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Un blocco informatico, forse a seguito di un attacco hacker, ha praticamente fermato l’attività telematica dei tribunali.

L’ALLARME

L’allarme riguardo l’episodio è stato lanciato ieri al Consiglio Superiore di Magistratura da alcuni consiglieri togati, dopo che migliaia di magistrati in tutta Italia hanno ricevuto una email di alert dal ministero della Giustizia che comunicava loro lo stop all’accesso a tutte le caselle di posta elettronica certificata (Pec) e ai sistemi informatici che permettono il funzionamento del processo civile, ormai totalmente telematico. Solo parzialmente il problema ha toccato anche la giustizia penale. Nel caso specifico, l’attacco potrebbe preso di mira il centro dati Telecom di Pomezia, dove in tre edifici l’azienda gestisce 4mila e 200 server. E a seguito di ciò ogni attività sarebbe stata interrotta precauzionalmente.

I COMMENTI

Il Csm ha compiuto un monitoraggio sul processo civile telematico e sta preparando una relazione per segnalare al ministero della Giustizia le “criticità'” riscontrate. “Sono stati sospesi tutti i sistemi operativi che consentono il funzionamento quotidiano della giustizia civile. Il che significa bloccare l’attività giudiziaria perché oggi il processo civile o si fa per via telematica o non si fa e questa non è una scelta del magistrato”, ha commentato il consigliere Luigi Spina, capogruppo di Unicost al Csm.

Per Gianluigi Morlini, consigliere sempre di Unicost, un blocco di questo tipo “paralizza l’intero mondo della giustizia civile, perché gli avvocati non possono depositare gli atti e i giudici non possono fare i processi, visto che non vedono gli atti né possono redigere verbali” conferma Morlini, giudice civile prima di approdare al Csm. E se il problema non è stato risolto, nei tribunali civili “oggi non si poteva fare nulla, visto che non esiste più il fascicolo cartaceo”.

LE POSSIBILI CAUSE

Non è ancora del tutto chiara la dinamica che ha portato al blackout. Tuttavia, in plenum il Pg della Cassazione Riccardo Fuzio ha definito l’episodio “allarmante”, perché in generale le disfunzioni del processo telematico – ha aggiunto il consigliere Corrado Cartoni (Magistratura Indipendente) non sarebbero infrequenti.

LE PAROLE DEL GUARDASIGILLI

“Non è stato un attacco di hackeraggio del sistema Giustizia, da quello che mi risulta dalle informazioni che sto apprendendo, questo attacco riguarda solo indirettamente il sistema giustizia”, ha sottolineato oggi ai cronisti il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “Stiamo provvedendo”, ha aggiunto, “perché c’è stato un malfunzionamento del sistema che ha praticamente bloccato l’attività telematica dei tribunali. Il ministero sta prontamente prendendo tutti i provvedimenti necessari”. Sul tavolo tecnico chiesto dal Csm, Bonafede ha invece detto: “Con il Csm ci sono diversi tavoli su questioni importanti e sicuramente ci sarà anche su questo”.

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