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Dalla teoria alla pratica. La manovra approvata sul filo di lana una settimana fa si appresta a diventare operativa nei suoi punti cardine, ovvero pensioni e reddito di cittadinanza. Già questa settimana il Consiglio dei ministri potrebbe approvare i primi decreti attuativi delle due misure simbolo del governo gialloverde.

QUOTA 100 AL VIA

Il primo step è la cosiddetta quota 100 (62 anni di età pensionabile alla quale vanno sommati 38 anni di contributi). La nuova forma di pensionamento anticipato viene introdotta in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, chiarisce la bozza del decreto attuativo. Durante questo periodo gli iscritti alle gestioni Inps possono conseguire il diritto alla pensione raggiungendo un’età di almeno 62 anni con 38 anni di contributi. Il requisito dell’età sarà adeguato agli incrementi della speranza di vita (il primo scatto ci sarà nel 2021). Il lavoratore, tra l’altro, dovrà valutare che andando in pensione prima rispetto ai normali requisiti, prenderà un assegno più leggero (anche se per più tempo) perché avrà versato meno contributi.

UNO SCONTO PER CHI VA IN PENSIONE PRIMA

Sul capitolo quota 100 c’è un ultimo dettaglio. E cioè che viene bloccato, a decorrere dal primo gennaio 2019, l’aumento di 5 mesi del requisito per la pensione anticipata scattato con l’adeguamento alla speranza di vita. In sostanza, si resta fermi ai 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) sufficienti ad andare in pensione indipendentemente dall’età. Il decreto introduce però una finestra d’attesa di tre mesi tra la maturazione del requisito e la decorrenza della pensione, per cui di fatto lo sconto si riduce a due mesi.

REDDITO DI CITTADINANZA AI NASTRI DI PARTENZA

Il reddito di cittadinanza, così come le pensioni di cittadinanza (per le famiglie composte da uno o più componenti di età pari o superiore a 65 anni) scatterà dal mese di aprile 2019 per decorrere dal mese successivo a quello della richiesta. Il beneficio è di 500 euro (6 mila euro l’anno) moltiplicato per la scala di equivalenza e 280 euro al mese (3.360 euro l’anno) per il sostegno all’affitto. Con il mutuo il sostegno casa è invece di 150 euro (1.800 l’anno). Si va quindi da 780 euro per un nucleo con un solo componente, a 1.330 euro per una famiglia di 3 adulti e 2 minorenni.

REDDITO, MA NON PER TUTTI

Per poter beneficiare della misura cara a Di Maio, non bisogna avere acquistato un’auto nei sei mesi prima o aver comprato negli ultimi due anni una vettura di cilindrata superiore a 1.600 cc nonché moto superiori a 250 cc. Nessuno in famiglia deve avere navi e imbarcazioni da diporto. Non hanno diritto al reddito coloro che sono in carcere (per tutta la durata della pena), che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica. Niente reddito di cittadinanza anche alle famiglie in cui un componente si è licenziato dal lavoro negli ultimi 12 mesi (fatte salve le dimissioni per giusta causa). Il reddito di cittadinanza è compatibile con il godimento della Naspi.

LE IMPRESE CI GUADAGNANO

Anche le aziende potranno avere dei benefici. Lo stesso decreto attuativo del reddito, chiarisce come l’impresa che assume a tempo pieno e indeterminato il beneficiario del reddito e non lo licenzia per 2 anni ha uno sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità di Rdc e quello già goduto dal beneficiario. L’importo è aumentato di una mensilità se si assumono donne o soggetti svantaggiati e comunque non è inferiore a 5 mesi.

I COSTI (PER LO STATO)

Già, ma quanto costerà tutto questo? Per il solo reddito di cittadinanza, i limiti di spesa sono di 6 miliardi e 110 milioni nel 2019, 7 miliardi e 755 milioni nel 2020, 8 miliardi e 17 milioni nel 2021 e 7 miliardi e 841 milioni a decorrere dal 2022, spiega il decreto. Per il 2019 e il 2020 è autorizzata una spesa di 250 milioni per le professionalità necessarie ad organizzare l’avvio della misura.

trivelle

Come funzioneranno reddito di cittadinanza e quota 100

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