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Alla pronuncia della sentenza sul processo nomine al Comune il sindaco di Roma Virginia Raggi non ha nascosto la sua commozione. Assolta. Non perché il fatto non sussiste, ma perché non costituisce reato. Si chiude così un capitolo durato quasi due anni, da quando nel gennaio 2017 la prima cittadina della capitale era stata iscritta nel registro degli indagati per l’inchiesta sulla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Filippo, alla testa del dipartimento Turismo del comune. C’è chi, come i colonnelli del Movimento 5 Stelle, ha accolto l’assoluzione complimentandosi con la sindaca per poi mettere nel mirino i giornalisti, a loro dire rei di aver messo su un tribunale mediatico contro la Raggi. Diversa la lettura di Fabio Rampelli, architetto romano, fondatore e leader di Fratelli d’Italia: “l’assoluzione è una condanna per lei” spiega in questa intervista a Formiche.net.

La Raggi è stata assolta. Si apre un nuovo capitolo per l’amministrazione a Cinque Stelle?

Per lei è stata una condanna, non un’assoluzione. Una condanna a continuare a fare il sindaco. Se fosse stata condannata avrebbe campato di commiserazione e vittimismo, citando uno ad uno i casi di reati ben più gravi commessi da leader politici rimasti illesi. Non credo l’abbia vissuta davvero come una buona notizia, nonostante la sua dissimulazione e quella dei Cinque Stelle. Poi la sentenza va letta attentamente.

Cioè?

Bisogna constatare che i fatti ascritti sono stati confermati, l’assoluzione c’è stata perché il fatto non costituisce reato, non perché non sussiste.

Quindi questa assoluzione non ha alcun valore?

La sentenza certifica che la Raggi ha detto una grossa bugia che ne ha minato la credibilità, considerando la sua provenienza e la missione che accompagnava lei e il suo Movimento. I giudici non hanno punito la Raggi con una condanna, ma l’hanno comunque mandata in punizione dietro la lavagna. Questi sono fatti, così come un fatto è il disprezzo dei cittadini romani nei suoi confronti.

Però i cittadini romani l’hanno votata, e il mandato scade nel 2020…

Speriamo Roma regga fino a tanto. A noi di Fdi non piace vincere con le condanne dei tribunali, ma non possiamo chiudere gli occhi davanti a una città allo stremo, che non è certo facile da governare ma per farlo richiederebbe persone competenti.

In un’intervista al Fatto Quotidiano la sindaca accusa Salvini di aver provato a lanciare un’Opa su Roma. Le risulta?

La Raggi se la prende ancora una volta con Salvini facendo finta di non capire che il suo problema a Roma è Giorgia Meloni. Salvini a Roma ha tre o quattro consiglieri municipali e un consigliere comunale transfugo da Fdi, questi continui rimandi alla Lega della sindaca mi sembrano un modo per evitare di fare i conti con il suo vero avversario, Fratelli d’Italia.

Cosa non ha funzionato della giunta Raggi questi due anni?

Non so da dove iniziare, se ci fosse solo un aspetto saremmo ancora in una situazione di normalità. Diciamo che talvolta a Roma il cielo è sereno. Per il resto non funziona niente, dal trasporto pubblico alle strade sudicie, i cassonetti che prendono il largo, le periferie allo sbando.

Grillo, Di Battista e Di Maio hanno applaudito l’assoluzione puntando il dito contro i giornalisti “pennivendoli”…

La rozzezza e la volgarità del Movimento Cinque Stelle nei confronti della stampa non sono una notizia. Esprimo la mia solidarietà ai giornalisti che fanno il loro lavoro. Se c’è un avviso di garanzia che raggiunge una qualsiasi personalità politica è giusto che i giornalisti ne parlino. Non c’è stato un accanimento, il sindaco di Roma è una figura da sempre sovraesposta. Peraltro a conferma del buon lavoro tanto di chi ha fatto l’inchiesta giudiziaria quanto di chi l’ha seguita nel mondo del giornalismo il fatto è stato confermato

Cosa vota oggi al referendum su Atac?

Faccio una premessa. Una questione così complessa non può essere sottoposta a un semplice sì o no, e in più quasi tutti i referendum cittadini a Roma proposti in passato sono falliti per la scarsissima partecipazione. Io comunque voterò no. Sono contrario alla privatizzazione dell’Atac, ritengo opportuna una gestione mista pubblico-privato ma non è questa la strada per arrivarci. Se vince il sì con Atac che in questo momento ha un valore incommensurabilmente basso si fa il più classico dei regali ai privati consegnando nelle loro mani il suo patrimonio immobiliare, compresi mezzi, officine, autorimesse.

Deve convenire che questo patrimonio non versa in condizioni idilliache.

Versa in condizioni pessime, e anche la Raggi ha le sue responsabilità. Ma tutte queste strutture sono state costruite e comprate dai romani, non possiamo consegnarle a un privato quando il loro valore è minimo, così sono bravi tutti a fare impresa.

E lei che soluzione ha in mente?

L’Atac va prima risanata, e solo una volta resa più competitiva si può immaginare un pacchetto misto pubblico-privato. Il pubblico deve garantire che i servizi arrivino ovunque, anche nelle borgate lontane a scarsa densità abitativa, e poi ovviamente una remunerazione adeguata per chi svolge il servizio. Il privato può farsi carico dell’efficienza del servizio e combattere le clientele.

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La Raggi, la finta assoluzione e il referendum Atac. Parla Rampelli

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