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Si preannuncia una domenica nera a est della Libia. La Noc (Compagnia nazionale libica) di Tripoli ha annunciato che sospenderà a partire da domani le operazioni nei porti supplementari nell’est del Paese. Un annuncio allarmante che, come riferisce il sito informativo libico al Wasat, lascia prevedere la perdita di circa 800 mila barili di petrolio al giorno. “È la risposta della compagnia petrolifera nazionale contro la recente azione di Haftar che, dopo aver riconquistato i terminal della Cirenaica minaccia, come più volte fatto, di cederli al controllo del governo ‘parallelo di Tobruk’ anziché alla Noc”, ha commentato Michela Mercuri, esperta di Libia e autrice del libro “Incognita Libia. Cronache di un Paese sospeso”, raggiunta telefonicamente da Formiche.net. “È uno dei tanti esempi che ci dimostra l’instabilità che c’è nel Paese e le difficoltà di coinvolgere Haftar che pare voler giocare sempre più da solo in un dialogo politico inclusivo”, ha continuato.

La notizia arriva, infatti, dopo che il 25 giugno scorso, l’esercito di Khalifa Haftar aveva assegnato il controllo dei terminal della Mezzaluna petrolifera alla Noc parallela che risponde al governo non riconosciuto di Al Baida. “I pozzi oggi sono il principale oggetto del contendere dei gruppi e delle milizie libiche. Molti dei pozzi sfuggono al controllo della noc ma sono controllati da milizie. Con tutti i conseguenti problemi di instabilità che questo genera nell’economia del Paese che è già in pezzi”, ha sottolineato Mercuri. Per la compagnia nazionale libica, dunque, “domenica primo luglio dovrà essere dichiarata la causa di forza maggiore nei porti di Zuwitina e al Hariga”. Un principio, quello di forza maggiore, che prevede l’esonero delle responsabilità nella Noc di tripoli, a causa di “circostanze eccezionali”, in caso di mancato rispetto dei contratti di consegna del petrolio. In sostanza, secondo quanto riferito dalla Noc della capitale, le forze del generale Haftar impedirebbero il carico del petrolio, bloccando l’accesso alle petroliere.

E su una possibile risoluzione della delicata situazione, Mercuri afferma: “Riportare l’economia a un controllo centralizzato, ivi compresa la produzione del petrolio, è fondamentale per stabilizzare il Paese anche dal punto di vista della sicurezza. Per questo la comunità internazionale deve sostenere le Noc. L’Eni lo fa da tempo per esempio. Molti altri attori invece hanno in passato favorito il commercio di petrolio illegale dall’est . L’Onu dovrebbe lavorare anche in questo senso per stabilizzare il Paese”.

La notizia si inserisce come ennesimo tassello nell’offensiva condotta dal generale Haftar  per la riconquista della Mezzaluna petrolifera. “È suonata l’ora zero per annientare il nemico”, aveva annunciato Haftar in una registrazione audio diffusa alle truppe. Il 14 giugno, infatti, a causa proprio delle violenze scoppiate nella Mezzaluna, la Noc di Tripoli aveva annunciato la sospensione delle operazioni nei terminal di al Sidra e Ras Lanuf.

libia, social, haftar

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