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Tav, autonomie, decretone, elezioni regionali ed europee. “C’è una certa tendenza a interpretare come tensione qualsiasi discussione tecnica interna alla maggioranza”. Parola di Luca Carabetta, vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera, giovane promessa piemontese del Movimento Cinque Stelle. Leghisti e pentastellati litigheranno anche, ma scorgere ogni giorno il dirupo in cui cadrà una volta per tutte il governo gialloverde, dice lui, è più un vizio di chi osserva da fuori che una fotografia della realtà. E infatti, assicura Carabetta a Formiche.net, la quadra si trova sempre, senza do ut des né altre congiure. Sarà forse il banco di prova europeo a fare emergere due diversi dna. “Non lo nascondo, ho sani dubbi sui valori di Orban e Le Pen”.

Un’alleanza con i leghisti a Bruxelles è esclusa a priori?

I gruppi e le coalizioni si formeranno solo dopo che il Parlamento europeo si sarà formato, aspetterei il voto per giudicare gli assetti futuri. Non nascondo che ho e continuerò ad avere sani dubbi sui valori e i principi di Viktor Orban e Marine Le Pen. Vedo più un Movimento a dialogare con forze ambientaliste che vogliono flessibilità dei conti, manovre espansive, innovazione tecnologica, caratteristiche difficili da rispecchiare nei gruppi esistenti oggi.

Si avvicinano le elezioni in Sardegna, un test decisivo per l’immagine del Movimento dopo la prova non brillante in Abruzzo. Che sensazioni avete?

Ho fiducia in un buon risultato e soprattutto mi auguro il meglio per i pastori sardi, il governo è al lavoro giorno e notte per loro. Il Movimento non è una forza molto radicata sul territorio e alle elezioni regionali spesso si trova un passo indietro. Dopo il voto in Abruzzo abbiamo avviato una riflessione per migliorare l’articolazione territoriale e incontrare imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti del territorio.

Passiamo alle vicende domestiche. Che se ne farà della Tav? Il voto in aula sulla mozione D’Uva-Molinari è stato rimandato e le opposizioni accusano Salvini di un do ut des per il caso Diciotti…

Sul do ut des ha già risposto Salvini minacciando querele. Sinceramente sono stupito dello stupore per quella mozione, che peraltro è stata chiesta dalle opposizioni, abbiamo usato le stesse parole del contratto di governo. Ora la discussione è in capo all’esecutivo che dovrà valutare una serie di ipotesi e nelle prossime settimane scioglierà gli ultimi nodi.

Dunque come a lungo pronosticato la decisione sarà poco tecnica e molto politica…

Noi abbiamo sempre detto che si tratta di una decisione politica. L’analisi costi-benefici è un elemento che serve a noi per costruirla. Continuano a circolare altre analisi che sollevano grandi polemiche ma l’unica ufficiale è quella studiata per sei mesi dal Mit.

Il dossier Tav si porta dietro il dibattito sulle autonomie. Giovedì a Napoli il presidente dello Svimez Adriano Giannola ha detto che se salta l’autonomia differenziata la Lega fa saltare il governo.

A mio parere c’è una certa tendenza a interpretare come “tensione” qualsiasi discussione tecnica interna alla maggioranza. L’autonomia è un tema che va affrontato, anche perché è nel contratto di governo. È necessario però farlo in maniera collegiale, con i parlamentari delle commissioni competenti, i rappresentanti delle regioni e del territoro. Qui si parla di cambiare l’assetto del Paese, non si può andare per la leggera quando si valutano i principi di autonomia in realtà diverse come la scuola, i trasporti o la sanità. È importante non travalicare i limiti della Costituzione.

Un’intesa si è invece già trovata sul “decretone”. Le misure previste per i furbetti del reddito da cittadinanza basteranno a limitare i danni?

Il reddito di cittadinanza è una riforma che cambierà radicalmente il volto di questo Paese. Lo abbiamo reso misurabile e saremo in grado di monitorarne l’attuazione mese dopo mese, dai consumi ai centri per l’impiego e le agenzie di lavoro. Sono convinto che non si torni più indietro da questo, lo capiranno anche i governi successivi. Noi ovviamente restiamo aperti a proposte migliorative per la fase attuativa.

Inizia l’era di Pasquale Tridico all’Inps. Soddisfatto della scelta?

Tridico è una persona che vanta un curriculum totalmente adeguato al ruolo che ricopre. Inoltre è uno degli ideatori di questo reddito di cittadinanza, trovo un bene che ci siano delle persone in grado di sostenere le riforme, sono sicuro che farà un ottimo lavoro e darà una mano a sistemare il welfare di questo Paese.

Moscovici e Juncker hanno detto che potrebbe servire una manovra correttiva al governo per rimettere in sesto i conti. È un’ipotesi concreta?

Hanno iniziato a parlare di manovre correttive dal giorno dopo la votazione della legge di Bilancio. Fin da subito noi abbiamo smentito questa ipotesi, non ci sarà il bisogno, abbiamo messo in campo i provvedimenti e ora misureremo gli effetti sull’economia italiana.

innovazione

Lega e Movimento? Dna diversi, ma il governo è compatto. Parla Carabetta (M5S)

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Salvini

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