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Marginalizzazione finanziaria e povertà sono un problema globale. Secondo la Banca Mondiale ci sono circa due miliardi di adulti in tutto il mondo senza accesso al sistema finanziario, con Asia e Africa che ospitano la maggior parte della popolazione non bancarizzata del mondo, ed una persona su 10 vive sotto la soglia di povertà internazionale di $ 1,90 al giorno. Sul fronte “partite iva” una relazione di McKinsey stima in 200 milioni le micro, piccole e medie imprese nei mercati in crescita che non hanno accesso al risparmio e al credito. Nell’aprile 2013, la Banca Mondiale fissò un obiettivo: ridurre al 3% entro il 2030 la popolazione mondiale che vive sulla soglia di povertà. Da allora, l’istituzione è stata costantemente al lavoro per attuare strategie di riduzione della povertà tramite la facilitazione dell’accesso a prodotti finanziari e consulenza.

In questo contesto “l’agenda Fintech”, lanciata sia dall’Fmi sia dalla Banca Mondiale durante il Bali Fintech Agenda, vede l’inclusione finanziaria come un elemento fondamentale sia per la riduzione della povertà che per le opportunità di crescita economica e chiedono ai responsabili politici di favorire lo sviluppo del fintech. Mancanza di denaro e distanza da una banca sono infatti i principali motivi per cui non si apre un conto bancario evidenziando quindi problemi di economicità ed accessibilità dei servizi finanziari per le persone a basso reddito. Le aziende fintech, da questo punto di vista, stanno trasformando radicalmente servizi finanziari, impiegando nuove soluzioni di analisi dei dati e sistemi di consegna digitale, in modi che possono avere risultati fruibili anche per le persone povere. Ad esempio, l’adozione di telefoni cellulari come piattaforma bancaria può aumentare radicalmente l’accesso ai servizi finanziari fondamentali. In Kenya l’M-Pesa, un sistema di pagamenti basato su messaggi di testo, è ora utilizzato dal 96% delle famiglie del paese e si stima abbia contribuito alla crescita dell’inclusione finanziaria dal 26% del 2006 al 75% di oggi togliendo almeno il 2% delle famiglie dall’estrema povertà e portando le donne a passare dall’agricoltura alla piccola impresa.

Finca Forward, un progetto pilota biennale finanziato da Usaid attraverso l’iniziativa Pace e Feed the Future, ha come obiettivo quello di ridurre la povertà favorendo la crescita economica e ampliando l’inclusione finanziaria nei mercati sottoserviti anche attraverso l’aiuto alle imprese fintech che sviluppano servizi di microfinanza innovativi ed accessibili.

Nelle regioni in via di sviluppo uno dei principali problemi nell’erogazione del credito consiste nel “thin file customers” ovvero nella totale, o quasi, assenza di storia creditizia del cliente che le esclude quindi dai tradizionali metodi di erogazione del credito in quanto le banche non riescono a stimare la loro solvibilità. Anche in questo caso il fintech viene in aiuto con un nuovo approccio alla gestione del rischio tramite l’utilizzo di fonti di dati “non convenzionali”.

In Africa, le istituzioni di microfinanza possono basare le loro valutazioni sul merito creditizio usando le informazioni fornite dagli smartphone: cronologia delle chiamate e degli sms, geolocalizzazione, contatti e cronologia della navigazione. L’azienda fintech Branch utilizza tali tipi di informazioni aiutando gli utenti ad accedere a crediti tra $ 2,5 e $ 500, che possono essere rimborsati in un periodo da 2 settimane ad 1 anno. E l’incremento della funzionalità fornita dagli smartphone di oggi consente di aumentare notevolmente le fonti e le tipologie di dati che i prestatori possono usare. Alcune soluzioni fintech di prestito mobile end-to-end sotto forma di app, includono un motore decisionale che colleziona ed elabora dati da agenzie di credito, da sistemi bancari, portafogli mobili, test psicometrici e dati di telefonia mobile. Attraverso l’intelligenza artificiale applica quindi algoritmi ai tali dati per stimare un grado di solvibilità ed effettuare i controlli di prevenzione delle frodi. Naturalmente più informazioni e fonti di dati si riesce a collezionare e più aumenta l’affidabilità del “rating” e quindi della probabilità di ottenere il credito. Per esempio, l’app potrebbe utilizzare i dati di Google Analytics insieme ai dati finanziari del software di contabilità proprietario per determinare se il proprietario di un negozio sarà in grado di rimborsare i prestiti in base alle prestazioni finanziarie del negozio. O ancora, si potrebbe determinare l’affidabilità creditizia di un agricoltore sulla base di dati agricoli immessi nel motore decisionale: quanto terra possiede l’agricoltore, quanto costa mantenere l’azienda agricola, i prezzi previsti nel mercato del grano quest’anno e così via.
Ma l’inclusione è anche sociale oltre che finanziaria e passa dalla fruizione di diritti e servizi inalienabili. Amply, azienda finanziata dall’Unicef, combina la tecnologia mobile e blockchain per dare ai bambini un’identità digitale. Ciò serve a garantire che il governo fornisca ai bambini i servizi a cui hanno diritto, siano essi finanziari, educativi o sociali.

Finanza e tecnologia oltre la freddezza dei numeri e dei chip a servizio di una giusta causa.

Il Fintech a servizio dell’inclusione sociale e finanziaria

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