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Roma, “la bella dormiente”. Come si legge sempre più spesso, (l’attore Claudio Santamaria lo dice al Corriere sulle pagine di Liberi Tutti, l’inserto del venerdì). Ed è un processo iniziato nel 2008. In quell’anno, città bloccata dall’attesa delle elezioni. Si sarebbero tenute il 13 e 14 aprile, quasi quattro mesi di immobilismo generale, portarono solo l’8 maggio del 2008 al Governo Berlusconi IV, dopo le dimissioni il 24 gennaio 2008 di Romano Prodi. Nella Roma dei ministeri, del mondo parastatale, del Tevere che fuoriusciva, nelle amministrative aveva perso il 27 aprile 2008 il candidato Francesco Rutelli, schieramento al governo della città per quasi un ventennio, contro Gianni Alemanno. 
Io sceglievo Milano, dopo aver avuto la stessa proposta, dalla medesima azienda, su entrambe le sedi. 

Nel frattempo scoprivamo la crisi mondiale. Milano, della Moratti, si preparava alla sua esposizione universale, era raggiunta dal sole, dall’alta velocità, da nuove realtà culturali come Museo del 900 e apprezzavo il suo vecchio gusto per l’essenziale. Un decennio dopo, quasi pendolare, grido: ora bisogna aiutare Roma!

 

Due papi, tre sindaci, dieci anni, questi i numeri che fanno da sfondo. 

 

Tutto inizia, per me, con le principali ore di allarme rosso del pomeriggio di venerdì 12 dicembre 2008, appunto, dall’isola Tiberina. Tutti affacciati col naso all’ingiù, quasi toccavamo il fiume, per quanto aveva piovuto. Facevo un bilancio di un anno buttato, in attesa. Mi ero laureata a luglio, ma era da mesi che sentivo che un mondo era finito. L’università iniziava ad apparire vuota, (il calo delle iscrizioni lo avrebbe registrato la statistica), la progettualità si era arenata.

Mi trasferisco con le mie due lauree nel cassetto, al nord, dove il sole splende, c’è un po’ di neve ai margini delle strade, e in alcune aziende i dirigenti ne approfittano per restare a casa, (oggi diremmo: smart working).

 

Anche tra il naviglio e il Duomo qualcosa cambiava, parallelamente: la Milano che poco dopo tornò al voto si risvegliava con il sindaco dello schieramento opposto, si erano ribaltate le situazioni, veniva eletto l’avvocato arancione Pisapia. 

 

La vidi cambiare sotto i miei occhi, con la sua notte bianca tra le vie della moda, i cui proventi venivano donati in beneficienza, (siamo ancora sotto l’amministrazione di centro destra) con i grandi nomi lì in strada ad accogliere cittadini, curiosi, turisti. Finalmente Via della Spiga mi apparve bellissima. Sapete come è triste alle 19.30 tutti gli altri giorni? 

Speravo sarebbe stata l’occasione giusta per iniziare a ripensare gli orari della città, per aprirsi di più.

(Fine prima parte)

Il resto è sotto i nostri occhi. A Roma è davvero uno spettacolo diffuso.
Ed è nelle nostre possibilità cambiare le cose.

Roma Milano - andate e ritorni

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