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I dati di circa mille fuoriusciti nordcoreani sono ora esposti, dopo che un computer di un centro d’accoglienza sudcoreano è stato violato. È la prima fuga su larga scala di informazioni di questo tipo. E potrebbe avere conseguenze importanti.

L’ATTACCO INFORMATICO

L’attacco informatico – comunicato nelle ore passate dal ministero dell’Unificazione di Seul – sarebbe stato scoperto dalle autorità del Paese la settimana scorsa. L’hack, ha spiegato sotto anonimato un funzionario sentito da Reuters, sarebbe consistito, nello specifico, in un’offensiva ai danni di un terminale di un centro di reinsediamento, Hana Center, nella città meridionale di Gumi, “infettato da un codice malevolo (malware, ndr) inserito in una email e inviato a un indirizzo interno” alla struttura.

I DATI ESPOSTI

Secondo il ministero, racconta ancora la testata, ad essere violati sarebbero state le date di nascita e gli indirizzi di 997 disertori; un evento che adesso – sotto il regime repressivo di Kim Jong-un – potrebbe vedere mettere in pericolo non solo loro, ma soprattutto i familiari ancora in patria.

LO SCENARIO

Si tratta, come già detto, della prima sottrazione di dati personali su larga scala riguardanti disertori nordcoreani. Al momento ci sono circa 25 istituti gestiti dal governo nel Paese per aiutare i circa 32mila fuoriusciti – fuggiti dalla fine della guerra del 1950-53 – ad avere una migliore aspettativa di vita nella più ricca e democratica Corea del Sud, dando loro un impiego, e supporto medico e legale.

I SOSPETTI

Non è ancora chiaro al momento da dove sia provenuto l’attacco (né c’è stata una attribuzione di Seul in merito). Tuttavia sono diversi gli analisti che identificano, nella mano di Pyongyang, la più probabile dietro l’hackeraggio.

Specializzati in frodi informatiche con le quali finanziare il regime e dotati di unità cyber all’avanguardia, secondo gli esperti gli hacker al servizio della Nordcorea – uno dei collettivi più noti è Lazarus – avrebbero puntato da tempo i disertori, assieme ad una vasta gamma di obiettivi (sono stati considerati colpevoli, tra le altre cose, degli attacchi a Sony Pictures, alla Banca del Bangladesh e a WannaCry, che ha paralizzato realtà in mezzo mondo, compreso il servizio sanitario britannico).

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