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L’Assemblea nazionale del Venezuela ha dichiarato “illegittima” la presidenza di Nicolás Maduro. Il socialista, che si avvia al secondo mandato, si insedierà il 10 gennaio, nonostante gran parte della comunità internazionale ancora dubiti della vittoria elettorale del 20 maggio 2018.

“Confermiamo l’illegittimità di Nicolas Maduro – ha dichiarato il nuovo presidente del parlamento venezuelano, Juan Guaidò -. Dal prossimo 10 gennaio usurperà la presidenza e di conseguenza l’Assemblea nazionale è l’unica rappresentanza legittima del popolo”.

Ugualmente, i ministri degli Esteri dell’America Latina e del Canada hanno annunciato che i loro governi non riconosceranno Maduro come presidente del Venezuela. I 14 membri del Gruppo di Lima hanno reso nota la loro decisione dopo essersi incontrati nella capitale del Perù per discutere dei modi per rafforzare la pressione internazionale sul regime venezuelano.

Il ministro degli Esteri peruviano, Néstor Popolizio, ha dichiarato che il Gruppo di Lima ha consegnato “un forte messaggio politico” in vista dell’insediamento di Maduro: “Il messaggio principale è senza dubbio il non riconoscimento del nuovo mandato del regime venezuelano”.

Una scelta politica coraggiosa che è stata celebrata dal segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che su Twitter ha scritto: “Gli Stati Uniti applaudono il #GruppodiLima per difendere la democrazia in Venezuela, denunciando l’imminente inaugurazione fittizia di Maduro. Le elezioni in Venezuela erano viziate, non libere e ingiuste. Siamo partecipi con la regione per chiedere il ripristino della democrazia e delle libertà fondamentali”.

Secondo il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, Garrett Marquis, l’Assemblea nazionale del Venezuela “rimane l’unica istituzione legittima e democraticamente eletta che rappresenta veramente la volontà del popolo venezuelano”.

L’Organizzazione di Stato americana ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio permanente il prossimo giovedì per analizzare la situazione del Venezuela, in vista dell’insediamento di Maduro per il nuovo mandato fino al 2025.

Intanto, ci sono novità anche sul piano militare. La Marina iraniana impiegherà la sua più moderna unità da guerra in una missione di cinque mesi nell’Atlantico, la più lunga degli ultimi dieci anni, secondo l’agenzia di stampa iraniana Fars, considerata vicina alle forze armate. La missione dovrebbe partire a marzo e fare scalo in Venezuela.

Il nuovo presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha anche dichiarato che il suo avvicinamento agli Usa potrebbe essere non solo politico, ma anche militare. E di essere pronto a discutere l’installazione di una base militare americana sul territorio brasiliano, in seguito alla preoccupazione per le relazioni militari tra Venezuela e Russia. In un’intervista televisiva, Bolsonaro ha detto che “in base a quello che potrebbe accadere nel mondo, chissà se dovremo discutere di questo problema in futuro […] Come previsto, la Russia ha fatto una manovra in Venezuela, sappiamo quale sia l’intenzione del governo di Maduro. Il Brasile deve preoccuparsi per questo”.

Bolsonaro ha incontrato mercoledì il Segretario di Stato americano Pompeo a Brasilia, con il quale si è impegnato a rafforzare la cooperazione nei settori economico e della sicurezza, nonché nella lotta contro i “regimi autoritari” del Venezuela e di Cuba.

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