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Il Pil più alto d’Italia, segno di una terra ricca, e la disoccupazione più bassa della Penisola, da sempre. L’Alto Adige non è però solo una raccolta di meri dati economici: è anche una terra immersa nella natura, perfetta per vivere e lavorare, con buona pace dell’eterno dilemma: «vivere per lavorare o lavorare per vivere»?
Così, sempre più talenti scelgono quella lingua di terra crocevia fra il Nord e il Sud d’Europa.
Otto di loro ci mettono la faccia – in tutti i sensi – e diventano una mostra d’arte fotografica. Talents – «Come and take a piece of us», è la mostra che apre ufficialmente giovedì 13 dicembre (ore 18), con un vernissage alla presenza delle artiste Tarin Gartner e Malou Reedorf in Dream Factory Gallery di Corso Garibaldi 117 a Milano. Ovvero «casa Alto Adige», il luogo dove sarà possibile visitare l’esposizione fino al 23 dicembre 2018.

«L’Alto Adige è un territorio di confine in cui hanno sempre convissuto tre identità: italiana, tedesca, ladina. Oggi, le culture presenti nella nostra provincia sono molte di più – commenta Petra Seppi, responsabile Business Location di IDM Südtirol – Alto Adige -. Ogni nazionalità ha saputo portare qualcosa di unico rendendo l’Alto Adige un luogo vivace, aperto alle innovazioni, affamato di conoscenze. Un territorio perfetto per far crescere aspirazioni professionali e di vita».

Trovano spazio così il collage fotografico realizzato con tecnica del double exposure dalla fotografa danese Malou Reedorf che racconta i volti e le passioni di otto talenti che hanno scelto l’Alto Adige come luogo perfetto in cui vivere e lavorare. Fra natura e vita quotidiana, immagini accompagnate da frasi nelle quali ognuno dei protagonisti “fissa” il suo legame con l’ecosistema altoatesino.

Non solo talenti in mostra, però. Il secondo allestimento, realizzato dall’artista israeliana Tarin Gartner, è costruito sulla metafora del “dono”. All’interno di tipiche cassette in legno per la frutta sono esposti degli oggetti che gli insider hanno scelto di regalare agli outsider. I doni, incartati con carta creata dagli scarti delle mele, espressione dell’animo green della provincia, rappresentano l’Alto Adige e sono accompagnati da un piccolo suggerimento: un maso da visitare, una cantina da provare, una cima da scalare. Ai visitatori la possibilità di “adottare” uno di questi oggetti, portandolo a casa per scoprire qualcosa in più sull’universo altoatesino.
«L’Alto Adige ci ha accolte – spiegano le due artiste –. È la “terra straniera” che oggi chiamiamo “casa”. Un luogo che vogliamo far conoscere a chi non lo ha mai vissuto, lasciando che a parlare siano le esperienze e i volti di chi lo vive quotidianamente».

Il lavoro? Lo si trova in Alto Adige. Da giovedì a Milano una mostra evento

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