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Tra poco più di un mese, il 20 settembre in Austria, si terrà il nuovo vertice europeo dei capi di Stato e di governo che tra i vari temi comprenderà anche quello dell’immigrazione. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, porrà di nuovo la questione dell’equa distribuzione delle quote su cui è d’accordo il premier spagnolo, Pedro Sanchez, con il quale si è incontrata in Andalusia. Ormai è un dato di fatto che la Spagna deve affrontare un arrivo di immigrati sempre maggiore, pur se lontano dai numeri italiani.

Secondo le cifre ufficiali dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, quest’anno in Spagna fino all’8 agosto erano sbarcate 28.359 persone quando nell’intero 2017 erano state 28.707. Secondo i dati del ministero dell’Interno, al 10 agosto in Italia erano arrivate 18.910 persone, pari all’80,4 per cento in meno rispetto all’anno scorso e all’86,9 per cento in meno rispetto alle partenze dalla Libia. In totale, secondo l’Oim finora in Europa sono arrivati 74.326 migranti, di cui 60.309 via mare nel quale ne sono morti 1.524. Nell’intero 2017 in Europa arrivarono 186.768 migranti e i morti in mare furono 3.116.

Nell’accordo tra Merkel e Sanchez è previsto che la Spagna riprenderà i migranti già registrati che tentano di entrare in Germania attraverso l’Austria, quel tipo di accordi bilaterali che la cancelliera tedescavorrebbe anche con Grecia e Italia per fermare la migrazione “secondaria” in Germania. Alla base di ogni discussione resta la modifica del regolamento di Dublino che, ha ammesso la Merkel, non funziona. “In teoria un migrante non dovrebbe mai poter arrivare in Germania. E questo non rispecchia la realtà”.

Vista dalla Spagna, l’emergenza si chiama soprattutto Marocco e Tunisia. Sanchez e Merkel sono d’accordo nel sollecitare la Commissione europea affinché sblocchi fondi che “permettano al Marocco di essere molto più efficace nel controllo delle sue frontiere, nella partenza delle imbarcazioni verso le coste spagnole”. Aiuti che devono servire anche all’economia perché, ha detto Sanchez, “14 chilometri separano le coste della Spagna, e quindi dell’Europa, da quelle del Nord Africa, ma la distanza in termini di sviluppo è infinitamente più grande”.

Secondo la Merkel, i Paesi europei devono lavorare a “un sistema di distribuzione equo e organizzare insieme i respingimenti”. Su quest’ultimo punto forse si è discusso poco, tutti presi a non accogliere chi arriva o a mandarlo in altre nazioni europee: i membri dell’Ue, invece, dovrebbero coalizzarsi per stringere il maggior numero di accordi di riammissione. Sul fronte libico, da gennaio a luglio di quest’anno l’Oim ha effettuato 10.950 rimpatri volontari assistiti versi i Paesi di provenienza. Tra il 2017 e il 2018 il numero di migranti intercettati in mare e riportati in Libia è quasi raddoppiato: da 5.500 a 9.300. L’organizzazione dell’Onu non conosce il numero delle persone detenute nei campi gestiti da milizie e trafficanti e indica in poco più di 690mila unità i migranti presenti in Libia, anche se la cifra reale forse è più alta.

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