Skip to main content

Otto anni fa ci lasciava Francesco Cossiga e oggi ci manca più che mai. Al politico sardo sono state dedicate innumerevoli definizioni: da Kossiga Boia all’uomo che guardò oltre il muro. Rileggere la sua vicenda umana e politica non solo può aiutare a comprendere il passato ma ad avere la capacità di prevedere l’avvenire. Laureatosi a diciannove anni e mezzo, professore universitario giovanissimo, bruciò tutte la tappe. Infatti, Il suo percorso politico lo ha portato a ricoprire le massime cariche della Repubblica: da ministro dell’interno a Presidente del Consiglio, da Presidente del Senato a Capo dello Stato. Un percorso prestigioso per un uomo che, proprio per i ruoli a cui è stato chiamato, ha potuto conoscere dall’interno il funzionamento della democrazia italiana e, in parte, contribuire a dirigerne le sorti. Cossiga come pochi altri ha assunto responsabilità gravose in momenti molto difficili. Una su tutte la gestione del rapimento di Aldo Moro da ministro dell’Interno: vicenda che ha lasciato cicatrici profonde nel Paese e nella stessa vita del politico sardo.

Se dovessimo cercare una spiegazione per il notevolissimo successo di Cossiga due caratteristiche possono essere evidenziate: una tipica dell’uomo di Stato, l’altra invece collegata alla migliore tradizione democristiana.
La prima riguarda il senso dello Stato e lo spiccato interesse per l’intelligence, come strumento necessario per la stabilità della democrazia liberale. La seconda caratteristica invece si rifà alla grande tradizione democristiana, ovvero alla vocazione al dialogo, alla mediazione politica e alla capacità di fare convergere opinioni anche radicalmente diverse verso soluzioni politiche di buon senso.

In questo, Cossiga, sulla scia di Alcide De Gasperi e Aldo Moro, fu molto abile, tanto che riuscì a dialogare proficuamente con le forze politiche avversarie e anche con il PCI, pur dichiarandosi sempre fortemente anti-comunista. La dote umana di comprendere l’avversario fino a instaurare un dialogo costruttivo e la sensibilità politica capace di cogliere le istanze della società erano caratteristiche ben presenti nello statista democristiano. Non a caso, rese possibile l’ascesa dell’ex Comunista Massimo D’Alema a presidente del consiglio, rendendo possibile il principio dell’alternanza e quindi rendere compiuta la democrazia italiana. Ma prima con l’ezione a Presidente della Repubblica aveva già testimoniato la capacità di raccogliere consensi anche da partiti politicamente distanti e dunque di essere uomo dalle grandi capacità di mediazione.

Lo svolgimento della presidenza Cossiga fu decisamente irrituale, e si caratterizzò, come afferma egli stesso, per una continua ricerca del rapporto diretto con i cittadini e una libertà di critica anomala per il Quirinale. Peraltro, modalità seguite anche dal suo predecessore al Colle Sandro Pertini. Questo atteggiamento indipendente, che non disdegnava polemiche a attacchi diretti verso vari soggetti politici, gli valse appunto il celebre nome di ‘’picconatore’’ insieme a numerose critiche e anche un tentativo di impeachment. Cossiga reinterpretò il ruolo della presidenza dopo la caduta del muro di Berlino e non fu un distaccato garante della Costituzione, ma assunse spesso posizioni anche forti in maniera molto atipica rispetto alla tradizione della funzione presidenziale in Italia. Soprattutto nel finale della sua presidenza, dove tentò di farsi promotore e mediatore politico di un ampia riforma delle istituzioni del paese, nella quale si evidenziò la sua lungimiranza politica.

Nel corso della sua attività ebbe come stella polare l’interesse dello Stato nel rispetto delle alleanze internazionali, l’unico contesto nel quale poteva realizzarsi. Coniugando la profondità dei valori e il realismo politico, aveva la capacità di guardare lontano. E questo spiega la sua passione per l’intelligence. Cossiga fu il fautore di uno Stato autorevole che, nella temperie della Guerra fredda e degli anni di piombo, fosse in grado di affrontare i problemi tremendi della società italiana. Molto contrastato in vita, cominciano a essere maturi i tempi per comprendere la sua “certa idea dell’Italia”. Messaggio oggi di straordinaria attualità, in un Paese sospeso e con una visione incerta dove i limiti e le assenze di una classe dirigente nazionale, a tutti i livelli, si avvertono drammaticamente.

Viva Cossiga. Il ricordo di Mario Caligiuri

Otto anni fa ci lasciava Francesco Cossiga e oggi ci manca più che mai. Al politico sardo sono state dedicate innumerevoli definizioni: da Kossiga Boia all’uomo che guardò oltre il muro. Rileggere la sua vicenda umana e politica non solo può aiutare a comprendere il passato ma ad avere la capacità di prevedere l’avvenire. Laureatosi a diciannove anni e mezzo,…

Fare leva sulle donne è una cura per fermare il declino: lo smart working diffuso

Lo abbiamo detto qualche post fa. Anche se i trend ci raccontano che ci stiamo avviando verso il mondo delle Donne 4.0 e, dunque, verso una mutazione straordinaria del mondo economico e sociale, le statistiche del mondo del lavoro femminile, pur in continua crescita, mettono in luce una realtà comunque inammissibile. Le ingiustizie e le discriminazioni continuano a essere la…

fitch

L'Italia in rotta verso Caracas

Dovremmo proprio evitare di fare anche stavolta quello che a noi italiani riesce benissimo, cioè cascare dalla padella alla brace. Già, perché invece proprio in queste ore stiamo facendo così e ora proviamo a spiegare perché. A monte (la padella) c’è la privatizzazione delle nostre autostrade, fatta in fretta e furia alla fine degli anni ’90 (sostanzialmente dai governi di…

Accuse alle ONG:Francesca Landi: serve una contro-narrazione?

Quanto è accaduto e quando accade nel Mediterraneo in questi anni, la follia di stati che destabilizzano paesi e intere regioni senza porsi il tema delle conseguenze, le ondate migratorie e l'incapacità della vecchia Europa di gestire i flussi di migranti richiedenti asilo e non impongono molte riflessioni. Io non ho una verità precostituita e sto cercando di capirne di…

Venezuela

Vi racconto come sono andate a finire le nazionalizzazioni in Venezuela

Quando si parla di nazionalizzazioni, di ridare il potere allo Stato (nessuno vuole come lui il benessere dei cittadini) è inevitabile pensare al discorso sovranista in Venezuela del presidente venezuelano Hugo Chávez (qui il commento del direttore Roberto Arditti). Era il 2006 e, da un giorno all’altro, Chávez annunciò una riforma energetica per ridare allo Stato e ai venezuelani il…

Genova, perché nazionalizzare non è certo la soluzione giusta

Son sono passate che poche ore dal tragico evento di Genova ed è già iniziato il balletto delle responsabilità. Il rischio grosso è che anche questa volta, passato il momento della commozione e della solidarietà, la catastrofe annunciata, a quanto pare, non faccia più notizia. E che, nel contempo, la giustizia si impaludi , come succede spesso in Italia, in…

genova conte di maio toninelli

Errori gravi ed effetti peggiori. Il governo e Genova secondo Carnevale Maffè

Questo governo sta mettendo a rischio gli italiani che, durante questo ponte di ferragosto, si trovano a viaggiare sulla rete autostradale che percorre tutta la penisola. Questa, al momento, è gestita dallo stesso concessionario che viene attaccato dai vari esponenti della maggioranza. Inoltre, la scelta di condannare Autostrade per l'Italia - così come Atlantia - è una decisione arbitraria che…

multa, Autostrade, concessioni

Revocare la concessione ad Autostrade non conviene. Maresca spiega perché

"La revoca ad Autostrade per l'Italia è una misura drastica e complessa e ricorrervi non conviene a nessuno, al governo in primis". A spiegarlo a Formiche.net è Davide Maresca, avvocato e ricercatore universitario in diritto dell’Economia in seguito alla proposta del governo Conte di revocare la concessione ad Autostrada per l'Italia ritenuta colpevole del crollo del ponte Morandi alla vigilia…

Su Genova, fermezza deve far rima con freddezza. No all’odio social

Dopo le ore del doveroso silenzio - più un vano auspicio che una realtà, considerato che le polemiche più truci sono partite a macerie ancora fumanti - intorno la tragedia di Genova si è scatenata una caccia al colpevole da lasciare senza fiato. Anche senza entrare nel merito, non si era mai assistito a un simile fuoco di fila delle…

Non bastano i like. L’opposizione pronta a fare la sua parte. Parla il dem Mor

Di Mattia Mor

In questo Ferragosto terribile che ha tolto il sonno agli italiani lasciandoli sospesi a mezz'aria come il camion simbolo della tragedia del ponte Morandi, viene da pensare che ancora una volta siamo pervasi dalla sindrome calcistica da 'giorno dopo' del tifoso. Nel momento del doveroso silenzio pare di vedere nella reazione della politica che ha la responsabilità di governo la…

×

Iscriviti alla newsletter