Skip to main content

Il caso Diciotti. L’incontro con Viktor Orban. Le stilettate con l’Ue. Matteo Salvini sembra ormai diventato il dominus della politica italiana. È riuscito a catalizzare l’opinione pubblica per tutta l’estate. Distogliendola dagli appuntamenti che attendono al varco il governo Conte a partire da settembre, cominciando dalla nota di aggiornamento al Def e poi la legge di bilancio, i veri banchi di prova delle promesse elettorali gialloverdi. Il protagonismo del segretario leghista è una grana per la squadra di Luigi Di Maio, che comincia a rumoreggiare. Ma anche per uno degli alleati con cui Salvini si è presentato alle elezioni: Forza Italia. Il movimento (o quel che ne resta) di Silvio Berlusconi ha ancora qualcosa da dire nel dibattito politico italiano tutto incentrato su passi e contromosse del “capitano”? Elisabetta Gardini, capo delegazione di Fi al Parlamento Europeo fra le file del Partito popolare europeo, colonna portante del partito ma anche una delle anime più dialoganti con la Lega salviniana, non ha dubbi: “Forza Italia è ancora il partito del cambiamento”. Intervistata da Formiche.net rivela la strategia di Fi, e del Ppe, in vista delle europee e spiega pregi e contraddizioni della linea Orban sull’immigrazione.

Orban e Salvini a colloquio a Milano. Incontro istituzionale o politico?

Orban è un leader del partito Popolare Europeo, io mi trovo spesso a lavorare con i colleghi ungheresi di Fidesz, che peraltro vanta una pattuglia nutrita nel Ppe perché fa l’en plein di voti in Ungheria. Mi dà l’idea di essere un incontro istituzionale prima ancora che politico, perché appartengono a due famiglie politiche diverse.

Quanto ancora resteranno due famiglie diverse?

Difficile dirlo. Il Ppe è il primo partito in Europa, e come tutti i grandi partiti al suo interno ci sono diverse anime. Non c’è solo Orban, ma anche l’austriaco Kurtz e il tedesco Seehofer. C’è un intero blocco al suo interno che ha posizioni molto nette sull’immigrazione, non dissimili dalla linea australiana che è tornata di moda negli ultimi giorni. Anche Forza Italia condivide questa linea. Nel programma di governo c’è un chiaro no all’immigrazione irregolare che la sinistra ha sempre favorito.

Perché l’Italia dovrebbe appoggiare chi ha sempre detto no alla condivisione delle quote?

Io mi auguro, anche se la vedo difficile, che Salvini riesca a convincere Orban ad accettare la redistribuzione dei richiedenti asilo. Dobbiamo però essere consapevoli che, anche se l’Europa accettasse la redistribuzione automatica degli aventi diritto all’asilo votata dall’Europarlamento, l’Italia risolverebbe solo una piccola parte del problema. La maggior parte dei migranti che arriva da noi infatti non ha diritto d’asilo. Queste persone, con le leggi vigenti, dovrebbero essere rimandate a casa oppure inserite in un percorso di immigrazione legale che preveda un iter di integrazione nel mondo del lavoro.

Come dovrebbe muoversi il governo Conte in Europa?

È bene fare chiarezza su un punto: il voto del Parlamento europeo, poi bloccato al Consiglio, era a favore della ridistribuzione automatica dei rifugiati, non degli immigrati irregolari. È su questi, non sugli aventi diritto all’asilo, che l’Italia deve trovare una sponda in Europa. Orban e Kurtz sono due alleati, ma possono diventarlo altri Paesi, come la Spagna, che subiscono la pressione migratoria. C’è poi un altro mito da sfatare: pensare di trovare nei Paesi di Visegrad un blocco compatto sull’immigrazione. Falso. I loro leader appartengono ognuno a un partito diverso: Orban al Ppe, il primo ministro cecoslovacco Babis ai liberali di Alde, il premier polacco Morawiecki ai conservatori di Acre e il premier slovacco ai socialisti del Pse.

Qual è la linea di Forza Italia?

Dare priorità al problema africano. Berlusconi fu il primo, anni fa, a parlare di un piano Marshall per l’Africa. Serve meno ipocrisia. Le vicende di cui leggiamo sui giornali ci ricordano che il problema africano è più complesso di come siamo soliti dipingerlo. Non si può chiedere solo all’Europa di intervenire, c’è bisogno di un’azione dell’intera comunità internazionale. E soprattutto dobbiamo ascoltare la voce dei popoli africani, troppo spesso filtrata da sovrastrutture che la mettono in sordina.

Il Ppe non sembra cantare all’unisono sul tema immigrazione.

Il Partito popolare europeo ha una linea decisa sull’immigrazione condivisa da tutti gli Stati membri. L’idea di un partito moderato a priori è uno stereotipo sbagliato. I nostri ideali sono moderati. Noi non lo siamo. Nel 1994 Massimo Franco mi definì “un’estremista di centro”. Ancora oggi mi ritrovo in quella definizione. Spesso la stampa internazionale riduce il Ppe alla figura di Angela Merkel, ma la Merkel non è il Ppe, è solo uno dei tanti leader presenti.

Salvini e Orban pensano a una Lega delle Leghe in vista delle europee. Come si muoverà Forza Italia?

La legge elettorale è proporzionale, quindi inevitabilmente ci muoveremo da soli. Sarà una grande battaglia per cambiare l’Ue. Forza Italia è nato come partito del cambiamento, Berlusconi ha sempre parlato di rivoluzione gentile e questo è lo spirito che ci guiderà alle urne europee.

Qual è stato a suo parere un errore commesso da Fi dopo le elezioni del 4 marzo?

Fin da quando è nato Forza Italia è stato un partito a vocazione governativa. Facciamo fatica a spogliarci di questo aspetto ora che siamo all’opposizione, non riusciamo a far arrivare un messaggio chiaro all’elettorato. Siamo stati troppo tempo in silenzio, a volte lanciando messaggi ambigui. Nel passaggio da Berlusconi a Tajani si è creato un vuoto.

Come rimediare?

Dobbiamo far capire agli elettori che siamo una forza di cambiamento, siamo nati per questo. Oggi la nostra voce è un po’ afona e balbettante. Ma le nostre battaglie liberali sono ancora valide, tanto più in un Paese dove non c’è una vera libertà, tanto sul piano delle idee quanto su quello del libero commercio.

lega

I falsi miti su Salvini e Orban (che è del Ppe) spiegati da Elisabetta Gardini

Il caso Diciotti. L’incontro con Viktor Orban. Le stilettate con l’Ue. Matteo Salvini sembra ormai diventato il dominus della politica italiana. È riuscito a catalizzare l’opinione pubblica per tutta l’estate. Distogliendola dagli appuntamenti che attendono al varco il governo Conte a partire da settembre, cominciando dalla nota di aggiornamento al Def e poi la legge di bilancio, i veri banchi…

Violenza e fascismo. A Chemnitz è il caos

Gramsci affermò che "la storia è maestra, ma non ha scolari". Triste, ma sembra che sia proprio così. Quel pessimismo sembra giustificato. Abbiamo assistito negli ultimi tempi ad un crescendo di violenze verbali e ora anche fisiche a danno di minoranze: omosessuali, rom e sinti, migranti e richiedenti asilo. Alla base di tale odio c'è come sempre la distinzione noi/loro.…

Il ritorno dello Stato padrone? Bene ma Cdp non è l’Iri. Parla Cirino Pomicino

C'era una volta lo Stato padrone, che tutto controllava e tutto possedeva. Qualcosa funzionava, qualcos'altro no, ma forse, a sentire Paolo Cirino Pomicino, ministro democristiano (al Bilancio con Andreotti, alla Funzione Pubblica con De Mita) era meglio così. Se non altro per quella "cultura industriale" che caratterizzava i governi di allora e il loro braccio operativo, l'Iri. Ora che con…

Torneremo tutti in grembo allo Stato-mamma-imprenditore? L'incubo Venezuela

Dopo la sbornia, anche retorica, delle privatizzazioni oggi e per sempre, sembra essere arrivato il momento del clamoroso riflusso. Nelle dolorose settimane seguite alla tragedia di Genova, non si è parlato apertamente di nazionalizzare ‘solo’ la autostrade italiane, ma di rivedere un intero modello economico. Già prima del disastro del 14 agosto, esponenti del governo, perlopiù di area grillina, avevano…

Dentice (Ispi) spiega perché la missione di Di Maio in Egitto conta

“La visita del ministro dello Sviluppo e vicepremier italiano, Luigi Di Maio, oggi e domani in Egitto, si inquadra in un contesto che sta andando avanti da mesi”, spiega a Formiche.net Giuseppe Dentice, ricercatore dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) nel Programma Mediterraneo e Medio Oriente. "Di Maio segue di poco tempo il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e…

immunità penale

Sindacati uniti su Ilva. Chiedono un incontro con il governo. Urgentissimo

Un incontro "urgentissimo" per scongiurare il ricorso alla piazza e dunque la rottura definitiva delle relazioni tra sindacati e governo. Lo hanno chiesto i lavoratori Ilva della Fim-Cisl, Uilm, Usb e Fiom al premier Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio. Il prossimo 15 settembre scade il termine utile per sancire il passaggio di proprietà dell'acciaiaria. Allo…

mogavero

La Chiesa è intervenuta per il Vangelo e non per aiutare Salvini. Parla Mogavero

Prima che la Cei definisse l’accordo che ha portato allo sbarco dei profughi fermi da giorni a bordo della nave Diciotti i vescovi siciliani avevano pronto un loro documento comune, il primo dall’inizio della nuova Odissea, quella che si è svolta per giorni nelle acque del porto di Catania. Parte dalla stesura di quel documento il racconto di monsignor Domenico…

L'Osservatore Romano sbertuccia Salvini e segnala che anche in Australia sbarcano gli immigrati

Una nave carica di migranti clandestini sbarca senza l’approvazione delle autorità, scatenando indagini, arresti e polemiche. La scena però non avviene nel Mediterraneo.  Siamo in Australia, e si tratta della prima violazione delle misure anti-migranti del Paese negli ultimi quattro anni. L’imbarcazione è arrivata dal Vietnam e si era arenata nell'estuario di un fiume infestato da coccodrilli nel Queensland. Le autorità…

Sforare il 3% del deficit-Pil? L’azzardo di Di Maio secondo Messori e i mercati

Giovanni Tria è in Cina per cementare i rapporti economici tra l'Italia e il Dragone. Luigi Di Maio si appresta a volare in Egitto per una visita ufficiale di 48 ore. L'Europa, invece, attende segnali dall'Italia. La prossima settimana, quella dopo al massimo, al Tesoro si inizierà a scrivere lentamente la manovra d'autunno, la prima a tinte gialloverdi. Il governo…

Affari in Cina. La missione di Tria e il precedente di Padoan nel 2014

Secondo giorno per la missione cinese di Giovanni Tria. Il ministro dell’Economia, accompagnato dal sottosegretario Michele Geraci e da una folta delegazione di imprenditori e banchieri, fra cui il vicedirettore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, l’ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo e l’ad di Snam Marco Alverà, incontrerà oggi a Pechino il suo omologo Liu Kun e…

×

Iscriviti alla newsletter