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Ancora una volta è Giovanni Tria, l’uomo della mediazione, a mandare segnali di pace all’Europa e agli investitori. E lo fa dalla lontana Cina, dove il responsabile del Tesoro è in missione insieme ai vertici di alcune delle principali aziende italiane.

I mercati, non è un mistero, iniziano a ruggire in vista della manovra d’autunno (qui l’approfondimento di Formiche.net), che per il governo legastellato (e per il Paese) sarà un banco di prova importante. E i rapporti con l’Ue non sono proprio dei migliori.

Il ministro deve averlo capito da tempo, come dimostra la tempestività con cui spegne ogni focolaio pronto a far divampare l’incendio sui mercati. Tria non ha voluto gelare Luigi Di Maio, che in un’intervista al Fatto aveva di nuovo avanzato la pretesa di sforare il tetto del 3% qualora fosse necessario per finanziare le misure del contratto, né tanto meno aprire un fronte con il capo dei Cinque Stelle. Ma solo ricordare che il garante dei conti pubblici è lui così come è lui il solo legittimato ad andare a Bruxelles a spiegare la manovra italiana.

Punto primo, non sta scritto da nessuna parte che l’Italia debba oltrepassare la linea gotica del 3%. Il rispetto del rapporto deficit Pil del 3% “è stato criticato anche da chi lo ha inventato, ma è diverso dal dire che lo supereremo”, ha spiegato Tria in un incontro con la stampa italiana all’Ambasciata d’Italia a Pechino, definendo il rapporto attuale con l’Ue, “ottimo”. “Credo che le dichiarazioni del governo sottoscritte anche da Di Maio, anche di recente, sotto ferragosto, dicano il contrario”.

Il professore di Tor Vergata chiamato al vertice del Tesoro, ha poi toccato un altro argomento a dir poco spinoso, lo spread e il suo ruolo, anche psicologico, sulla politica. Lanciando un messaggio: non è detto che se sale il differenziale Btp-Bund allora automaticamente si corra verso il burrone. Al di là dei tecnicismi, il senso è chiaro, non bisogna farsi prendere dal panico.

“Lo spread attuale non risponde ai fondamentali e alla solidità dell’Italia. Ricordo che l’Italia ha un surplus primario da vent’anni. Ritengo che l’andamento sia anche dovuto ad una fase di incertezza tipica del periodo estivo. Ma nelle sue linee generali è già stato definito il rispetto delle regole di finanza pubblica”.

E nei prossimi mesi, “quando vi sarà un chiarimento sui programmi del governo, sono fiducioso di un rientro dello spread, che non mette in pericolo la sostenibilità e la solidità del nostro debito”. Le parole di Tria non sono state vane. Il differenziale è passato in pochi minuti da 282 punti a 277.

 

Tria parla, lo spread scende. Così il ministro (dalla Cina) rassicura i mercati

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