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Il Presidente Emmanuel Macron apre a Mosca. Lo fa attraverso l’avvio di un dialogo col Cremlino sul sensibile tema cyber security e con un inaspettato appello, fatto allo Spief di San Pietroburgo, affinché la Russia resti all’interno del Consiglio d’Europa. Ma sbaglia, secondo Jean-Pierre Darnis – consigliere scientifico e responsabile del nuovo programma Iai sulla tecnologia e le relazioni internazionali (Tech-Rel) – chi attribuisce queste mosse ad un allontanamento dagli alleati. L’esperto francese spiega il perché in una conversazione con Formiche.net.

Professor Darnis, il presidente francese Emmanuel Macron discute col suo omologo russo Vladimir Putin di cyber security. Perché?

Credo che il presidente francese voglia innanzitutto evitare una corsa agli armamenti cyber e al loro utilizzo da parte degli Stati, circostanze alle quali, purtroppo, stiamo già assistendo.

Eppure, durante la campagna elettorale che lo ha portato all’Eliseo, proprio il movimento di Macron, En Marche, aveva denunciato con forza intrusioni informatiche attribuite ad hacker considerati legati al Cremlino. Cosa è cambiato da allora?

Nulla sul piano sostanziale. Al netto della giusta battaglia sulla cyber criminalità transnazionale che colpisce tutti, c’è però l’idea di rendere chiaro che la Francia si sta ritagliando un ruolo dal punto di vista tecnologico e sta sviluppando capacità in campo informatico. Ciò può rappresentare un elemento di deterrenza che spinge – e talvolta costringe – al confronto, così come è stato per il nucleare durante la Guerra Fredda. Si tratta in buona sostanza di un engagement e non di una posizione più morbida nei confronti del Cremlino.

Al Forum economico di San Pietroburgo il presidente francese ha aggiunto che vorrebbe che la Russia rimanesse all’interno del Consiglio d’Europa. È un’altra prova di avvicinamento?

Anche la volontà di Macron di tenere la Russia nel Consiglio d’Europa va a mio parere nel senso giusto, ovvero quello di poter avere momenti di discussione con Mosca, malgrado la difficoltà nei rapporti e le attuali divergenze.

Come si coniugano queste dichiarazioni con i timori degli alleati occidentali e le tensioni esistenti?

Mosca è ancora considerata ancora un attore ostile e aggressivo nel cyber spazio, e non solo. In questo la Francia è assolutamente allineata ai suoi principali alleati, ma Macron agisce con una visione più ampia e ben precisa.

Qual è la strategia francese?

La Francia ha ormai un dialogo strategico strettissimo con gli Usa. Prima era fuori dall’organizzazione integrata della Nato, pur aderendo all’Alleanza Atlantica, ma negli ultimi anni le cose sono molto cambiate.

Parigi ambisce a diventare il partner numero uno di Washington in Europa?

L’Eliseo sta senz’altro scommettendo molto sul rapporto su Donald Trump, un presidente americano che affronta le tensioni con Mosca con un approccio più pragmatico di quanto avvenuto in precedenza. In questo senso trovo l’idea di Macron molto intelligente e in grado, nel medio-lungo periodo, di rafforzare anche gli alleati.

Crede che l’azione francese porterà a una reale distensione dei rapporti con Mosca? O le divisioni prevarranno?

Per il momento Macron ha semplicemente reso chiaro a Putin che la sicurezza del cyber spazio è una priorità per la sua presidenza, che sta puntando moltissimo su questo dominio su diversi fronti.

A che cosa punta Macron?

L’attuale inquilino dell’Eliseo sta facendo, nel suo mandato, un grosso investimento politico-tecnologico, del quale l’Intelligenza Artificiale è la punta di diamante, ma non la sola. La Francia sta attraendo i massimi attori del settore tech e ciò è frutto di una grande sensibilità che sta rendendo Parigi all’avanguardia su questi temi, più di altri Paesi.

macron

Macron prova a tenere a bada Putin, ma non si allontanerà dalla Nato. Parla Darnis (Iai)

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