lettera, vuole "riunirsi con la famiglia in crescita e condividere le responsabilità a casa"). Indiscrezioni…

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