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“Space Force all the way!”. È il tweet con cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accolto l’annuncio del suo vice Mike Pence: una nuova Forza armata interamente dedicata alle attività extra-atmosferiche già nel 2020. La notizia era nell’aria, e anche Formiche.net aveva seguito la vicenda che negli ultimi mesi aveva creato più di qualche attrito tra Casa Bianca, Pentagono e Congresso.

IL DIBATTITO A WASHINGTON

Se Capitol Hill invocava da tempo una Forza spaziale quale sesto braccio armato degli Stati Uniti, il dipartimento della Difesa si era sempre mostrato piuttosto riluttante, soprattutto in virtù dei dubbi dell’Air Force, che si vedrà inevitabilmente costretta a donare risorse e unità alla nuova Space Force. Poi, due giorni fa, l’apertura del segretario James Mattis, costretto a seguire la direttiva dello scorso giugno, quella con cui Trump ha dato una secca sterzata al dibattito chiedendo al Pentagono di procedere a definire i passaggi per una Forza spaziale.

LE PAROLE DI PENCE

La creazione di una Space Force si è resa necessaria poiché “competitor e avversari potenziali come Cina e Russia hanno già reso lo spazio un dominio di combattimento”, ha detto il vice presidente Pence, che dirige la politica spaziale nazionale presiedendo il National Space Council (Nsc) che Trump ha voluto re-istituire.  “Gli Stati Uniti non si tireranno indietro di fronte a questa sfida”, ha aggiunto Pence spiegando i piani per creare una Forza spaziale a partire dal 2020. D’altronde, ha rimarcato, “il presidente ha reso prioritario restaurare l’orgogliosa storia americana di leadership nello spazio; ed è essenziale per la sicurezza e la prosperità nazionale”. È arrivato il tempo “di stabilire la United States Space Force; non basta più infatti avere una presenza americana nello spazio, dobbiamo averne il dominio”.

I PIANI DEL PENTAGONO

Le parole del vice presidente sono state accompagnate dall’atteso report del Pentagono, frutto della chiara richiesta del presidente. Ad ogni modo, ci sarà bisogno di passare per l’approvazione del Congresso, che comunque ha sempre dimostrato un supporto trasversale alla creazione di una Space Force. Così, il Pentagono, si legge nel report, chiederà “le autorità necessarie per stabilire pienamente la Forze spaziale quale sesto braccio delle Forze armate come parte della richiesta di budget per l’anno fiscale 2020”. D’altronde, ha ammesso Pence, “creare un nuovo braccio militare non è un processo facile”. Stando al progetto iniziale, la Space Force sarà guidata da un segretario a pieno titolo, posto allo stesso livello dei vertici di Marina, Aeronautica, Esercito, Corpo dei Marines e Guardia Costiera. Per ora, sarà invece individuato un nuovo assistente al segretario alla Difesa che si occuperà di coordinare i lavori verso la Space Force.

LE TRE NOVITÀ NEL BREVE TERMINE

Nel frattempo, il piano del Pentagono prevede tre novità che saranno inserite nel breve termine. Primo, una nuova agenzia, detta “Space Development Agency”, che si occuperà del procurement nel campo spaziale. L’US Air Force, nota il sito specializzato DefenseNews, aveva già iniziato a riformare il proprio “Space and Missile Systems Center”; ma ora il DoD “accelererà ed estenderà tale trasformazione a tutti i servizi per creare un’agenzia comune”. Secondo, la “Space Operation Forces”, una “comunità di operatori specializzati” che “supporterà il combatant command fornendo expertise in tempi di crisi e conflitto”, ha spiegato Pence. Terzo, ed è il passaggio operativo più significativo, prima di arrivare alla Space Force, la creazione dello US Space Command, un nuovo comando unificato con chiare inclinazioni combatant e affidato a un generale a quattro stelle. Tale novità è stata annunciata solo pochi giorni fa proprio da Mattis: “Abbiamo bisogno di affrontare lo spazio come un dominio di guerra in sviluppo, e un comando combattente è certamente una delle cose che possiamo istituire; è un processo su cui stiamo lavorando. Siamo perfettamente allineati alla preoccupazione del presidente riguardo la protezione dei nostri assetti spaziali per contribuire alla nostra sicurezza e alla nostra economia”.

IL PRIMO PASSO

Prima dello Space Command come comando unificato, potrebbe però realizzarsi un Comando spaziale alle dipendenze dello US Strategic Command. Tale ipotesi è infatti stata autorizzata dal Congresso già per l’anno fiscale 2019, all’interno del National defense authorization act (Ndaa) recentemente approvato da Capitol Hill. Non è detto però che la proposta non venga superata, anche perché l’idea era emersa alla Camera prima della direttiva di Trump e, soprattutto, prima del convincimento del Pentagono. In ogni caso, presto potremmo vedere all’opera dei veri e propri “soldati spaziali”.

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